06 ottobre 2011

Chieti - Addio Steve


Jobs aveva lasciato la Apple, la sua Apple, solo qualche settimana fa, il 24 agosto. E questa notte, all'età di 56 anni, ha perso l'ultima battaglia: quella contro il cancro al pancreas che lo aveva colpito una prima volta nel 2004. A comunicare la morte di Steve Jobs è stata la Apple stessa, che ha diffuso la notizia attraverso l'Associated Press. Se ne va l'uomo che ha rivoluzionato la vita di milioni di persone grazie ai suoi prodotti. «Apple ha perso un genio creativo e visionario e il mondo ha perso un formidabile essere umano»: e' quanto si legge sulla home page della Apple dove campeggia una foto in bianco e nero di Steve Jobs con l'anno della nascita e quello della morte: 1955-2011. «Quelli di noi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo abbastanza e di lavorare con lui - si legge ancora sul sito - hanno perso un caro amico e un mentore ispiratore. Steve lascia una societa' che solo lui avrebbe potuto costruire e il suo spirito sara' sempre il fondamento di Apple».

nonno enio

6 commenti:

  1. Un grande uomo. Un pioniere, un genio, un filosofo. Addio grande Steve.

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  2. Abbiamo fatto un pezzo di strada assieme. Il mio primo computer è stato un Apple IIe comprato nel 1985; lo possiedo ancora ed è perfettamente funzionante. Questa sera lo accenderò in omaggio alla tua memoria. Ancora oggi uso solo i computer della Apple, ne possiedo fra vecchi e moderni una decina tutti funzionanti. Grazie.

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  3. Ha cambiato il mondo dell'informatica, con alterne vicende, creando prodotti di qualità semplicità comodità e bellezza che hanno dimostrato la sciatteria e il pressappochismo della concorrenza. Se i nostri figli e nipoti, oggi, studieranno, vivranno, comunicheranno meglio sarà grazie a lui. Rest in peace Steve.

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  4. Il simbolo della mela è stato il primo amore tecnologico e continua ad esserlo da più di vent'anni. Spero tanto in nuovi "affammati e folli" che ci conducano per mano verso il futuro

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  5. Grande Steve....grazie per tutto cio' che ci hai regalato. Una filosofia di lavoro la sua, come non abbiamo oggi nella nostra italietta; laureati non per "sapere" ma per poter "accedere", per il pezzo di carta. Il nostro sogno ? Un lavoro in comune come ingranaggio della burocrazia, o in alternativa guardiano notturno. Poi tutti a piangere che c'è la crisi.

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