Esattamente 20 anni fa accadde l'episodio simbolo della morte della Prima Repubblica. Il 30 aprile 1993 Bettino Craxi venne ferocemente contestato all'uscita dall'hotel Raphael di Roma dalla gente, a suon di cori e con un fitto lancio di monetine. Si era in piena epoca Tangentopoli, e Craxi era stato raggiunto da diversi avvisi di garanzia per corruzione e finanziamento illecito di partito.
30 aprile 2013
27 aprile 2013
Chieti - Brunetta il grande
Per fortuna che nella lista dei ministri, presentati da Enrico Letta alle 17 e 15 di questa sera il "piccoletto" terribile non c'è e ne sarà certamente felice Dario Fo e buona parte di quegli italiani che nel precedente governo venivano quasi giornalmente mazzolati dal Brunetta. "Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino per poterlo mettere a livello, all'altezza della situazione. Oppure meglio una scaletta, così se la regola da sé". Così il premio Nobel Dario Fo a La Zanzara su Radio 24 sul totoministri del futuro governo Letta. "Sarebbe una gentilezza che si fa a Brunetta, e alla società, per non avere l'angoscia di vedere qualcuno che non ce la fa. Il cervello di Brunetta - prosegue Fo - quello sì che è ancora più piccolo." E "Schifani al governo?", chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo: "Il cognome è onomatopeico, dentro il suo nome c'è già tutto, il rifiuto e il senso di angoscia e di repulsione per queste persone. Con questi al governo mi hanno copiato delle scene intere del Mistero Buffo".
nonnoenio
23 aprile 2013
Chieti - Quando curarsi può rapprentare un problema
Gli Italiani, sempre più «in ginocchio» a causa della crisi economica, tanto che rinunciare persino a visite mediche, dentista e terapie è diventata per molti una necessità inderogabile.L'allarme arriva ora dagli stessi medici di famiglia. Gli italiani, denuncia il 65% dei camici bianchi, ormai non si curano più, e la situazione, afferma il 71,6% degli specialisti,(che si sono pertanto visti ridotti gli immensi guadagni sulle visite a pagamento nelle varie strutture sia pubbliche che private) è più grave al Sud e nelle Isole. Un Sos, quello dei medici, che conferma il recente dato emerso da un'indagine Rbm Salute-Censis: in numeri assoluti, sono circa 9 milioni i connazionali che hanno dovuto rinunciare alle cure sanitarie per motivi economici nell'ultimo anno (con il costo di una visita pari se non superiore ai 150 euro, è presto fatto il conto). Lo studio del medico di base diventa dunque luogo privilegiato per tastare le conseguenze che la crisi sta innescando anche sul fronte della salute. Ed il quadro che ne emerge non induce all'ottimismo. La crisi economica in Italia, incide sul destino della salute della popolazione e ne aumenta le diseguaglianze ed è in grado di condizionare il lavoro e la funzione dei medici. In interi settori della popolazione si assiste alla rinuncia consapevole ad accedere a prestazioni sanitarie anche quando queste sono necessarie. Il quadro che emerge, indica con chiarezza che gli effetti della crisi sono importanti, causando uno stato di stress, di insicurezza e di grande apprensione negli individui. La stessa figura del medico di base è resa più fragile dalla crisi. Tra chi rinuncia alle cure, uno su 4 ha più di 65 anni, il 61% è di sesso femminile e in 4 milioni di casi vive al Sud.In tempi di ristrettezze, altro fenomeno segnalato è quello degli anziani che, sempre più numerosi, si rivolgono a strutture per indigenti per ricevere cure gratuite a causa di una pensione che per tanti - circa 8 milioni - che non supera i 500 euro al mese.
