31 marzo 2012

1970, quegli anni ribelli



E' di questi giorni la vendita all'asta dei volantini originali emessi dalle Brigate Rosse in occasione e durante il rapimento del leader DC, Aldo Moro. Ciò è bastato per ributtarci in quegli anni terribili che gli italiani si erano affrettati a dimenticare. Resta oggi ancora la domanda su come sia stato possibile che una fetta consistente di un'intera generazione di giovani (studenti, operai, disoccupati, precari) abbia potuto intraprendere il cammino della lotta armata (seppur in modo casereccio, ma con quali, devastanti risultati!), fino all'annientamento di se e del movimento in generale. Dirà poi Oreste Scalzone, leader di Potere Operaio, dal suo esilio parigino: «L'esistenza di un tumulto sociale che noi tentavamo di organizzare, la teorizzazione della lotta armata, anche se diversa dalle Br, compresi rapine e gambizzazioni, erano tutte cose vere». Effettivamente, il 1977, fu un anno di rottura. Esplosero tutte insieme le rivendicazioni sociali nelle fabbriche con gli scioperi e i picchetti davanti ai cancelli per impedire l'ingresso sia degli operai che degli impiegati con le ronde nelle fabbriche per buttar fuori e sbeffeggiare i "crumiri" che erano entrati di nascosto. Cambiavano le forme e le culture della produzione e del lavoro, crescevano l'automazione e l'informatizzazione e centrale divenne la comunicazione. Dalla catena di montaggio si giungeva al postindustriale. Cambiavano i luoghi di aggregazione, le abitudini e l'aspetto dei giovani. Nascevano le radio libere (fra tutte Radio Alice a Bologna e Radio Città Futura a Roma). Si diffondevano i circoli del proletariato giovanile che metteranno in crisi l'etica del lavoro che aveva caratterizzato i movimenti comunisti del '900. Si radicava il rifiuto della logica dei sacrifici e della linea portata avanti dal sindacato (imposta da Luciano Lama al Congresso dell'Eur) e dal Pci. Lo scontro con la sinistra storica si fece aspro e definitivo soprattutto sui temi legati alla legalità, alla difesa delle istituzioni. Personale e politico non erano più rigidamente separati per cui bisogni e desideri acquisivano dignità di proposta politica così come la critica serrata alle gerarchie. Non più il «tutto politico» del '68 ma l'introduzione di elementi di individualismo, di tensione verso un immaginario «benessere» collettivo. Tutto questo fermento, a volte genuinamente «rivoluzionario», si scontrò con esigenze più «frettolose» di chiudere la partita con lo Stato mediante la diffusione generalizzata della pratica armata. Si sa bene come andò. Dopo il convegno sulla repressione in primavera a Bologna che sancì la buona salute (secondo i protagonisti) del movimento, nel settembre, nel corso del secondo convegno, avvenne l'implosione. Il movimento abdicò all'ala più oltranzista. Rimasero in piedi solo le organizzazioni armate. E anche in questo caso sappiamo come proseguì e finì. L'anno successivo, nel 1978, venne rapito Aldo Moro. Lo scontro raggiunse l'acme ma fu anche l'inizio della fine di una stagione drammatica, peculiare in un'Europa da tempo «pacificata».

nonno enio

15 commenti:

  1. Mi soffermo soltanto su quella "sporca faccenda" di Aldo Moro nel 1978.
    Avevo delle perplessità allora e le ho tuttora.

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  2. @il monticiano

    ho vissuto quella "sporca faccenda" verificatosi in un periodo strano della nostra storia, quando si incominciava a parlare di compromesso storico e la Dc tentava di instaurare un dialogo con l'allora PCI e si pensò subito ai servizi deviati o ad un intervento dei servizi di qualche potenza straniera che non vedeva di buon occhio questo riavvicinamento DC col PCI. Si sono versati poi fiumi di inchiostro sena venire a capo della faccenda. Eliminati con la cattura la manovalanza che aveva messo in atto l'efferato delitto, non si è riusciti a tutt'oggi ad arrivare ai veri mandanti, agli orchestratori di quegli anni definiti "di piombo".

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  3. @lorenzo

    "....ha come scopo quello di abbattere CON LA FORZA la democrazia...."

