12 febbraio 2016

Chieti - Referendum sulle Trivelle Petrolifere


Quando tutti quì in Abruzzo, credevano di avercela fatta e di aver vinto finalmente la loro lotta contro le trivellazioni del mare Adriatico dvanti alla città di Vasto, ecco che il governo tira fuori dal "cilindro magico" un sistema alquanto "truffaldino" stabilendo la data del referendum popolare. E' di questi giorni la notizia che il consiglio dei ministri ha fissato tale data per il 17 aprile, data naturalmente slegata furbescamente dal voto amministrativo di primavera. Questa decisione di chiamare i cittadini al voto in sede separata dalle elezioni, oltre ai sospetti leciti, sta suscitando anche numerossime critiche verso il governo Renzi, accusato da molti di voler favorire il fallimento del referendum per il mancato raggiungimento del quorum. Il decreto riguarda l’indizione del referendum popolare relativo «all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale». «Il governo - secondo Pippo Civati - con questa decisione è riuscito nel capolavoro di fare una scelta doppiamente sbagliata. Non era facile. Senza accorpare referendum ed elezioni amministrative si spenderanno infatti ben 300 milioni di euro dei contribuenti. E pensare che solo fino a poche settimane fa Renzi avrebbe voluto accorpare referendum costituzionale e amministrative: pare che il premier si trovi a suo agio a sguazzare nelle contraddizioni senza alcun pudore.  È chiaro che l’ovvio obiettivo di questa manovra è quello di impedire che si raggiunga il quorum, così da rendere inutile la consultazione. Pertanto mie cari conterranei occhi aperti se no Renzi vi fotte.


@nonnoenio
 

10 commenti:

  1. Io sono totalmente d'accordo nel cercare gas e petrolio nei nostri territori, e cercare di guadagnarci facendolo. Certo, se si trova, il beneficiario deve essere l'Italia e non la compagnia che lo trova

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    1. il problema caro alex e che alla regione Abruzzo, dopo aver tolto le industrie era rimasto solo il turismo, quello estivo e se ci mettiamo a trivellare l'Adriatico a 12 km dalla costa per scoprire se c'è petrolio anche questa "industria" forse andrà persa. Per non parlare degli effetti negativi sull'ambiente marino, ultimamente c'è stata una moria di delfini spiaggiati nei pressi di Punta Penne, impazzitiforse a causa delle "bombe" di profondità che vengono fatte esplodere nel fondo del mare Adriatico. Poi tenuto conto che il "petrolio" che verrà fuori sarà poco "ricco" (presenza di Zolfo)andrà raffinato sul posto perchè a trasportarlo altrove avrebbe un costo troppo "alto" e forse converrebbe lasciarlo lì dove si trova in attesa di eventi futuri. Non ultimo effetto negativo e che le estrazioni sono state affidate a ditte straniere che naturalmente non estrarrebbero il petrolio per NOI italiani e pertanto la ricaduta sulla popolazione, in termini di prezzi della benzina sarebbe pari allo ZERO. I politici locali si sono schierati tutti contro le trivellazioni (a parole)perchè la popolazione (quella che vota) si è espressa per le loro abolizioni.

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  2. Ma vala, Il governo dell'imbroglio sempre e comunque non si lascia sfuggire l'occasione di puntare su 5 votazioni in tempi diversi scommettendo sul fatto certo che gli italiani diserteranno le urne. I referendum decadranno per mancanza del quorum. Ecco il trucco servito sul piatto del truffatore di mestiere.

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    1. ....con questa mossa il governo ha ribadito una volta di più che i cittadini e le loro scelte non contano nulla e vengono puntualmente umiliati. Ormai conta solo il disegno di potere del governo Alf...sempre più.. ano e Renzi

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  3. E intanto il prezzo del petrolio continua a scendere.

