31 ottobre 2010

Un paese senza governo


E' una settimana particolarmente nera per il nostro premier, che si trova di nuovo "accerchiato" da accuse e critiche provenienti dal mondo della politica, dalla chiesa carttolica, dal fronte della giustizia, dall'imprenditoria, dal suo alleato Umberto di "Giussano" e da un fedelissimo come Miccichè. Mentre il caso "Ruby" tiene banco l'Italia se ne va a rotoli. Questa settimana l'Unione europea ha tagliato i finanziamenti all'Italia per la Torino-­Lione e per il tunnel del Brennero, perché a Bruxelles ci ritengono incapaci di realizzare le grandi opere del trasporto ferroviario. Quei fondi saranno trasferiti molto probabilmente ad altre nazioni europee in grado di decidere, di progettare opere con un'ottica di medio - lungo periodo, e di sostituire alle chiacchiere interminabili i fatti concreti. Da anni l'Italia è infatti nella più totale paralisi decisionale. Le grandi opere infrastrutturali di cui il Paese ha bisogno sono ferme, e vengono rispolverate solo nei disegni tracciati a pennarello da Vespa a «Porta a Porta» durante le campagne elettorali. Poi più niente, per altri cinque anni. A Napoli e a Palermo l'immondizia selvaggia è riesplosa per le strade e la gente è tornata a strillare per la puzza con le istituzioni locali paralizzate per la mancanza di soldi per pagare la raccolta e lo smaltimento della "munnezza". Nei mesi scorsi la Corte europea ha condannato l'Italia per inadempienza nel risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. Il Commissario UE per l'Ambiente ha giudicato insufficienti le misure messe in atto dall'Italia (il cosiddetto «miracolo» e Bertolaso gli ha risposto di farsi gli "affari suoi") per risolvere il problema rifiuti, e si profila una nuova condanna che comporterebbe oltre al taglio dei fondi europei per i rifiuti (già effettuato) anche pesantissime sanzioni pecuniarie. In Italia la pressione fiscale ha raggiunto oggi il livello più alto mai riscontrato nel Paese, il 43,2% del Prodotto interno lordo. Se si calcolano anche i 120 miliardi di euro di Pil sommerso (e quindi non tassato), le tasse che gravano sugli italiani sono oltre il 50% di quanto viene oggi prodotto. Siamo cioè i più tassati in Europa. Le promesse di nuove aliquote e di una riduzione delle imposte sono rimaste tali, e il governo non ha mai mosso un dito per realizzarle. La pesantissima tassazione si traduce pertanto in un depauperamento degli stipendi, contrazione dei consumi, blocco delle imprese e aumento della povertà del paese. Noi cosa facciamo ? Ci preoccupiamo delle "ciulatine" del Premier invece di spingerlo, come si dovrebbe fare, se fossimo in un paese civile, a FARE invece di chiacchierare inutilmente. Oggi si chiacchiera a destra, si chiacchiera a sinistra e i poveracci stanno sempre peggio. In una sola cosa pare vadano daccordo i nostri parlamentari nel confermarsi la pensione dopo aver esaurito una sola legislatura.

27 ottobre 2010

La FIAT senza l'Italia...

Senza l'Italia Fiat farebbe meglio ma il Lingotto nel Bel Paese ci vuole stare ed è disposto a monetizzare con aumenti salariali l'incremento di efficienza nelle fabbriche, ritenuto come l'anello debole del sistema.

La «provocazione» arriva dall'amministratore delegato del gruppo torinese, nostro concittadino, Sergio Marchionne, che è stato intervistato per la prima volta in televisione da Fabio Fazio a «Che tempo che fa» su Rai 3 l'altra sera. «Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia» ha spiegato il manager aggiungendo che «nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 arriva dall'Italia».
Secondo Marchionne, poi, «Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre».

La Fiat, del resto, ha ripagato «qualsiasi debito verso lo Stato in Italia. Non voglio ricevere un grazie - ha aggiunto - ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria». Il Paese si trova «al 118° posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48° posto per la competitività del sistema industriale. Siamo fuori dall'Europa e dai Paesi a noi vicini - ha proseguito Marchionne - e il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni. Negli ultimi 10 anni l'Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, ma non è colpa dei lavoratori».


Le critiche a Marchionne non si sono fatte attendere: «Senza l'Italia e gli aiuti che i governi italiani hanno storicamente dato all'azienda oggi guidata da Marchionne la Fiat avrebbe già chiuso da anni». È quanto afferma il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. «Il discorso di Marchionne è stato un concentrato di falsità e bassezze, un comizio reazionario antisindacale senza contraddittorio». Voi da che parte vi collocate e cosa ne pensate ?


I Birilli


Sembra proprio che questi “recipienti riempiti di acqua” per localizzare il traffico pedonale, installati dal comune, in Via Toppi a Chieti, vengano spostati da una mano “ nvisibile”, come dei birilli. Eppure vi confesso che una sola persona non può cambiarli il posto, perché sono molto pesanti ed ingombranti. Ma il cittadino residente non accetta questa soluzione. Di giorno il commerciante, di sera il residente, ecco che il gioco è fatto. Il mio diritto di residente è avere il parcheggio sotto casa. Non interessa che posso avere una vettura ingombrante, quasi come un camion. Tu amministrazione mi devi far parcheggiare. Anche se per raggiungere il posto di lavoro devo percorrere poche centinaia di metri, la mattina lo sposto e ti faccio una gentilezza, ma alla pausa pranzo e specialmente la sera, non mi devi rompere le scatole. Io devo parcheggiare…! Non voglio neanche pensare di perdere tempo per trovare un posto più idoneo, collaborare e non rendere impossibile il passaggio, specialmente ai poveri pedoni.

