25 febbraio 2017

Chieti - Maestri, errori e strafalcioni

Chi scivola sui calzini «rattopati» o viene invitato a «un’evento», chi discetta di musica e di «melodie disciendenti» o «aquista» un trolley nuovo fiammante. Il florilegio degli errori ortografici nei quali sono inciampati gli aspiranti maestri veneti nel «concorsone» avviato nel maggio scorso, coinvolgendo 175 mila candidati in tutta Italia, farebbe rivoltare Dante nella tomba. A svelare in modo impietoso quanto fallace sia la grammatica messa in campo dai futuri insegnanti è stato, dalle pagine del Corriere del Veneto, uno degli esaminatori chiamati a valutare le prove sottoposte ai giovani. Lo scritto ha bocciato nella regione al primo turno il 53% dei partecipanti, ammettendo all’orale solo 1.604 dei 3.410 candidati. Sono state sette le commissioni che si sono insediate per correggere i compiti, un lavoro durato mesi e concluso con la pubblicazione delle graduatorie. La correzione dello scritto è stata la più dolorosa, almeno per i cultori della lingua italiana, costretti a dribblare continuamente ‘orrorì grammaticali di ogni tipo. Gli stessi che vengono corretti anche ai bambini delle scuole elementari, le medesime in cui le maestre dovrebbero trasferire la cultura appresa.
nonnoenio

4 commenti:

  1. Caro Enio, ai trattato una cosa spinosa!!!
    Ciao e buon fine settimana caro amico con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Confermo lo sgomento: la maestra di terza elementare corresse, con tanto di matita rossa, a mio figlio la frase "la mia casa a Chieti..." anteponendo una bella H davanti alla A! Il che sarebbe andato bene se per "casa" poteva intendersi il casato nobiliare e se fossimo noi nobili medioevali con feudo assegnato... Ne ridemmo a lungo con mia moglie e poi decidemmo di non farlo notare alla malcapitata (o mal istruita?): pareva brutto.

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    1. e facesti bene, però un bell'impiego statale c'ha sempre il suo porco fascino. Tu pensa quanto bene fecero le brigate rosse agli stipendi dei poliziotti che prima di esse quatambiavano 2 lire al mese mentre oggi sono un posto ambitissimo persino dai figli dei vari caporioni e con un rischio infortunio sul lavoro minimo rispetto ai mille e passa operai che ogni anno muoiono lavorando

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  3. L'ignoranza che vedo soprattutto negli articoli di giornale, dove chi scrive si presume lo faccia per professione, è qualcosa di impressionante. Per fortuna le mie figlie alle elementari hanno avuto maestre molto in gamba e pignole sulla grammatica ma purtroppo sono ormai un caso raro.

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