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  4. oltre al costo ci devi anche mettere i giorni persi dalle scuole.
    Poi vorrei aggiungere che qui da nojos, a bananolandia il governo e tutti quelli ben pagati perchè si rispettino le regole di gioco se ne strafottono della volontà bobbolare, tanto è vero che nel 1995 il bobbolo si pagò un referendum in cui stabilì che la rai andava privatizzata TUTTA ed invece stiamo ancora ad aspettà però er canone in bolletta è una grande facilitazione.
    Per questo la gente non ci va più a votare, specialmente ai referendum invisi ai caporioni

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    1. Spiace che il presidente del consiglio Renzi non abbia voluto cogliere la vera sfida che il quesito referendario, così come per altri versi i conflitti di attribuzione sul piano delle aree e sulla durata delle concessioni, pongono a chi governa: la necessità di attivare un percorso democratico, di coinvolgere le istituzioni di prossimità e i territori nelle decisioni che li riguardano....

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  5. non ha nessun senso ora ccome ora trivellare il mare per cercare il petrolio, ed è altamente controproducente.Chissà che interessi ha Renzi.

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  6. Questa, come tante altre decisioni prese, la dice lunga su quanta considerazione ha il bimbominchia del "popolo" che governa, del Paese, dei nostri soldi e dello spreco di denaro pubblico.

    Ma d'altra parte, perché meravigliarsi? Mal sopportano il referendum e fanno di tutto per sabotarlo. Poi, semmai dovesse andare pure a buon fine, possono sempre fregarsene come hanno fatto con quello relativo all'acqua "bene pubblico" oppure del finanziamento pubblico ai partiti.

    Perché il popolo, in fondo, dorme... e ben gli sta se è governato da approfittatori.

    Ciao Enio, buona giornata.

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  7. Ero convinto che avresti votato NO anche per i tanti discorsi che abbiamo fatto. Sei un chimico quindi competente sui fattori che causano l'inquinamento. Sei a conoscenza dei risultati dell'ARTA Abruzzo sui liveli di colibatteri e colifecali sulla costa abruzzese. Ti sei reso conto del mare, meglio fogna, a Francavilla al Mare CH. Quindi questo referendum voluto dagli ambientalisti ma propagandato dal PD A VOTARE NO, è inutile, soldi buttati. Tu, attento opinionista, puoi renderti conto delle stupidate che vanno raccontando e purtroppo dei tanti posti di lavoro che si perderanno se dovesse vincere il SI.Segui il blog www.chietiscalo.it dove ho lasciato diversi commenti. (Un amico mi ha inviato questo commento" la costituzione italiana per i referendum prevede, oltre al SI oppure NO, esplicitamente anche la facoltà legittima di non partecipare al voto e per questo motivo esiste, al contrario del voto, il limite del quorum per la validità del referendum stesso".

    IL MIO COMMENTO

    Purtroppo GLI AMBIENTALISTI DEL NO...., invece di preoccuparsi dei "mari italiani" che assorbono ogni secondo scarichi contaminati dalle fogne, torrenti, fiumi, scarichi abusivi, vogliono proporsi per eliminare un lavoro pulito. La speranza è che... o i cittadini italiani non vanno a votare così che non si raggiunge il 50 per cento. O che vinca il NO. La storia dei referendum ha insegnato che quasi mai l’interrogativo presentato, anche se vincente, è stato realizzato. Le concessioni di coltivazione (sviluppo e produzione) dei giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi nel sottofondo marino italiano, sono 69 (dati aggiornati al 29 febbraio), ma la maggior parte di esse sono situate oltre la soglia delle 12 miglia, e non sono quindi interessate alla legge e al referendum. Le società titolari di concessioni di coltivazione di idrocarburi in acqua sono 7: Adriatica Idrocarburi, Edison, Eni, Eni Mediterranea Idrocarburi, Gas Plus Italiana, Ionica Gas e Rockhopper Italia. Notizia segnalata dal sito della Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico.

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