18 luglio 2011

Chieti - Non una stanza, ma un ambiente in cui vivere come a casa propria

In questi giorni d'estate, con le temperature che sfiorano o addirittura superano i 35° si leggono sui giornali locali e nazionali, dei consigli che vengono dati alle persone anziane: bere tanta acqua, starsene in casa nelle ore più calde o recarsi in un qualche suppermercato per sfruttare il fresco dell'aria condizionata. Questo, se gli anziani stanno bene, altrimenti si leggono anche di altre storie terribili, di individui parcheggiati come cose in corridoio nell'ospedale civile di Chieti o addirittura, persone anziane a cui è stato apparecchiato, il pranzo, su un bidone della spazzatura. A parte il fatto che il giornalista deve far roboaere la sua notizia, magari suffragandola con delle foto, per cercare di far vendere il giornale al suo editore, questi fatti spesso accadono e accade qualche volta che questi vecchietti, soli, vengano parcheggiati in geriatria o in altri ospedali regionali, essendo loro diventati, alla loro età, un peso. E' di questi giorni invece un'ottima proposta dell'IDV, per creare delle micro comunità per anziani tramite apposite leggi da far approvare in Parlamento. Voi direte: campa cavallo, sopratutto in un periodo di crisi generalizzata, che per farla rientrare si è pensato di apporre i ticket sui pronto soccorsi, penalizzando i Codici Bianchi di 25 euro cadauno. Questa proposta dicevo, consisterebbe nel creare in città delle micro comunità per anziani, sottoforma di strutture meno ospedalizzate e più residenziali con spazi comuni per la mensa, fisioterapia, assistenza sanitaria e sale per la socializzazione da destinare a queste persone sole con costi di gestione enormemente più bassi rispetto a quelli, che andrebbero a gravare sulla comunità, in un ospedale. A proporne la realizzazione è un disegno di legge presentato da Italia dei Valori: "Quante persone anziane autosufficienti, ma magari non completamente autonome vivono da sole e spesso muoiono da sole oggi?», si chiede il relatore di questa proposta. "Quante hanno una badante con la quale la convivenza è difficile, vuoi per cultura vuoi per motivi di conduzione della vita in comune o altro?». Basti pensare che oggi l'aspettativa di vita si è alzata e le tipologie di anziani che superano la soglia degli 80 anni (se n'è accorto anche il governo che allungherà l'età pensionabile in funzione dell'aspettativa di vita) è molto diversificata, pertanto non si può risolvere tutto con un contributo alle famiglie se queste scelgono di tenere in casa il proprio caro, o con un ricovero all'Ospizio». La via da seguire, sono appunto queste micro comunità: "Si potrebbe valutare se esistono edifici delle Provincie o di altri enti pubblici, da adibire a queste funzioni, dotando i sobborghi o i diversi quartieri della città di piccoli residence dove un anziano che ha vissuto in quella zona potrebbe comunque mantenere tutti i contatti sociali". Si spendono milioni di euro per edifici polifunzionali, per cui sarebbe meglio farlo per realizzare qualcosa che migliori la vita delle persone socialmente più fragili, risparmiando enormemente con i costi di un ricovero.

nonno enio

3 commenti:

  1. dopo una certa età si torna bambini e come tali si deve restare nell'abitat di sempre, con le medesime amicizie, se ci sono ancora aspettando felicemente il domani! Apprezzo tantissimo una iniziativa del genere, ma credo che la "maggioranza" non ci sentirà proprio da quell'orecchio. In questo mondo di "vecchi" ricchi che ci governano non c'è spazio pei "vecchi" che campano solo di pensione!Crucifiggi, crucifiggi!!!!!!

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  2. Una volta questo non sarebbe mai successo, i vecchi, sarebbero rimasti con noi per tutta la loro esistenza e sarebbero venuti in vacanza con noi o altrimenti non si sarebbero neanche fatte. E' solo ripartendo dalla formazione possiamo rimodulare un «pensiero nuovo» rivalutando l'anziano.Necessitano persone capaci di interpretare il presente e guidare una comunità.Perchè è un preciso dovere di un «buon padre di famiglia», stando ad un termine caro alla giurisprudenza, richiamare attorno al tavolo i diversi membri della famiglia per informar loro riguardo l'andamento delle finanze. Ma nel prender provvedimenti non può relegare la nonna in casa a vegetare, vietandole di frequentare il mercato rionale dove è solita andare per scambiare quattro chiacchiere, tagliare la paghetta ai figli, porre un tetto di spesa alla moglie, vietare l'acquisto di carne in scatola per il cane e, come se nulla fosse, viaggiare in barca a vela. Non si può e non si deve. Talvolta, il capofamiglia è un malato cronico, aggrappato ad uno «stile di vita non più permesso» come ad un polmone d'acciaio. Meglio dedicare tempo e risorse ai propri familiari. Formarli e forgiarli affinché possano avere le competenze per sostituire te padre ormai "moribondo".

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  3. In effetti di persone anziane e parcheggiate ce ne sono davvero tante.
    La proposta mi sembra interessante.

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