05 settembre 2012

Chieti - LE PERCOCHE DEL TRICALLE



Lepri- volpi- cinghiali- camoscio- pecore- maiali-galline- polli… dove ci troviamo…? A Chieti, in via dei Peligni125, al quartiere Tricalle, il 3 settembre. Antonio Pieragostino è un coltivatore diretto settantenne che coltiva sei ettari di terreno destinati a frutteto, oliveto, vigneto, erba medica. Ha due figli, Aurelio che lavora in un’azienda per trasformazione di foraggio per cavalli in strada Madonna della Vittoria e Marcello che gestisce un panificio in Piazzale Sant’Anna, sempre a Chieti. Mi ha raccontato Antonio, che inizia a lavorare molto prima del sorgere del sole e termina tardi, verso le ore 22. Il lavoro nella campagna è molto faticoso: arare - seminare - innaffiare - potare - concimare - trattare il raccolto, ma il meno possibile - raccogliere. Insieme alla moglie, Maria Bambina, vende i suoi prodotti al mercato di Piazza Malta a Chieti. Per lavorare la terra, è fornito di due trattori, uno in gomma e l’altro cingolato. Aurelio dopo il lavoro si impegna molto per la campagna, Antonio da solo, anche per l’età, non potrebbe provvedere a lavorare sei ettari di terreno. Ho assistito alla raccolta delle “percoche” a polpa gialla attaccato al seme, specie napoletana. La buccia gialla con riflessi rossastri, un profumo difficile da descrivere ed un sapore dolce, sugoso… Per gustare questo frutto consiglio la ricetta “Dring alla  Iezzone”. Tagliare le Percoche con la buccia e ricoprirle con il vino trebbiano della Cantina di Tollo, in una caraffa di vetro - Unire uno spicchio di limone ed uno di arancia - versare mezzo bicchiere di gassosa Abruzzo Ciavalini di Fara F.Petri CH - mettere una stecca di cannella - conservare la brocca in frigo per mezza giornata. Questa bevanda analcolica a base di frutta, “Percoche” esaltata con l’aroma della cannella, offre a fine pasto un corroborante per sopportare i problemi esistenziali. Sono andato sotto il pergolato e non ho resistito a spiluccare acini di diverse varietà di uva: pergolone, pizzutella, italia che assomiglia molto al sapore del moscato. Antonio produce anche dell’ottimo vino, sia Montepulciano che Trebbiano. Mi sono incuriosito per alcuni alberi con i rami che toccavano il terreno per le troppe mele. Mele di colore verde. Aurelio mi ha spiegato che sono mele per i diabetici… un po’ acerbe ma molto succose. Aurelio mi ha rivelato i problemi che ha subito per combattere l’invasione dei cinghiali arrivati sino all’uscio di casa, animali puzzolenti che non mangiano frutta o altro, ma scavano il terreno per nutrirsi di vermi. Fortunatamente si sono allontanati. Continuando il racconto, le pecore hanno abbandonato il prato dove brucavano perché sono stati assaliti da cani randagi. Ora restano a pascolare vicino l’aia, ma l’erba non è sufficiente. Le lepri e le volpi sono di casa, ma non danno tanto fastidio. Nel mese di maggio è rimasto incredulo nel vedere un camoscio, zampe lunghe, colore marroncino, piccole corna… come avrà fatto ad arrivare in città? Però dopo pochi giorni non si è più visto! Rientrato a casa di Antonio dalla campagna, era il tramonto, non ho potuto rifiutare "l’assaggio" della produzione agricola della sua campagna che ha voluto offrire. Nell’aia, una calda serata autunnale, Maria Bambina, la moglie, ha apparecchiato un tavolo con una bella e colorata tovaglia. Ho iniziato con pane ed olio proveniente dalla spremitura delle sue olive leccino-lonza e salsicce del suo maiale-pecorino, non ricordo di averne mangiato similari al giusto punto di maturazione, con il latte delle pecore, il tutto mandato giù con un Montepulciano di 14 gradi, al profumo di cioccolato e fragola. Come nelle antiche ed allegre tavolate in campagna , questo cerimoniale si è svolto  in un clima naturale campestre di amicizia, sorrisi, allegria, rispetto, educazione, gentilezza, familiarità, disponibilità! Prima di tornare a casa un mezzo bicchiere…di vino cotto invecchiato di 4 anni e quello riserva di 20 anni. Esiste un gesto plateale per mostrare l’apprezzamento di quello che uno mangia e gusta…far ruotare il braccio in senso orario accompagnato con un cenno di assenso della testa e con occhi e bocca gaudenti. Una sola rotazione del braccio indica che è buono, la doppia rotazione che è ottimo. Io e l’amico Ugo abbiamo usato questa doppia rotazione molte volte per ogni assaggio…. Sembra una favola, eppure al quartiere Tricalle, vicino alla città, esiste questo pseudo zoo ed una coltivazione di prodotti agricoli non contaminati. Quanti giovani non hanno mai visto le pecore? La fantasia li porta a immaginare questi animali solo nelle montagne, invece li possono trovare a due passi da casa e sarebbe istruttivo conoscere questi docili e “ fessi” animali, come si nutrono e come seguono il loro “capo gregge…”



                                                         Scritto da: Luciano Pellegrini

                                          Le foto su questo link: FOTO




1 commento:

  1. un bellissimo "spaccato" di vita di campagna. Da noi è facile trovare dei contadini, magari avanti con l'età, che si occupano ancora dei lavori dei campi. Io conoscevo Armando Rocchio che ha dedicato tutta la sua vita alla coltivazione delle "terre" e delle "vacche" alla Madonna della Vittoria, rinunciandovi solo a 88 anni per andare a pascolare e coltivare i prati in cielo.

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