Niente accordo. Da oggi anche il calcio italiano ha il suo "martedì nero". Se il 29 ottobre 1929 è ricordato negli Stati Uniti per il crollo della Borsa che segnò l'inizio della più grave crisi economica mondiale, il 30 novembre 2010 resterà nella storia del pallone per la decisione del sindacato calciatori di fermare, per la seconda volta nella sua esistenza, il campionato di calcio di serie A nel weekend dell'11 e 12 dicembre (16/a giornata). E' fallito nel pomeriggio, infatti, l'ultimo tentativo di mediazione del presidente della Figc, Giancarlo Abete, quando il sindacato dei calciatori, dopo aver abbandonato il tavolo della trattativa senza ascoltare la sua relazione sulla bozza di sintesi dei due documenti presentati da Lega Calcio e Aic, ha annunciato ufficialmente lo strappo.
Una decisione che ha provocato l'ira del presidente del Coni, Gianni Petrucci: "Lo sciopero è un atto intimidatorio, prepotente e arrogante - ha detto -. Chi mostra i muscoli spesso denota debolezza. Quanto annunciato rappresenta la manifestazione di un'assoluta lontananza dall'attuale momento del Paese e una scarsa attenzione per le sorti del calcio italiano". Nella storia del pallone italiano c'é un solo precedente che risale a 14 anni fa: il 16 e 17 marzo 1996 i giocatori della massima serie si rifiutarono di scendere in campo per protestare contro il mancato rinnovo collettivo, oltre che per questioni legate all'entrata in vigore della Legge Bosman.
Una decisione che ha provocato l'ira del presidente del Coni, Gianni Petrucci: "Lo sciopero è un atto intimidatorio, prepotente e arrogante - ha detto -. Chi mostra i muscoli spesso denota debolezza. Quanto annunciato rappresenta la manifestazione di un'assoluta lontananza dall'attuale momento del Paese e una scarsa attenzione per le sorti del calcio italiano". Nella storia del pallone italiano c'é un solo precedente che risale a 14 anni fa: il 16 e 17 marzo 1996 i giocatori della massima serie si rifiutarono di scendere in campo per protestare contro il mancato rinnovo collettivo, oltre che per questioni legate all'entrata in vigore della Legge Bosman.
Per solidarieta' a queste classi lavoratrici sfruttate e private dei propri diritti,sarebbe giusto scioperassero anche i nostri politici. cosi' non riderebbe solo il pianeta, ma anche tutte le galassie
RispondiEliminaProprio così, noi viviamo un momento estremamente difficile, in una economia senza frontiere, dove preservare il posto di lavoro è già difficile e chi ci riesce deve affrontare, ogni santo giorno, il costo della vita contando i centesimi di euro per arrivare a fine mese, pertanto fatela finita fannulloni della domenica, smettetela di provocare chi lavora veramente, perchè voi siete una associazione di nullafacenti viziati che meriterebbero di lavorare per 1500 euro al mese in qualche miniera di carbone del Cile, per un periodo di tre o quattro mesi e forse solo allora potreste capire quanto siete fortunati!
RispondiEliminanon sarò certo io a mettermi a piangere. Se dovessero campare con quello che spendo io per il calcio, questi signori, dovrebbero tirar giù le reti delle porte e utilizzale per acchiappare pesci per pote mangiare. Strapagati, con un "lavoro" che li fà divertire da mane a sera, scioperano? Cosa dovrebbero fare gli operai della FIAT in cassa integrazione ormai da sempre ? La rivoluzione ??
RispondiEliminaMa come se permette sta massa de cafoni ignoranti di privare del giusto sfogo il valoroso bobbolo tajano che generosamente li nutre ?
RispondiEliminaA volte il bobbolo ha delle reazioni poco simpatiche
@fracatz
RispondiEliminaDato che il sistema ha fatto di tutto, mass media "in primis" di creare dei cittadiini pallone dipendenti, di conseguenza i pedatori sono divenuti degli idoli miliardari e pure capricciosi, vezzeggiati dal popolo bue, corteggiati dalle belle donne. Senza partita domenicale diventa un lutto nazionale. Ci si dovrebbe ribellare e boicottare disertando gli stadi. Forse (ma dubito ) incominceranno a mettere i piedi per terra. Sicuramente è una vergogna nazionale questo sciopero!