Ormai ogni 5 anni ce ne dobbiamo cuccare uno. E' risaputo che non sono prevedibili e possono capitare dovunque, ma è invece certo il fatto che in Italia ogni qualvolta avviene una scossa sismica si finisce per contare morti e feriti e assistere alle solite gare di solidarietà per scavare per tirare fuori qualcuno ancora vivo. Il perché è presto detto: in un territorio come il nostro, classificato ad alta sismicità, non vi sono mai stati seri piani per la messa in sicurezza delle abitazioni. Anzi, al contrario c’è chi per decenni ha speculato sulle disgrazie della gente. Il Governo precedente alla fine aveva stanziato un miliardo per affrontare il rischio sismico. Un’inezia pensando alla valanga di miliardi, solo in quest’ultimo periodo, che è stato dirottato in salvataggi bancari o nel ripianare i conti in rosso di enti ed amministrazioni. Inoltre, ai danni di una politica che non ha saputo pianificare ne spendere con giudizio sul fronte della messa in sicurezza del territorio, si sono sommate le mafie nazionali e locali che hanno fatto il resto saccheggiando i fondi in arrivo da Roma. Questa volta Renzi ha promesso da subito sgravi, sostegni, trasparenza e tempi rapidi. Speriamo ci sia questo cambio di passo. Per ora abbiamo assistito al solito codazzo di onorevoli che, con la lacrimuccia in favore di telecamera, si sono stretti commossi alle popolazioni colpite. A fronte di una politica che deve ancora dar dimostrazione di essere cambiata, c’è fortunatamente però un’altra Italia che il suo esame lo ha superato a pieni volti. Da questo sisma esce infatti commovente la grande fotografia della solidarietà collettiva nei confronti degli abitanti dei paesi colpiti. La corsa a donare fondi, sangue e mani con cui scavare è un grande spiraglio di sereno in questa tempesta di morte. Italiani brava gente non c'è che dire politici andatevene via tutti perchè di voi, a prescindere dal vostro colore politico, c'è sempre meno bisogno o almeno, per favore, statevene a Roma.
26 agosto 2016
23 agosto 2016
Chieti - Il posto fisso non abita più quì
Finiti i benefici degli sgravi fiscali si offrono contratti a scadenza. Con un aumento dell’apprendistato Il posto fisso non abita più qui, nemmeno in Abruzzo. Un’evidenza, per la verità, nemmeno nuovissima ma rimarcata con forza dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio del mercato del lavoro.Vi erano stati segnali molto incoraggianti nello scorso anno che, però, alla verifica a distanza di 12 mesi non si sono confermati. Vediamo il perché: la precedente normativa, per le assunzioni effettuate entro il 31 dicembre 2015, favoriva i datori di lavoro. Come? Consentiva uno sgravio totale triennale dei contributi dovuti all’Inps. Il tutto entro un limite massimo di 8000 euro all’anno. La legge di Stabilità ha ridotto il periodo massimo di sgravi a 24 mesi e l’esonero del versamento ha subito pure una notevole sforbiciata: il 40 per cento dei contributi previdenziali sino ad un massimo di 3200 euro all’anno.Tutta questa premessa per dire che il forte calo dei benefici contributivi si è subito riverberato sulle assunzioni a contratto indeterminato.
@nonnoenio
10 agosto 2016
Chieti - Cancro alla Prostata, come bruciarlo ?
Una sonda robotizzata ad altissima precisione che emette ultrasuoni in grado di aumentare la temperatura delle cellule maligne fino a «bruciare» anche i più piccoli focolai tumorali. È l’innovativa apparecchiatura di ultima generazione in funzione all’Irccs Inrca-Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani di Ancona, con cui vengono eseguiti i primi interventi in Italia di terapia focale localizzata contro il cancro alla prostata. L’apparecchiatura Focal One è stata presentata oggi alla presenza del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, di Giampaolo Giampaoli, Fondazione Cariverona e della direzione strategica dell’Inrca.Unica sul panorama nazionale, unisce la tecnologia a ultrasuoni focalizzati ad alta intensità Hifu - High Intensive Focused Ultrasound - impiegati nella cura di diversi tipi di carcinomi, a un sofisticato sistema di puntamento che permette di salvaguardare i tessuti sani.L’acquisto, del valore di 1 milione e 155 mila euro, è stato possibile grazie al finanziamento del ministero della salute per un importo pari a 400 mila euro, di Regione Marche e Fondazione Cariverona con 200 mila euro ciascuno.C'è d'augurarsi che ne vengano installati diversi e in più regioni d'Italia perchè questo male incomincia a preoccupare i maschietti che hanno passato i 50 e che ogni volta che vanno a fare l'analisi del sangue la prima voce che guardano è il PSA.
@nonnoenio
03 agosto 2016
Chieti - Don Stefano, 40 anni dedicati ai fedeli
C'era una volta, un gruppo di ragazzi che dopo aver studiato per un anno intero, fino spezzarsi la schiena, si diplomavano con ottimi voti, all'esame di stato presso l'ITIS Luigi di Savoia nell’anno 1966. Quell'anno in commissione d'esame c'era il professor Monaco, un tipo alquanto originale, che pretendeva conoscere cosa avevi capito di quello che avevi studiato non quante cose avevi quell’anno studiato. Quell'anno, che fu considerato da molti infausto e triste, bocciò quasi il 90% degli iscritti all'esame di chimica. Io fui uno di quelli che lo superarono con una media altissima del 9 pieno, ma ci fu un altro che ebbe un voto superiore al mio un certo Adriani Stefano. Tanti anni sono passati da allora e tante strade sono state con successo percorse dai ragazzi di quella covata, la 5°A. Non mi sarei sorpreso di rivedere i compagni di allora, felicemente pensionati dopo carriere luminose nell'ambito dell'industria privata o in quella pubblica. Di Stefano Adriani, non mi sarei sorpreso neanche se avesse fatto l'astronauta e fosse sbarcato sulla luna o avesse partecipato ad una delle missioni per farla avverare. Giorno 31 luglio ho scoperto che dopo averci lasciato si era poi laureato dapprima in Scienze Biologiche e dopo essersi occupato come ricercatore nelle acciaierie di Terni, si era poi laureto poi in Teologia e Filosofia per prendere, seguendo l'esempio di Don Bosco i voti.
Nel 31 luglio del 1976, fu ordinato sacerdote nella sua Casalincontrada. Da allora Don Stefano, 69 anni, cresciuto nel mito di Don Bosco, che lo ha portato tra i Sale4sian, verrà mandato in giro per l'Italia, ma non romperà mai il legame con Caslalincontrada, dove vive la sua famiglia. Domenica scorsa, il paese e tutti i suoi amici hanno voluto ricambiare il suo affetto, con una festa per celebrare i suoi 40 anni di sacerdozio. Tutti hanno voluto partecipare alla messa pomeridiana celebrata da lui insieme al parroco Don Enrico D'Antonio. Erano presenti tutti i sindaci che si sono succeduti dal 1976 ad oggi per festeggiarlo e omaggiarlo di una targa ricordo dell'avvenimento in cui Don Stefano viene definito "Un uomo di grande saggezza e cultura mai ostentata ma messa al servizio di Dio e degli uomini". Don Stefano non possiede una macchina perchè è un camminatore instancabile e lo si vede spesso girare a piedi per incontrare e stare con la gente e mettersi al servizio degli altri.
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