    ...è una realtà, sancito dalla storia, il fallimento di questo concetto che metteva al di sopra di tutto il proletariato e in fondo alla piramide il presidente della repubblica. La piramide sociale non sorreggendosi sulla punta è irrimediabilmente crollata e del marxismo leninismo è rimasto, invece che di un credo, soltanto delle pagine scritte nei libri di storia. Il comunismo è fallito su tutta la linea e oggi sono pochi gli stati in cui vige un tale sistema di governo. In quegli anni, andando a prendere la metropolitana a Sesto San Giovanni per andare a lavorare a Piazza Durante, non passava giorno che non ci fosse volantinaggio o manifestazione di lavoratori che rivendicavano i "loro diritti". Sesto veniva definita allora come la Stalingrado della Lombardia e tanti erano i lavoratori, per la maggior parte emigrati dal sud, che vi lavoravano.

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  4. ...n on si arrivò così lontano e la prospettiva del compromesso storico s’infranse, dopo una navigazione breve e poco gloriosa, sugli scogli dell’astensione del PCI in appoggio al monocolore democristiano guidato da quel "campione di democrazia" che fu Andreotti tra il 6 agosto 1976 e il 14 gennaio 1978. I complessi e drammatici avvenimenti di questo periodo segnarono la morte dell’unità della sinistra e una netta cesura tra il PCI e le altre formazioni della sinistra.

    Con l’ascesa di Craxi alla segreteria socialista nel luglio 1976, si consumava il definitivo divorzio del PSI dalla tradizione storica del movimento operaio. D’altra parte, i gruppi di una nuova sinistra in via di dissoluzione, il movimento studentesco e parti ancora rilevanti di movimento operaio si opponevano, seppure in modo contradditorio e confuso, contro la prospettiva del compromesso storico.

    L’11 marzo, le forze dell’ordine uccidevano a Bologna lo studente Francesco Lorusso e, il 12 maggio, era la volta di una ragazza di 19 anni, Giorgiana Masi, a cadere colpita alle spalle da un proiettile della polizia del “patriota” Cossiga.

    Sono due episodi tra i moltissimi che restituiscono i contorni di un’orribile catena di sangue e violenza che inanellava le istituzioni repressive dello stato, i corpi separati, il terrorismo nero, la mafia e le grandi organizzazioni criminali, i gruppi armati rossi nonché il frenetico attivismo dei servizi d’ordine nelle piazze, quelli del PCI e del sindacato compresi.

    Intanto, nell’ombra, la P2 oliava e metteva a punto i suoi micidiali ingranaggi, ma questa è una storia recente...

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  5. La nostra italietta purtroppo è sempre stata un torrentello di denaro, più o meno sporco, un fiume di torbidi veleni e un mare di retorica a causa di una unificazione arrivata tardi con U
    un’arretratezza che è inseparabile partner di una borghesia stracciona e cialtrona, il più delle volte classe dominante e quasi mai classe dirigente. Infatti, la strada che ha portato alla costruzione della nazione italiana è lastricata di miseria e impastata di sangue. Il sangue di efferate repressioni di classe, di tre guerre d’indipendenza e due guerre mondiali, di barbare guerre civili e maldestre guerre coloniali uguali a quelle delle grandi potenze imperialistiche solo per i loro immensi orrori. La miseria materiale di un popolo a lungo senza diritti, oppresso dalla fame e dai bassi salari, umiliato dall’emigrazione di massa e la miseria morale di un potere corrotto e corruttore, un potere che ha chiamato “democrazia” ora il trasformismo e ora le consorterie, ora le clientele e ora la massoneria oppure gli intrecci con le mafie, un potere che non ha esitato a ricorrere alla dittatura fascista, al piombo, alle leggi speciali e alle stragi di stato, all’omicidio politico e alla falsificazione.Questa è l'Italia che si affacciava in quegli anni 70, un'Italia che si definiva democratica. I fatti poi poi non sò se le hanno dato ragione in quanto la corruzione e il malaffare hanno continuato ad imperare come se niente fosse successo, l'intervento di mani pulite, che ha cancellato una classe politica che cercava di accaparrarsi quanti più soldi poteva per il partito, sostituita da un'altra, l'attuale, che fa la stessa cosa per arricchirsi personalmente sottraendo ai più, sempre i soliti, quei cittadini, popolo bue, che li va ogni volta a rivotare. Politici che hanno portato l'Italia sull'orlo di un baratro per cui si è dovuti ricorrere ad un novello Cincinnato, quel Monti, che sta entrando sempre più brutalmente nella vita, nel cervello e soprattutto nelle tasche ormai quasi vuote e sfondate dei novelli proletari. Ci hanno fatto intender che questo governo avrebbe risolto tutti i nostri problemi perchè composto da tecnici e non legati ai partiti. Invece ci stiamo accorgendo, giorno dopo giorno che questo è il più politico dei governi che si sono avvicendati in questi ultimi sedici anni durante il quale il deficit pubblico ha superato il limite dell’intera ricchezza nazionale, è formato da persone come Monti che si portano la piena responsabilità dell’attuale crisi globale o come buona parte dei suoi ministri, che si sono nutriti e sono cresciuti all’ombra del pensiero unico della globalizzazione e sono il frutto delle sciagurate ideologie, più o meno “neo”, più o meno “liberiste”, più o ancor più cattoliche, che hanno dominato in questi anni il nostro paese. In poche parole, è come chiedere a un virus di curare la malattia che ha provocato.

