03 febbraio 2017

Chieti - Europa poco accorta ?


In questo momento fare del male all’Italia significa fare del male all’Europa. Un’equazione che forse gli euroburocrati di Bruxelles, alle prese in queste ore con i conti pubblici italiani, dovrebbero tener ben presente. Perché, un fatto è certo: non siamo né a un passo dal default né sull’orlo del baratro. I fondamentali dell’economia italiani sono buoni. Il risparmio privato è ai massimi livelli. Abbiamo un tessuto produttivo che ha resistito ai colpi della recessione. E negli ultimi sei mesi del 2016 nell’Azienda Italia si era cominciato anche ad intravedere un barlume di ripresa. Questo, ovviamente, non significa che non ci siano problemi da risolvere. O che non dobbiamo fare i conti con uno dei debiti più alti del mondo. Ma significa che l’Italia non è la Grecia. E che è sbagliato distruggere, per qualche decimale di Pil, la reputazione (soprattutto finanziaria) di uno dei Paesi fondatori dell’Unione. Ma c’è di più. E lo dimostra l’accordo siglato proprio ieri a Roma dal premier Gentiloni e dal suo collega libico Fayez al Serraj per contrastare il traffico di esseri umani e l'immigrazione illegale. Un passo che va nella direzione voluta dall’Ue di chiudere la rotta libica per ridurre drasticamente i flussi dal Nord Africa. Un’operazione per la quale, guarda caso, il ruolo dell’Italia è strategico. Insomma, quando serve dare un segnale all’Europa, l’Italia c’è. 

@nonnoenio

4 commenti:

  1. ah, bèh, meno male e poi se tutti capissero che aumentando la bobbolazione il debito diminuisce staremmo tutti più tranquilli. Se si riuscisse a raddoppiare la bobbolazione residente, il debito pro-capite si dimezzerebbe da 40.000 a 20.000, se poi riuscissimo a triplicarla, aumentando i barconi, arriveremmo a 10.000 a cranio e staremmo tutti più sereni

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  2. Ciao Enio, come promesso sulla risposta al tuo commento da me, arrivo qui. Naturalmente sono andato indietro nei tuoi post che mi appassionano sempre. Mi è piaciuto quello sul calciatore e, per quanto riguarda le droghe penso che la cannabis sia il primo passo. Si potrebbe legalizzarla ma non sicuramnte in vendita come le sigarette. Molti dicono che farlo eliminerebbe la vendita illegale e, quando penso che ancora oggi si vendono le sigarette di contrabbando, mi chiedo se non continuerebbe ad essere venduta anche questa droga. Potrei accettarla se considerata come medicina per alleviare certi dolori e, quindi sotto controllo, ma non per altro. Per quanto riguarda l'argomento di questo post sono d'accordo sia con te che con fracatz. Penso che la fortuna dell'Italia è di avere un buon rapporto nel commercio estero. Abbiamo molte medie e piccole imprese che esportano e, pur non avendo dati ufficiali, ritengo che non ci sia un deficit al contrario della Francia che esporta solo aerei ed armi a profitto solo di grandi industrie. Buona domenica a tutti due.

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  3. Indubbiamente l'Italia fa passi importanti per far diminuire il flusso immigratorio d'Africa,in Europa
    Felice martedì, Enio e un caro saluto,silvia

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  4. Speriamo che se ne accorgano altri paesi andrebbero in default se avessero gli stessi nostri problemi

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