Tre donne hanno in mano il destino dell’Unione europea e dunque quello di noi tutti: Angela Merkel a cui spetta il semestre di presidenza del Consiglio europeo, Christine Lagarde (Bce) e Ursula von der Leyen (Commissione europea). E non è un male, specie dopo aver sentito il primo discorso da leader dell’Ue della cancelliera tedesca. La Merkel ha richiamato all’ordine gli Stati membri, ma soprattutto ha delineato il futuro guardando all’orizzonte e non al pollaio politico. Ha parlato di rigore e di solidarietà verso i Paesi in difficoltà, soprattutto di un’Europa che, se davvero unita, potrà fare da apripista alla ripresa. Ora immaginiamo già la grancassa di chi dipinge come novello kaiser chiunque ci chieda più serietà su spesa pubblica e politica industriale. In realtà passa proprio dal rigore e da un corretto rapporto con i partner l’unica strada che davvero abbiamo per uscire dal pantano. Inutile suonare la grancassa degli slogan: i soldi dell’Europa ci servono e il Mes è il primo vero atto verso quell’Unione politica che in tanti auspicano. In questo senso il sì di Berlusconi al Mes non è un tradimento politico, ma un atto di semplice buonsenso.
@nonnoenio