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  6. Ciao Enio e buona serata. Voglio evitare ripetizioni di concetti già espressi, per condividere la lucida analisi fatta da Teatino-Doc sull'italietta ed il popolo bue, sulla classe borghese cialtrona e clericale che da sempre appesta la nostra società e sulla miseria materiale di un popolo, a lungo senza diritti.

    Gli anni 70, sono stati quelli che hanno sconvolto le certezze, le ipocrisie, i conformismi che hanno caratterizzato la vita degli italiani nei 30 anni precedenti. C'è una classe operaia in fermento che, per esempio, conquista quello "Statuto dei lavoratori" all'epoca avveniristico, mette in ginocchio il padronato, rivendica salari più alti e di lavorare meno.

    A tutto questo, reagisce con fastidio la classe borghese mentre la politica, come sempre, non è capace di dominare i nuovi fermenti ne di governare la società, se non reprimendola. Non ci scordiamo che i movimenti operai dell'epoca, erano oggetto di furiose repressioni.

    Tutto questo fermento e questa voglia di "cambiare", affascina i giovani. Si, quelli che Lorenzo ama definire "coglioni". Col senno di poi, è ovvio constatare che la lotta armata fu un tragico errore, soprattutto perché danneggiò e lacerò il nascente movimento operaio, la sinistra italiana e la forza del sindacato.

    Ma guardiamo al dopo. E' cambiata qualcosa in quest'italietta? No, e Teatino-Doc ne descrive i tratti salienti, fino ai giorni nostri, al governo dei sobri!

