I sindacati, il Pd, il Governo e gli scioperi. In generale il sindacato dovrebbe fare il sindacato, cioè rappresentare i propri iscritti nella contrattazione e nella difesa dei diritti del lavoro, e non fare politica. Purtroppo per anni il sindacato, a cominciare dalla Cgil, ha abusato del suo ruolo per assumersi arbitrariamente una dimensione politica che non gli spetta, cioè quella di controparte dei governi e di lobby di pressione sul parlamento. Così in più di una occasione non sono state le Camere elette dal popolo a sfiduciare i governi, ma i sindacati con uno sciopero generale, riducendo il parlamento a cinghia di trasmissione dei sindacati. In questi giorni, in cui è stato proclamato l'ennesimo sciopero politico nazionale, per bocciare il governo Renzi e il suo Job Act. Azione che dovrebbe compiere il parlamento, eventualmente, non il sindacato. Proclamare uno sciopero nazionale, come fa la Camusso, per invocare la crescita del Paese, poi, è una contraddizione di termini. La crescita ci può essere non astenendosi dal lavoro ma, eventualmente, lavorando di più. E non si capisce perché le imprese, già in difficoltà, dovrebbero venire aiutate a creare lavoro proclamando lo sciopero. Un governo che certamente poteva fare meglio, di più e con più risorse a favore del taglio del costo del lavoro e della ripresa occupazionale.Uno sciopero, quindi, quello proclamato da sindacati, sostanzialmente inutile. O forse peggio, dannoso, per i lavoratori, per le imprese e per la crescita. Intanto il premier, appena ritornato dagli USA contrattacca, lui ha chiari in mente i suoi prossimi obiettivi, a partire dalla riforma dello Statuto dei lavoratori. "È stato pensato 44 anni fa", ricorda. Abbastanza perché sia ora di metterci mano e di eliminare l'articolo 18 che "in fin dei conti non difende quasi nessuno". Renzi intanto prende di petto l'art.18 e dichiara di non voler cedere ai poteri forti... Ma di quali poteri forti parla, non sono questi i poteri forti, questi contro cui stà legiferando, sono solo dei poveracci che cercano di sbattersi ogni giorno per poter lavorare in un' Italia in cui il lavoro è diventato un'avventura. Mi piacerebbe invece che affrontasse con lo stesso zelo altri problemi che ci affliggono da anni: i costi della PA, la questione delle tasse, la questione giustizia, la questione scuola, la questione comuni/province/regioni, … Non ultimo le questioni lasciate aperte dal professor Monti su liberalizzazioni, quali taxi, farmacie e notai, così, tanto per far vedere che lui ha più palle dei governabti che l'hanno preceduto.
nonnoenio