nonnoenio
21 aprile 2013
Chieti - L'Accademia Dei MAccheroni Alla Chitarra d'Abruzzo
I dieci saggi, (sembra che anche a Papa Francesco sia piaciuta l’idea, per cui ha nominato otto cardinali per studiare una riforma della Chiesa), elezione del presidente della repubblica, elezione del presidente della camera, il nuovo governo, le ripicche..., ed allora, per allontanarci da questi capricciosi pretesti, un gruppo di giornalisti dell’Argalam, (Associazione Interregionale Giornalisti Agricoltura – Alimentazione Ambiente - Territorio rurale, dell’Abruzzo- Lazio – Molise ), i giornalisti verdi, il cui presidente è Donato Fioriti, vice Ugo Jezzi, hanno pensato di dare vita all’AMACA, l’Accademia dei MAccheroni alla Chitarra d’Abruzzo, un circolo enogastronomico per confermare l’amicizia, la tradizione e per il fatto che siamo ricercatori del fare e del gusto. Il pomeriggio, 12 Aprile, alle ore 15, nella sala riunioni della biblioteca della regione abruzzo, a Pescara, si è svolto un incontro dibattito “ Giornalisti, precari a vita?” Sono intervenuti Franco Farias e Donato Fioriti, segretario e vice del S.G.A. Sindacato Giornalisti Abruzzesi,Valentina Bravi, avvocato e Giovanni Rossi presidente nazionale della F.N.S.I.( federazione nazionale stampa italiana). Hanno introdotto il dibattito, Stefano Pallotta, Presidente dell’ordine dei giornalisti d’Abruzzo e Alfredo Castiglione, vice presidente della Giunta della Regione Abruzzo. Moderatore Donato Fioriti. Il dibattito è stato interessante, qualche battibecco immediatamente chiarito, riferimento obbligatorio alle ultime vicende che hanno coinvolto un giornalista di un quotidiano locale. Il giornalismo sta attraversando un periodo burrascoso e facilmente i giornalisti sono querelati. Ci si chiede se esistono ancora il diritto di critica e il diritto di cronaca, che sono entrambi emanazioni dall’art. 21 della Costituzione, il diritto di satira, in breve… la libertà di stampa. A conferma del brutto momento, l’Italia si pone al 57esimo posto, nel 2012, nella classifica di Reporter senza frontiere, su 179 paesi. In Italia la diffamazione deve essere ancora depenalizzata e si fa un «pericoloso uso delle leggi bavaglio». Quindi, al termine di questo dibattito, un gruppo di giornalisti dell’ARGALAM e simpatizzanti, ci siamo trasferiti al ristorante al Pomodoro, a Madonna delle Piane CH, affiliato all’AICS, Associazione Italiana Cultura e Sport. In questa cena di lavoro è stato eletto il direttivo: Presidente Dante Di Francescantonio- Presidente onorario,Giacomo Rossi oltre ai consiglieri ed all’approvazione dello statuto. Lo chef del ristorante, ha avuto un bel da fare nella preparazione dei piatti, perché aveva come clienti questi giornalisti, amichevolmente esigenti, che sanno anche cucinare. Non potevo non suggerire un “tocco” di gusto e consigliare di mettere sugli spaghetti alle vongole, una manciata di prezzemolo tagliato…Accettato…la prossima volta! Piatti delicati, colorati, gustosi, digeribili, innaffiati con ottimo vino. Fra un piatto e l’altro, Gianfranco Tartaglia,in arte passepartout, uno dei piu' noti vignettisti e umoristi a livello internazionale che ha collaborato con il Messaggero, (attualmente insegna all’università Tor Vergata di Roma, Metodologie Alternative di Comunicazione, nella facoltà di Medicina), ha disegnato dei fumetti sui piatti che sono stati regalati ad alcuni presenti alla cena. Ha concluso la cena, una coppa di fragole, ma allungato con dell’ottimo vino pecorino, freddo al punto giusto. Per un paio di ore abbiamo preferito stare lontani dalla cronaca, alla quale in ogni caso, giornalmente, siamo obbligati a dedicarci. Allora, ben venga l’AMACA, che ogni tanto ci farà allontanare dalla quotidianità per farci stare in allegria, con amici e in buona compagnia.
Scritto da : Luciano Pellegrini
Le foto dell'avvenimento sono visibili al link: FOTO
17 aprile 2013
Chieti - C'era una volta...
C’era una volta... la badante ucraina o polacca. Ora quel mestiere è ambìto anche dalle nostre donne, che tornano ad assistere a domicilio anziani e disabili pur di far quadrare i conti. I tempi sono cambiati e oggi si torna a fare mestieri scomodi e difficili, che parevano ormai abbandonati dagli autoctoni per andare a costruire un reddito ai lavoratori stranieri, che per necessità si adattavano a prendere ciò che passava il convento. C’è chi per anni ha sostenuto che “gli stranieri portavano via il lavoro agli italiani”: ora il ciclo si è invertito, sono gli italiani a fare concorrenza spietata agli stranieri. Ho conosciuto di persona ingegneri, architetti e laureati in giurisprudenza, che si ritrovano, magari sposati e con un mutuo da onorare che accettano qualsiasi lavoro pur di arrivare ai mille euro mensili. C’è anche chi si è adattato pure a posare cubetti di porfido. Parlo di gente che ha seguito un percorso formativo per poter scegliere la propria occupazione e che ora non sceglie più, ma accetta ciò che gli è imposto dalla necessità. All’interno della precarietà, è cresciuto il divario tra chi ha un reddito e chi non lo ha. Le famiglie che perdono un “pezzo” di lavoro, come può essere un’occupazione part-time, si trovano in gravissime difficoltà. É la conferma che oggi la priorità assoluta è ricostruire il lavoro come elemento fondante per la crescita di una comunità.Speriamo solo che i nostri politici si decidano a formare un governo che permetta di rilanciare un pò l'economia del nostro paese creando anche occupazione.