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  7. @Lorenzo
    E' innegabile che qualcosa non va anche in questo sistema capitalistico e di globalizzazone totale,visti gli sconci che si sono instaurati in Italia negli ultimi 20 anni.Colpa l'hanno un pò tutti anche i sindacati (una volta era permesso solo di assumere il 25% massimo di precari in fabbrica della forza lavoro, adesso è la prassi normale, tutti risparmiano sui contributi e via andare..)che hanno permesso che questo sfascio si protraesse e si ingigantisse nel tempo.Lo si fece anche allora per favorire l'ingresso in fabbrica dei giovani, e fù così che incominciò il loro sfruttamento. Negli anni 70 queste cose non sarebbero mai potute capitare, avrebbero messo a ferro e fuoco Roma per molto meno. E' poi diciamocelo c'è un degrado vergognoso della nostra vita pubblica in Italia (ecco quì l'appellativo di italietta ampiamente meritato). Un degrado dovuto a tante cause. Tra di esse, in modo particolare, al sistema in cui vengono assegnati i ruoli di responsabilità pubblica. Il modo in cui «selezioniamo» la nostra classe dirigente pubblica costituisce, a mio modo di vedere, un'umiliazione civile. È probabile che tale sistema di assegnazione degli incarichi pubblici non sia illegale, ma sicuramente è un sistema indecente. Perché è indecente promuovere medici e primari, amministratori e funzionari pubblici, giornalisti e responsabili di reti televisive, professori universitari e consulenti, sulla base delle loro appartenenze tribali (ad un partito o ad una famiglia o ad una lobby). In Campania come in Lombardia, le carriere pubbliche non sono scadenzate dal merito, dalla capacità di sacrificio, dal talento, dal coraggio di innovare, bensì dalle amicizie di cui si dispone, dalle lobbies (affaristiche, ideologiche, religiose) che si riesce ad attivare a proprio favore, dalle contropartite che si è disposti a pagare. Il familismo é il senso comune di molti italiani, il clientelismo è l'ordine naturale delle cose per molti di noi. C'é un'Italia di «notabili» e di «clienti». I notabili stanno in alto e usano il potere per rendere permanente il loro controllo di quest'ultimo. Raccomandano e sistemano l'uno e l'altro, non già perché vogliono «aiutare il prossimo» (come dicono, talora, evangelicamente), ma perché vogliono garantirsi l'elezione (ovvero la possibilità di continuare ad occupare le poltrone che contano). I clienti stanno in basso e usano la relazione con il leader o con il partito politico per acquisire un vantaggio a danni di altri, che quella relazione non hanno o non vogliono avere. «Così fan tutti», ha detto il ministro della Giustizia appena dimessosi, accompagnato dagli applausi di mezzo parlamento. «Così fan tutti» aveva detto un altro segretario di partito quindici anni fa. Davvero «così fan tutti»? Intanto, così non fanno in Europa: ve lo immaginate un politico che si alza, nella Camera dei Rappresentanti inglese oppure nel Bundestag tedesco, per dire che è un suo diritto promuovere la nomina di un primario di un ospedale oppure di una valletta in qualche spettacolo televisivo? E' di ieri la denuncia dell'AD dell'IKEA italiana a Chieti nei confronti di quel parlamentare locale che chiedeva notizie sull'assunzione delle persone, e quì allegava un elenco,da lui segnalate... così noi non andiamo da nessuna parte.

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  8. Ma secondo te, se l'economia riparte stipendi e pensioni verranno adeguati al costo reale della vita?

    La benzina calerà di prezzo? I giovani troveranno lavoro pagato il giusto?

    Non so, secondo me stanno illudendo la gente e con la scusa dell'andrà meglio sforziamoci di tenere le tensioni sociali sopite.

    Ma una vera prospettiva "alla tedesca" per capirci, non sarebbe praticabile in Italia... perchè, come con le pensioni noi dobbiamo fare più degli altri ?

    Cerchiamo invece di ridurre il cuneo fiscale sulle imprese che assume manodopera italiana o che investa in innovazione tecnologica e vediamo per un pò cosa succede.

    Se tutto questo, la riduzione della pressione fiscale dal 50% al 30% e un aumento dei salari non sortisce niente di buono allora si che si potrebbe parlare di spauracchio Italia, di baratro di defoult e quant'altro.

    Finchè non si riesce a costringere le BANCHE ITALIANE DEL CAZZO a prestare i soldi ricevuti quasi gratis dalla BCE agli imprenditori e a quelle persone che necessitano di avere ossigeno per mandare avanti le loro attività non si avrà nessuna CRESCITA anzi non si uscirà mai da quella depressione in cui siamo cascati.

    La FIAT si lamenta che la vendita delle sue macchinette è calata del 40%, ma la gente dove la va a prendere la grana per cambiare autovettura se le industrie chiudono e migliaia di persone finiscono in mezzo a una strada?

    La Cina ha detto a Monti che investire in Italia costa troppo (troppe tasse)altro che articolo 18.

    Io comunque sto con la Camusso e spero tanto, per quelli che ancora hanno un posto di lavoro che l'Art.18 non venga toccato.

