Chi scivola sui calzini «rattopati» o viene invitato a «un’evento», chi discetta di musica e di «melodie disciendenti» o «aquista» un trolley nuovo fiammante. Il florilegio degli errori ortografici nei quali sono inciampati gli aspiranti maestri veneti nel «concorsone» avviato nel maggio scorso, coinvolgendo 175 mila candidati in tutta Italia, farebbe rivoltare Dante nella tomba. A svelare in modo impietoso quanto fallace sia la grammatica messa in campo dai futuri insegnanti è stato, dalle pagine del Corriere del Veneto, uno degli esaminatori chiamati a valutare le prove sottoposte ai giovani. Lo scritto ha bocciato nella regione al primo turno il 53% dei partecipanti, ammettendo all’orale solo 1.604 dei 3.410 candidati. Sono state sette le commissioni che si sono insediate per correggere i compiti, un lavoro durato mesi e concluso con la pubblicazione delle graduatorie. La correzione dello scritto è stata la più dolorosa, almeno per i cultori della lingua italiana, costretti a dribblare continuamente ‘orrorì grammaticali di ogni tipo. Gli stessi che vengono corretti anche ai bambini delle scuole elementari, le medesime in cui le maestre dovrebbero trasferire la cultura appresa.
nonnoenio