In questi giorni che dovrebbero rappresentare l'anticamera delle elezioni dove il candidato sindaco di Chieti, della destra dovrebbe azzuffarsi (a parole) spiegando il suo programma elettorale magari denigrando quello dell'avversario non si muove foglia e di programmi neanche l'ombra, solo le zuffe sulla carta stampata. Per il Corso Marruccino la gente non parla di queste elezioni di marzo e sembra che a nessuno glie ne freghi più di tanto. Qualche critica si, ma sul fatto che il comune e la giunta si sono mossi in maniera frenetica per cercare di fare tutto quello che non aveva voluto o potuto fare nei passati anni, che l'avevano visto alla guida di questa città, persino l'inaugurazione dei cessi è diventato un momento importante, tale da essere riportato sul TEMPO. Intanto noi ci ritroviamo il Teatro Marrucino con un mare di debiti, tanti che non si sa niente sulla sua salute e sulle sue sorti future e sulla sorte dei suoi dipendenti; e pensare che i biglietti in abbonamento venivano esauriti in giugno e c'era il tutto esaurito sempre per qualsiasi rappresentazione di prosa o lirica si approntasse. Ci ritroviamo ancora la Biblioteca De Meis, nell'ex ferramenta (spese di affitto che pesano sul comune e sulla collettività come un macigno arricchendo solo il proprietari di questo ex capannone) e nessuno ci dice una parola, su quando e se si riuscirà, un giorno, a riaverla su in città. Ci ritroviamo un Supercinema, l'unico a Chieti, ristrutturato dalla precedente giunta Cucullo, quasi sempre chiuso e con la gente che ha raccolto migliaia di firme per farlo almeno riaprire due o tre volte alla settimana. Adesso è tutto fermo. Ci ritroviamo senza lo Stellario (adesso ci portano a pisciare i cagnolini o si riempie di giovanetti che vi si recano per amoreggiare) unico posto qui sul colle, dove almeno il sabato sera si riuniva una bella moltitudine di giovani che prima passeggiava per il Corso e consumava nelle locande e nei bar cittadini, tanto che la città così rianimata si trasformava completamente. Oggi ci ritroviamo ancora con le macchine parcheggiate nella piazza San Giustino, la piazza più bella della città, pur sentendo a destra e a manca i vari amministratori che in questa legislatura avrebbero dovuto risolvere tutto. Avevano promesso il Corso Marrucino trasformato in un immensa fioriera, ripavimentato a dovere e ce la ritroviamo pieno di macchine, sopratutto davanti alla nuova sede del comune, parcheggiate a destra e a manca e spesso anche sulle strisce pedonali (provate ad andare una mattina per credere ) con i vigili, di solito a coppiola, che non fanno neanche l'atto di tirare fuori il blocchetto e fare loro una multa, neanche alla solita macchina parcheggiata, in curva davanti all'ex palazzo dell'Upim. Se il solo introito sicuro del comune sono le multe, assumiamo gente capace di farle, nella piazza del Pozzo ci sarebbe d'arricchirsi, ogni mattina, tali e tante sono le vetture che in sfregio alle più elementari regole del codice della strada sono lì posteggiate in doppia e qualche volta in tripla fila. Si vanno a fare le multe ai contadini che fanno il mercato in Piazza Malta; è proprio vero che è più facile essere duri con i deboli, tanto quei poveracci sò "cafoni", s'incazzano per un po poi pagano e stanno zitti. Fra qualche giorno forse sentiremo ripetere parole rivolte ai giovani e agli anziani, parlenno poi di casa, lavoro e salute e di quello che può essere utile ad acchiappare dei voti. Gli stessi discorsi ci verranno ripetuti sia da destra che da sinistra e forse anche dal centro. Molto si prometterà di fare e forse qualcosa si farà, ma ora, certe questioni sono come il pozzo di San Patrizio, non finiscono mai. E poiché, come diceva il filosofo Talete da Mileto, se gli Dei ci hanno dato due orecchie e una bocca vorrà pur dire qualcosa, sarà opportuno ascoltare con grande attenzione per scegliere prima e per chiedere il rendiconto dopo.
24 febbraio 2010
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