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  9. La nostra Italia dopo le dichiarazioni della Fornero sulla riforma del mercato del lavoro è come un blues ll blues, per chi no lo sapesse, è una forma di canto che gli schiavi afroamericani ripetevano all'infinito lavorando nelle piantagioni. Era unamusica dai toni che esprimevano tristezza, sofferenza, nostalgia. Aveva la caratteristica di ripetere le stesse parole, le
    stesse frasi per una, due, tante volte. Qualcuno pensa che fosse per ribadire il concetto, altri ritengono che servisse a
    prender tempo per improvvisare. Ecco, il malaffare in Italia ha tutte le caratteristiche del blues, perché dà tristezza e
    sollecita la nostalgia di tempi migliori, perché costringe a ripetere le stesse cose (e cioè che quel che succede è una
    vergogna), perché è cantato dalla gente costretta a una sorta di schiavitù, quantomeno psicologica. Il che significa
    sopportazione oltre ogni limite di una vita strapazzata da parte di chi governa e sempre più spesso ignorata da parte di chi
    dovrebbe fare l'opposizione, che invece è bolsa, lenta e inconcludente. C'è tuttavia - e chi lo nega? - chi ha creduto alle
    fiabe e tuttora ci crede, perché gli dicono che cambierà, che le critiche sono frutto dell'invidia, c'è chi farà passare a tutti il
    guado trasportandoli in un eden dove fioriscono gli alberi dell'euro, ville piene di luci e colori, distese di prati inglesi,
    spianate di mari puliti e per chi preferisce darsi da fare, anche lavori da scegliere, a ciascuno il suo, gloria e merito
    riconosciuti, possibilità di salire dal niente al tutto, uomini fatti da sé, arrivati e felici.

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  10. LORENZO, tu non dimostri un bel nulla, semmai confermi ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, quanta "fuffa" c'è in quello che esprimi. Uno che mi viene a dire, a proposito dell'art. 18 "...La situazione in cui siamo oggi non è quella per cui dobbiamo proteggere i lavoratori dai soprusi ma quella per cui bisogna trovare un lavoro qualsiasi alla gente...." fa parte di quell'italietta borghese e clericale di cui parlava Teatino-doc e che io ho condiviso totalmente. L'attacco indiscriminato al mondo del lavoro, la precarizzazione della vita degli individui, lo sfruttamento continuo della mano d'opera, l'arricchimento indiscriminato di alcuni, l'onestà pretesa solo e sempre dai soliti fessi... sono lotta di classe! Anche se siamo nel 2012. Quella che tu e gran parte dell'italietta non avete le palle di affrontare, accontentandovi di un pezzo di pane muffo da mettere sulla tavola, non importa se al costo di umiliazioni e violenze alla propria dignità di lavoratore. E magari, visti i tuoi commenti, a te fa pure piacere una classe lavoratrice non più protetta da "assurdi" diritti che chiami, come tanti in questo fottuto paese, privilegi. Perchè, per te, è un privilegio insopportabile la dignità personale, non dover abbassare il capo tutte le volte che il "capetto" di turno pretende di umiliarti, pensare di condurre una vita tranquilla con uno stipendio o un salario dignitoso.

    Però, nè tu nè la ministra che piange ci spiegate cosa ne sarà di quei milioni di lavoratori oltre i 50 anni che, una volta privati delle tutele garantite dall'art. 18, si troverebbero sbattuti fuori dalle fabbriche e dagli uffici, per essere rimpiazzati da "giovani" a 800 - 1000 euro al mese, se sono fortunati. Né tu né la ministra vi ponete il dubbio che sia la fiscalizzazione del lavoro il nostro grande problema che impedisce alle imprese straniere di investire nel nostro Paese e non i salari alti, visto che sono più bassi di quelli tedeschi, il vostro modello preferito!

    Uno che mi viene a dire che siamo "italietta" perché siamo l'unico Paese occidentale ad aver avuto un partito comunista ispirato dal Pcus mi fa solamente ridere. Sorvoli, vero, sul fatto che siamo anche l'unico Paese occidentale ad aver esportato il fascismo? Che ci hanno preso a modello i tedeschi, per inventarsi il nazismo? Che c'è voluto il mondo civile, quello vero, che a suon di bombardamenti ci ha fatto tornare nel novero dei Paesi dove vigeva la "democrazia"? Che siamo il Paese che per 50 anni, non stanchi del duce, ha votato sempre e solamente lo stesso partito scudocrociato? Che siamo il Paese dove il Papa, comanda prima di tutti? Che siamo, ancora, quell'italietta che per 20 anni di seguito, ha votato un venditore di pentole che ci ha detto "fate come vi pare, tanto l'ho fatto anche io"! Che siamo, alla stregua di paesi da terzo mondo, l'unico Paese occidentale dove le "stragi" di terrorismo sono state quelle di destra, compiute all'ombra dei servizi segreti di Stato? Che siamo, ancora, l'unico Stato dove i politici ed i criminali, siedono in Parlamento?

