Ci risiamo. Si è appena chiuso il caso «Sea Watch», con tutto lo strascico di polemiche e carte bollate. Ed eccone un altro, quello del veliero Alex. Più o meno il copione è lo stesso: la nave di una organizzazione umanitaria che soccorre e salva migranti in mare, la prua che si dirige verso un porto italiano, il ministro dell’Interno che chiude gli scali e, infine, l’equipaggio che se ne infischia e approda lo stesso. Con tutte le conseguenze e il rumore mediatico del caso. C’è da giurarci: casi come questi ne vedremo ancora. Anzi: fino ad oggi l’escalation degli sbarchi vietati e del pugno di ferro contro le Ong non ha prodotto nuove vittime innocenti. Ma sarebbe sbagliato affidarsi alla nostra buona stella, sperando che non ci siano incidenti. O, in mancanza di meglio, limitarsi ad aprire i porti e fare finta di nulla. È vero che il problema dei migranti è stato affrontato, dal Viminale, a muso duro. Ma l’ultimo sondaggio fotografa una realtà che non lascia dubbi: il 60% degli italiani è schierato sulla linea della fermezza. Matteo Salvini ha fiutato gli umori e le preoccupazioni dell’opinione pubblica prima e meglio degli altri politici. Ora, però, la strategia dei porti chiusi o/e delle frontiere blindate dalle muraglie rischia di essere insufficiente. Per i 46 migranti bloccati ieri sul molo di Lampedusa, ce ne sono almeno il doppio che entrano ogni giorno dal confine orientale, senza che nessuno se ne occupi. Nessuno può dimenticare come la questione sia stata mal gestita, negli ultimi anni, da tutti i governi che si sono avvicendati alla guida del Paese. Per non parlare, poi, dell’Unione europea che si è semplicemente limitata a voltare lo sguardo da un’altra parte, lasciando all’Italia un’emergenza che non poteva affrontare da sola. Salvini, da questo punto di vista, ha mostrato di saper affrontare il problema di petto, battendosi contro l’immigrazione clandestina sul filo della legalità. Non possiamo, però, rassegnarci ad un braccio di ferro quotidiano ed estenuante fra l’Italia e le navi delle Ong. Nell’ultima settimana è nata l’Europa targata Macron-Merkel, con due donne sulle poltrone più importanti e una Commissione nuova di zecca. Ha un’occasione unica per voltare pagina: convochi una riunione del Consiglio europeo per superare il trattato di Dublino e affrontare- con una strategia di sistema e strutturale- l’emergenza migranti. Solo così potrà dimostrare a tutti, Salvini compreso, di aver superato la lunga stagione dell’incapacità, delle divisioni e degli egoismi.