La vogliamo finire di continuare a spremere i lavoratori? Il potere d´acquisto continua ad essere falcidiato dall´aumento dei prezzi che è più veloce di quello dei salari, tornati ad essere fra i più bassi d´Europa. L´organizzazione del lavoro è diventata così flessibile che "di più non si può". I lavoratori italiani sono diventati "i più flessibili d´Europa". L´ha detto lo stesso Berlusconi. La maggioranza dei nostri giovani sono costretti a vivere l´insicurezza dei lavori atipici. La regola è accettare un lavoro precario o restare disoccupati. Per il loro futuro non sono in grado di progettare l´acquisto di una casa, avere famiglia e figli. Come senon bastasse secondo uno studio Censis-Unipol, il 42% dei giovani tra i 25 e 34 anni andrà in pensione intorno al 2050 con meno di 1000 euro al mese. Poi volete mettere gli sfasci della legge Fornero sulle pensioni? In principio erano solo gli esodati. La riforma Fornero, lacrime a parte, è la legge delle disparità e delle ingiustizie sociali. Tutti contro tutti: anziani contro giovani, donne contro uomini, lavoratrici del privato contro quelle del settore pubblico. E nel 2016, le differenze saranno ancora più marcate, dal momento che le donne nel lavoro autonomo dovranno lavorare ben 22 mesi in più per la pensione. Uno «scalone» che di fatto ha già spinto, chi ha potuto, alla grande fuga dal lavoro. Nata sull'onda lunga della crisi economica, addolcita dalla promessa di una spending review che avrebbe colpito tutti i privilegi, benedetta dalla Germania della Merkel e spinta dalla inesorabile legge dello «spread», la riforma Fornero, mese dopo mese, mostra invece tutte le sue crepe. E soprattutto ribadisce un principio sacrosanto: non si possono fare le riforme utilizzando le pensioni come il bancomat privilegiato per risolvere i problemi della finanza pubblica. L'errore più grosso commesso dall'ex ministro del governo Monti è stato proprio questo. Se ne è reso conto per tempo il presidente dell'Inps, Tito Boeri, che non a caso ha presentato, subito dopo la legge di Stabilità, le sue proposte per mandare in soffitta la Fornero e varare un sistema più equo. Missione fallita dal momento che Palazzo Chigi non ha trovato le coperture finanziarie necessarie. Ma il tema resta tutto sul tappeto e, quest'anno, con le regole entrate in vigore proprio il primo gennaio, diventerà sempre più pressante. È vero che, in quasi tutti i Paesi occidentali, le regole per andare in pensione sono state modificate per adeguarle all'innalzamento dell'aspettativa di vita. Ma questo non giustifica il fatto che il nostro sistema sia quello più duro a livello europeo e che i sacrifici chiesti agli italiani stiano diventando insostenibili. Oggi, insomma, occorre mettere al più presto mano alla riforma per cambiare le regole del gioco, salvaguardando i diritti di chi ha lavorato per una vita e di chi, invece, si appresta solo ora a farlo. È vero che il tema delle pensioni è già nell'agenda del premier Renzi. Ma, dopo le parole bisogna passare in fretta ai fatti per evitare che la Fornero produca ulteriori danni e, soprattutto, che penalizzi un'intera generazione di pensionati costretti a lavorare sempre di più, e di giovani che, a parità di contributi versati rispetto ai genitori, otterranno pensioni da fame. Un prezzo troppo alto per un Paese che vuole continuare a investire sulle giovani generazioni e, quindi, su se stesso.
@nonnoenio