    E tu, mi vieni a dire che il nostro male è stato il Pci? Vieni a dire che quello che esprimono gli altri, è "fuffa"? Ma fatti un'esamino se ancora ne hai le capacità.

    Buona domenica a tutti.

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  11. Un mio collega è un ex di Ordine Nuovo. Vedi tu.

    Un abbraccio e buona serata!

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  12. E' sempre questione di punti di vista. Personalmente, ritengo cretinetti quelli che non hanno mai parteggiato, quelli che hanno dato il loro voto sempre al miglior offerente o, al massimo, a coloro che il parroco raccomandava dal pulpito (a proposito di bandiera rossa insegnata all'asilo), quelli che hanno dimostrato sempre la massima indifferenza verso ciò che gli succedeva intorno, basta che non veniva toccato il personale orticello. Più di recente, il massimo della cretineria l'hanno raggiunta coloro che hanno votato prima Forza Italia, poi il Popolo dell'Ammore, partito dietro cui c'era il più farabutto dei farabutti italiani. Il massimo, l'hanno raggiunto coloro che hanno votato Lega nord, accozzaglia di cialtroni razzisti, degni rappresentanti di una certa italietta.

    Accusi gli altri di "cretineria" e non rileggi i tuoi commenti. Qua non si tratta di "vecchi leoni" o di trattazioni sociologiche ma di esseri umani, vita concreta, destini delle persone. Dietro le tue belle "teorie" alla Edipo sulle quali faresti molto meglio a documentarti prima di citarle, ci sono esseri umani, uomi e donne, famiglie. Secondo il tuo assunto, per far lavorare i giovani precari, bisogna creare altri precari. Però, vecchi. A parte che è un assunto non confutato da alcuna realtà, dimentichi che i vecchi hanno una famiglia alle spalle, dei figli anche loro precari.

    Secondo te, è sufficiente precarizzare la vita di tutti i lavoratori italiani per farli star meglio e sei talmente "pieno" di queste tue convinzioni che non vedi altra soluzione. Chissà perché, incontro sempre gente "imbevuta" di belle parole pronunciate dal "potente" di turno! Prima c'era l'italietta che ripeteva a pappagallo le parole del Cainano, ora c'è quella che ripete a pappagallo le "dotte teorie" dei "sobri".

    Come affermare che le tasse se ne vanno quasi tutte in "stipendi e pensioni". Te ne fotte se, poi, se ne vanno soprattutto in spese per la politica e le istituzioni, in armamenti, in appalti pubblici inutili come il Tav. Anzi, per te è tutta roba sacrosanta, chi deve fottersi è il lavoratore e il pensionato!

    Sai qual'è il limite della tua "fuffa"? Non essere capace di immaginare un mondo migliore di quello che ti stanno imponendo! Sei imbevuto di stereotipi come quello dei "comunisti" e del "male degli anni 70" e, ripeto, sorvoli volentieri di approfondire che vivi in un Paese dove le uniche stragi politiche sono state di destra con l'appoggio di servizi segreti deviati, dove è esistita "Gladio" in contrapposizione al presunto "pericolo rosso", dove gli unici colpi di stato sono stati quelli di vecchi nostalgici della destra fascista e dove società massoniche segrete hanno e stanno ancora condizionato la vita politica ed economica di questo Paese. Però, per te il "pericolo comunista" è ancora attuale!

    Esci dagli schemi, sei tu che vivi dentro una palla di vetro! E pure senza neve!

    Te la daremo il 13 aprile una risposta! Non ti preoccupare, per fortuna il mondo operaio non è tutta "fuffa"!