nonnoenio
10 aprile 2013
Chieti - M5S, occupato il Parlamento
Il M5S porta avanti la sua battaglia di ritorno alla centralità del Parlamento e chiede a gran voce che le commissioni vengano messe in grado di lavorare: dopo giorni e giorni di richieste cadute nel vuoto i 5 Stelle decidono di passare alle azioni eclatanti. Ieri, in segno di protesta, hanno occupato le aule parlamentari: a fine seduta deputati senatori «grillini» sono restati nell'emiciclo fino a mezzanotte ed un minuto. Giovedì mattina la protesta si ripeterà nelle aule delle Commissioni che i 5 Stelle hanno deciso di autoconvocare. Saranno lì, per iniziare a lavorare sui testi delle proposte con una sorta di «commissioni ombra» che diano l'esatta misura del tempo che si sta perdendo invece di fare cose importanti per il paese. Tra queste, per i cinquestelle, non c'è la legge elettorale: però il M5S si è ugualmente messo al lavoro per elaborare una sua proposta che preveda il divieto del doppio mandato, le preferenze, i casi di ineleggibilità e incandidabilità perchè dicono: «Ci sono cose più urgenti da fare» e mettono in cima alle priorità il reddito di cittadinanza e indicano la strada seguita sui debiti della Pa, come esempio di percorso virtuoso da imitare nei prossimi mesi per «lavorare per il bene del Paese». Di certo le elezioni non aiuterebbero, lo considerano una sciagura perchè il suo costo che graverebbe sul bilancio dello Stato.
nonnoenio
05 aprile 2013
Chieti - Facce da saggi
La telefonata di una finta Margherita Hack fa scivolare Valerio Onida, presidente emerito della Consulta e membro del gruppo di lavoro istituzionale nominato da Giorgio Napolitano. Indotto da la «La Zanzara» di Radio24 ad ammettere l'inutilità dei «saggi» e di un dibattito destinato solo a «coprire lo stallo politico», il pesce d'aprile ritardato a Onida piomba nel silenzio ovattato dell'Archivio storico del Quirinale, dove i dieci scelti da Giorgio Napolitano sono riuniti a discutere di riforme istituzionali e priorità economiche. Ma nelle due sale arrivano anche le parole pronunciate dal Capo dello Stato in difesa dei facilitatori: «Non credo si stia perdendo tempo», dice rispondendo indirettamente a Matteo Renzi, tornato all'attacco sul punto. Ma ai giornalisti, che gli domandano se farà nuove consultazioni, il presidente risponde sibillino: «Sapete quello che sto facendo e quello che non farò». Per molti, la conferma che non ci saranno altre consultazioni se lo stallo persisterà e che comunque Napolitano non è intenzionato a ricandidarsi. Peccato che Onida i compensi che riceverà non li considera inutili... li intascherà alla faccia nostra! Questi più che saggi sono solo vecchietti furbi. Di solito un anziano è anche smalziato e non cade in trabocchetti di questo tipo. In ogni caso una cosa è certa un' ITALIA CHE AFFOGA in una mucillaggine di leggi e ordinamenti che la paralizzano che non è in grado ne di governarsi ne di riformarsi, deve essere commissariata se vuole rimanere nel consesso europeo.
nonnoenio
02 aprile 2013
Chieti - Vogliamo un fisco dal volto umano
Gli italiani hanno pagato l’Imu e dimostrato serietà di
fronte a un Fisco la cui architettura seria non è. Le sirene che incitavano
alla rivolta fiscale hanno perso le squame, la coda e la faccia al cospetto dei
cittadini che hanno aperto il portafoglio in un periodo di crisi. Sanno che con
gli avventurieri non si va da nessuna parte. Alcuni amici liberali usano la
parola «sudditi» per questo fenomeno di «obbedienza» che invece io considero
virtuoso, un punto di partenza sul quale ragionare per rifare la macchina
fiscale e cambiare il rapporto tra cittadino e Stato. Il problema
dell’eccessiva tassazione, dello sbilanciamento a favore dell’Erario, è noto a
tutti. Bisogna cominciare a far rispettare lo Statuto del contribuente e
mettere il Parlamento di fronte al fatto che bisogna arrivare a un sistema
tributario semplificato per le persone fisiche e le imprese, con norme certe e
sanzioni efficaci per i furbi che non pagano le tasse. I principi di
democraticità e trasparenza del sistema contenuti nello Statuto sono
palesemente violati, la chiarezza e la trasparenza delle norme disattesa, la
tutela della buona fede del contribuente e molti altri sacrosanti principi
della legge sono calpestati da una selva di norme, deroghe e poteri
straordinari che rendono il cittadino un soggetto in balìa di
un’amministrazione sempre più kafkiana. I nostri politici, oggi, sono tutti impegnati a
tenere in vita i loro partiti, scontrandosi sui “saggi” nominati da Napoletano,
fregandosene delle promesse fatte in campagna elettorale e fra pochi mesi ci
sarà un’altra scarica di imposte per gli italiani da far tremare i polsi: acconto sull’IMU,
aumento dell’IVA e introduzione della nuova Tassa sulla Spazzatura. Le cose
nonostante il voto di febbraio, invece di migliorare sembrano volgere al
peggio.
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