20 settembre 2010

Le nostre scuole!

E' di questi giorni una sceneggiata della preside del liceo classico di Chieti, che per forzare la mano alla provincia, manda due classi a fare lezione in Piazza G.B.Vico e poi li mette, il giorno dopo, in un corridoio. Che la sua scuola non fosse a norma come altre centinaia di scuole della regione Abruzzo, lo sapevano tutti e non vi hanno messo riparo per tempo. Alla Gelmini che si è prefissa il compito di riformare la scuola italiana (l'istruzione in Italia) e di portarla a livello europeo in brevissimo tempo, rispondono i PRECARI (gente che dovrebbe avere una cattedra provvisoria e non fissa) che scioperano per rientrare nelle scuole ad insegnare, (sempiterni) spicca la situazione disastrosa delle scuole (intese come edifici) italiane. Crepe, crolli di intonaco in aula e nei corridoi, finestre rotte, bagni sporchi (i bidelli non puliscono più, suonano solo la campanella al cambio dell'ora) e senza carta igienica, palestre malandate, vandalismo e bullismo in aumento(ognuno si sente in dovere di danneggiare un pezzo di scuola e renderla ogni giorno di più simile ad un porcile): il 16% delle scuole non è sicuro e un altro 20% riesce a «strappare a fatica» la sufficienza. Il quadro «allarmante» della sicurezza a scuola emerge dall’VIII rapporto «Sicurezza, qualità e comfort a scuola», presentato ieri a Roma da Cittadinanzattiva, che, tra aprile e maggio, ha svolto sopralluoghi in 82 edifici scolastici di 8 regioni. In materia di sicurezza, osserva Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola per l’associazione, «non è tollerabile strappare la sufficienza. Nessuno salirebbe su un aereo ipertecnologico, ma rattoppato. Eppure per le scuole accade». Il 93% delle aule non ha porte antipanico e le scale di sicurezza risultano assenti nel 29% delle scuole a più piani. Con l’innalzamento del numero di alunni per classe previsto dal ministero, osserva Cittadinanzattiva, preoccupa quello che potrebbe accadere nel caso in cui si dovesse evacuare in fretta. Il 38% delle aule ha finestre non integre, il 20% pavimenti difformi, il 27% prese e interruttori rotti o divelti e un altro 27% cavi volanti. L’intonaco si stacca dalle pareti dei corridoi, dei bagni e delle aule rispettivamente nel 29, 21 e 20% dei casi. Il problema è soprattutto la manutenzione che è carente nel 28% dei casi. E in caso di urgenza, segnalano i responsabili del servizio di prevenzione e protezione, due volte su tre l’ente proprietario non interviene. Poco più di una scuola su 3 (37%) possiede la certificazione di agibilità statica sebbene il 55% del campione si trovi in zona a rischio sismico. Solo una su 4 è provvista della certificazione igienico-sanitaria e solo il 31% possiede quella di prevenzione incendi. Circa il 63% delle scuole ha l’impianto elettrico a norma, nel 2009 era l’80%. E solo il 51% rispetta le norme antincendio. Migliora invece la prevenzione: il piano di evacuazione è presente in tutte le scuole, quello di valutazione dei rischi nel 96%, le prove di evacuazione sono svolte con regolarità nel 93% degli edifici. Ma nel 35% dei bagni manca la carta igienica, nel 39% è assente il sapone, il 68% è sprovvisto di asciugamani. Bisognerebbe sedersi tutti intorno ad un tavolo (rotondo magari) dove ognuno porti un suo contributo e si incominci veramente a fare qualcosa. Non può esserci rinascita della scuola (insegnamento) se questo fra non molto si dovrà fare all'aperto!

6 commenti:

  1. Precari in piazza!!!!!!!!!! Studenti in piazzaaaaaaaaaaa ! chissà perchè quando la sinistra fa una riforma i sindacati, zitti e quieti, non vanno mai in piazza, e quando il centrodestra fa qualcosa, per migliorare l'istruzione eliminado i clientelismi e riduce personale che si ritiene messo lì solo a scaldare le sedie e a tirar sera, c'è sempre un'enorme cagnara? Riflettiamo per favore prima di fare solo casino!