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  13. a fronte di questi bei discorsi, voglio esprimere anche la mia opinione sul governo attuale e porre degli interrogativi sulla mala distribuzione delle ricchezze in Italia. A questo proposito, secondo me, le soluzioni di questo Governo sono ingiuste e fallimentari. Non si può tollerare di uccidere di tasse i cittadini poveri e non poter vedere l'eliminazione dei privilegi e degli sprechi. A questo Governo tecnico, subordinato ad un Parlamento ideologicamente eterogeneo non è consentito di decidere liberamente come poter trovare i finanziamenti necessari per superare la crisi economica in atto, può solo imporre pagamenti ai poveri impotenti e non a chi ha sciupato le poche risorse esistenti. Perché viene tenuto in vita un patrimonio statale nonostante sia permanentemente in passività? Perché non si fanno le leggi costituzionali per rendere lo Stato più leggero da un punto di vista economico e funzionale? Perché non si possono imporre, in generale, i pareggi di bilancio salvo casi estremi di breve dilazione? Perché si mantiene in essere un Parlamento numericamente pesante, ingessato, ripetitivo e arcaico? Perché si erogano tanti quattrini ai partiti a un punto tale da non accorgersene neppure se vengono sottratti illecitamente milioni di euro? Se i rimborsi corrispondessero alle spese subite, si eviterebbero gli scandali dei cospicui investimenti, anche all'estero, da parte dei partiti succhia-soldi..Tutto questo avvIene a danno del cIttadInI che non vengono neppur messi nelle condizioni di arrivare alla fine del mese. Si lamentano ruberie e corruzioni, ma questi reati non sono facilitati soprattutto dalla circolazione di troppo denaro illecitamente o facilmente posseduto? Credo sia spregevole sottrarre somme di denaro ai ceti medio bassi super tassati per mantenere in vitai privilegiati, i parassiti e gli spreconi. Chi riuscirà a migliorare questa deprecabile situazione? Questo governo tecnico, la cui nomina poteva essere evitata, avrebbe dovuto eseguire gli obblighi derivanti dalla crisi internazionale e suggeriti dall'Europa, ma non dando credibilità economica attraverso l'aumento delle gabelle a carico dei cittadini già ultra tassati, ma eliminando gli sprechi e facèndo pagare chi ha potuto scialacquare. In altre parole non si vuole far scendere le ricchezze dall'alto verso il basso.

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  14. Questo si sta dimostrando un governo di CACCA se è vero quello che ha detto Polillo alla Sette in TV stasera. Gianfranco Polillo. L'esponente del governo, in forze (senza deleghe) presso il ministero del Tesoro guidato ad interim dal premier Monti, ha sostenuto che per gli esodati (coloro che non prendono più lo stipendio e non ancora la pensione, traguardo che si è allontanato a causa della riforma) potrebbe aprirsi la strada del reintegro in azienda. «Se cambiano le condizioni che hanno legittimato l'accordo con l'azienda - ha detto - secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico, i lavoratori possono chiedere che quell'accordo sia nullo» ha detto. La percorribilità di quest' ipotesi è tutta da verificare, a partire dalla disponibilità ( e dalla possibilità) delle aziende, se ancora attive, o non più in stato di crisi, di riaprire portoni e cancelli agli esuberi. Altro che modifica dell'articolo 18.
    Dai Camusso, siamo tutti con te spaccagli il culo a questa cialtrona di ministro del lavoro...

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  15. @Lorenzo

    i pensionati mica li possiamo ammazzare, pertanto i soldi per pagare loro le sacrosante penzioni vanno reperiti eliminando gli immani sprechi.

    Se la Camusso fosse al posto della Fornero non avremmo tensioni sociali e riformeremmo il lavoro alla tedesca con la partecipazione dei sindacati nella cogestione del tutto.

    Ieri hanno licenziato un operaio extracomunitario con moglie e figli qui da noi, per il semplice fatto che si era fatto la tessera della CGL. In questa fabbrica, adesso sta indagando la GDF, si facevano le 8 ore tenendo impeganti gli operai per 13 oppure 14 ore con turni stranissimi e la lavorazione sembra si svolgesse in condizioni poco salutari.Il "padrone" ha colpito duramente l'UNO per togliere la fantasia agli altri di fare altrettanto... la solita politica del cazzo: devide et impera ed eventualmente affama dopo aver mazzolato... deboli con i forti e forti con i deboli, altro che cinesi...

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