I dati diffusi dal Viminale ci dicono che furti, rapine e violenze sono in calo. La cronaca dei giornali e ciò che dice la gente invece delinea una fotografia esattamente opposta. Chi ha ragione? Inutile girarci intorno: il fenomeno criminoso è in aumento ed i cittadini hanno paura. Ma spesso non denunciano gli atti di microcriminalità poiché sanno che i malfattori non faranno un giorno di galera e verranno subito liberati. Se poi va davvero male, se li troveranno ancora davanti alla porta di casa più incattiviti. Un errore, ovviamente, il subire una violenza o un sopruso senza denunciare, ma come dar torto a chi è sfiduciato dal sistema giustizia? Gli ultimi episodi avvenuti in città e provincia, le ultime rapine violente in casa, sono soltanto l’ennesimo capitolo di questo triste copione che sembra al danno aggiungere la beffa: ladri, rapinatori, persone accusate di violenze sessuali, sono individuati e subito rilasciati. Ebbene in questi giorni, complici le gesta del papà dell’ex premier (ma questo benedetto uomo, visto il ruolo del figlio, perché non si è dato una calmata? Ma questa è un’altra storia...), si sta tornando a parlare della riforma della giustizia. Ora, giustissimo affrontare il tema del ruolo dei magistrati e dei loro legami con la politica, delle fughe di notizie dalle Procure e di un sistema in cui l’avviso di garanzia equivale ad una condanna. Temi importanti, poiché hanno ricadute sul destino stesso del governo e dunque sulle riforme che dovrebbero ridare slancio al Paese. Ma intanto, ciò che preme ai cittadini è un sistema che li difenda davvero: con tempi certi nei processi e con i delinquenti che dopo aver subito la giusta e sacrosanta condanna scontino davvero la pena a loro inflitta.
18 giugno 2017
05 giugno 2017
Chieti - Gabriele Di Meo 82 anni
Gabriele Di Meo 82 anni, nato a Casalincontrada CH, nell’ adolescenza ha svolto attività lavorative in settori diversi. All’età di dieci anni, la passione per la musica ha consigliato i genitori, a fargli prendere lezioni da un insegnante di musica del luogo, Isidoro Malandra, specializzandosi nelle percussioni. Ha suonato circa sette anni con la banda di Chieti con il maestro Vagnozzi. È emigrato in Francia lavorando in una fabbrica di ceramica. Questa esperienza è durata poco tempo. A venti anni, rientrato al suo paese, decise di aprire un locale a Chieti, l’attuale, iniziando il lavoro di barbiere. Oltre alla musica, ha una disposizione artistica per la poesia ed il disegno. Dal 1990 partecipa a concorsi di poesia dove ha vinto numerosi premi ed ha guadagnato tanti riconoscimenti. Nel 2015 ha vinto il primo premio a Terni con la poesia NEL LENTO TEPORE. Gli è stato assegnato a Vasto CH, un riconoscimento di poeta benemerito, sino all’anno 2018.
NEL LENTO TEPORE
Nel lento
Tepore del giorno
odo un tono di voce
farsi canto
E la sera è silenzio
E pace tra le ombre.
Mia madre
china al tramonto,
cattura fasci di luce
e grappoli di memoria.
@LucianoPellegrini
03 giugno 2017
America First
In una conferenza stampa ha annunciato al Mondo di rigettare l'Accordo di Parigi. «America First»: i soldi di oggi valgono più della vita di domani. Trump l’aveva promesso e ha mantenuto la parola: ritira gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. In un discorso di una trentina di minuti, pronunciato in diretta davanti alle televisioni, ha annunciato al mondo che l’Accordo di Parigi sul clima, firmato da 195 nazioni, non può essere accettato dagli USA perché troppo penalizzante. Ha spiegato quanto guadagnerà di più l’America senza le pastoie di Parigi, enunciando miliardi di PIL in più e milioni di nuovi posti di lavoro. Poi ha accusato Cina e India di aver ottenuto dall’Accordo di Parigi condizioni favorevoli solo per loro e a danno degli Stati Uniti. Insomma, dicendo che il trattato va rivisto completamente, Trump ha girato le spalle al Mondo e al suo futuro.
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