    Gustavo

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  2. il quadro presentato delle scuole italiane è davvero da terzo mondo, spesso anche coloro che le frequentano fanno in modo che tale stato peggiori mostrando di non avere cura per cose che in fondo appartengono a tutti noi. Non ho mai condiviso il paresre di quelli esprimono il proprio disappunto sull'attuale governo e sul ministro Gelmini, le scuole non si sono ridotte nello stato in cui si trovano per colpa dell'attuale governo o ministro ma sono come sono a causa dell'incuria che si perpetua da anni e anni (io mi ricordo che nel 1966, non c'erano ancora le prese a norma e per l'antincendio si poteva utilizzare solo l'acqua; poi vorrei sapere se si è proprio convinti del fatto che la scuola elementare rappresenta "quel poco di buono che fino ad ora è rimasto della scuola italiana", non mi pare che quello che offre la scuola elementare metta in condizioni gli alunni di avere alla fine del corso una ottima preparazione, in fondo la preparazione degli adulti ha radici proprio in quella scuola che doveva dare le basi su cui poggiare tutto il resto.Sono favorevole all'apprendistato con un TUTOR prima di incomimciare a insegnare... e sopratutto le lingue, quelle già dall'asilo !

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  3. Da noi a Chieti la situazione scuole fa semplicemente ridere, se non piangere, scegliete voi!!!! Scuole abbandonate o chiuse, amministratori che si rivelano incapaci (non ne avevamo mai dubitato minimamente), soldi che scarseggiano (bastano appena per pagare gli stipendi di un esercito di dipendenti pubblici e precari), poca competenza, certificati di agibilità che ritardano (nessuno si vuole accollare la gatta da pelare, sai si fà in fretta ad andare in galewra oggi vivaddio!). Risultato: il disco delle scuole è rotto da diversi mesi e gira ripetendo sempre le stesse frasi. Dal terremoto del 6 aprile (tutti speravano di poter spillare soldi allo stato, anche e magari per ristrutturare il comune o le case dei privati una buona volta) poco o nulla è stato fatto. Le scuole materne ed elementari Nolli sono sempre chiuse, con gli alunni sparsi quà e la in altri plessi. E lo stesso vale per la Media Vicentini anche questa inagibile e con i ragazzi costretti a frequentare l’istituto di via Modesto della Porta. il liceo classico invece, grazie alla spiritosa preside, frequenta la piazza antistante la scuola. Tante promesse e tanti impegni al tempo della Giunta Ricci (quella che avrebbe dovuto risolvere tutti i nostri problemi), altrettanti impegni ora con quella Di Primio (staremo a vedere e poi diremo). Di risultati, per adesso, nemmeno l’ombra. Che cosa è stato fatto in 18 mesi dal terremoto dell’Aquila è sotto gli occhi di tutti. In ogni campo: inagibile anche il tribunale di piazza San Giustino, (lo stato ha fatto sapere che soldi non ce ne sono) sempre transennato sul corso e vietato ai fedeli l’ingresso alla Chiesa di San Francesco (questa ho paura che ci vorranno decenni se la si vorrà riaprire, poi bisogna vedere se interessa a qualcuno riaprirla, vista la scarsità di vocazioni e preti vecchissimi costretti a spostarsi da una parrocchia all'altra con grandi sacrifici.....). Chi vivrà, vedrà e c'è solo d'augurarsi che prevalga la ragione piuttosto che le contrapposizioni politiche. A rimetterci saremo sempre e soltanto noi a pensarci bene!!!!!!!

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  4. La cosa triste e' che gli stessi problemi si sentivano anche parecchi anni fa... La cultura non interessa mai alla politica!

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  5. Io non vedo mica soluzione ai problemi delle scuole, sarò anche pessimista ma non mi sembra ci siano reali e concreti impegni in tal senso.

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  6. Protesta dei precari, insegnanti e personale amministrativo e tecnico della scuola, sotto gli uffici del consiglio regionale, a Pescara. Con loro Rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Snals Confsal delle quattro province abruzzesi.

    Alcuni precari si sono incatenati. Sindacati ed insegnanti chiedono alla Regione più risorse e un tavolo di confronto tecnico per affrontare tutte le questioni. "Se non arriveranno le risorse", sottolineano i sindacati, "l'anno prossimo la situazione nella scuola sarà ancora più drammatica".

    Domani, intanto, alcuni di loro effettueranno un sit in di protesta davanti alla sede del consiglio regionale all'Aquila.

    Altro che Precari, questi vogliono il posto fisso per sempre e subito anche se le risorse per pagarli non ci sono più. La manna che sgurgava a più non posso, senza chiedersi se fossero utili o no nell'ambito scolastico si è ormai esaurita... tempi duri per tutti!

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