Non si spiega diversamente il motivo per cui questi “pesanti birilli” vengano spostati e trovi le macchine che parcheggiano con poche manovre.Illusione far accettare alle persone un nuovo stile di vita che già è applicato in altre nazioni compreso l’Italia?

Scetticamente penso di si, anche se questi incivili sono pochi. Basterebbe installare delle telecamere e…tutto sarebbe risolto, anche senza la presenza dei vigili.!



Luciano Pellegrini

22 ottobre 2010

Maestra troppo sexy

Una mamma scopre che fra gli insegnanti della figlia, c'è anche una Miss, Ileana Tacconelli, 28 anni, di Chieti, ex reginetta dell'Abruzzo. Proteste a non finire, va dal rettore, cerca di raccogliere firme fra gli altri genitori, ma non riuscendoci ritira la sua bambina dall'istituto che la ospita. Sexy maestra io ? Chiede la Tacconelli: «Quella vita è finita ormai 11 anni fa. Io resto al mio posto, sono tranquillissima». Il trambusto è oltre il cancello del San Carlo, dove ci sono i fotografi, la tivù, il Collegio dell'alta borghesia, trattato come una balera per veline. La velina di ritorno è appunto Ileana Tacconelli, 28 anni, ex reginetta, poi la laurea triennale, oggi la cattedra, ma sempre bella come una miss. Sarà mica una colpa? La ragazza che insegna ormai da tre anni, incurante del trambusto causato da questa mamma invadente, che ha raccattato filmati e foto da Internet per screditarla, ieri mattina, era come sempre in cattedra perché - raccontano i suoi amici - «Ciò che ha deciso di fare e che le piace fare è insegnare ai bambini che adora».

19 ottobre 2010

La notte del Blasco, eravamo in 7 mila


Due settimane fa sono stato al concerto di Vasco... Ore 21.00: si spengono le luci, si accendono centinaia di display di cellulari e fotocamere pronti allo scatto. Ore 21.02: la mostruosa batteria di casse acustiche sospese spara note del Requiem di Brahms che scivolano all’improvviso nel suono lancinante della chitarra di Stef Burns. Poi appare Lui: jeans chiari, maglia nera e giubbotto di pelle, berrettino d’ordinanza e stivaletti texani.

Attacca “Ho fatto un sogno” e la festa incomincia. È uno show ad altissima energia, giocato su volumi e ritmi potenti ma anche su alcune perle acustiche. Tanta energia ma anche voglia di sana malinconia.

Dopo tre pezzi, il primo saluto: «Ciao ragazzi, che meraviglia, siete carichi ?»... Insomma, grandi emozioni , dove un pubblico dai 15 ai 60 anni (io ero un fuoriquota, ne ho 63 ) ha riempito la sala come raramente avevo visto: oltre settemila paganti. Grande musica, entusiasmo a mille, tutto che gira bene, come direbbe, con semplicità, il protagonista: Vasco è in forma, cavalca in continuazione l’asta del microfono per riscaldare un’atmosfera che certi testi e certi ammicamenti rimandano al sesso (per tutto il concerto svolazza gaio sulle ottomila braccia del parterre un grande profilattico gonfiato a mo’ di palloncino). Il palco è tutto nero, semplice ma efficace, e si avvale di due schermi oltre a un fondale su cui scorrono i nomi dei musicisti, poi presentati personalmente da Vasco.

Le canzoni? Un viaggio lungo e completo fra le perle di una carriera trentennale: dai brani storici come “La nostra relazione”, prima canzone del primo album in vinile datato 1978, all’inedito “Ad ogni costo” passando per i superclassici “Delusa”, “Un senso”, “Sally”, fino alla trionfale, transgenerazionale, storica ma sempre emozionante “Albachiara”, che chiude la festa.

Vasco è sostenuto da una band potente e affidabile: Stef Burns e Maurizio Solieri hano chitarre affilate; Glen Sobel alla batteria sostituisce degnamente in tutta la parte finale del tour il titolare (e infortunato) Matt Laug, fondendosi con lo storico basso di Claudio Golinelli. Gli altri - Clara Moroni ai cori, Andrea Innesto ai fiati, Alberto Rocchetti alle tastiere e Frank Nemola alla tromba - completano il sound potente ma anche generoso di raffinatezze che il Palazzetto non riesce a maltrattare del tutto. Perché, finalmente, si può dire di aver “sentito” e non solo “ascoltato” un concerto rock al Palazzetto, distinguendo le parole e gli strumenti. Vasco era arrivato alle 19, con un’ora di ritardo: un «ciao» ai giornalisti poi si barricava nel camerino. «Stasera non ha voglia di parlare» dice la sua personal manager. Non canterà “Vivere” ma questa sera preferisce «restare spento». Per riaccendersi, evidentemente, sul palco, davanti al suo pubblico.


18 ottobre 2010

Passata la festa gabbato lo santo

















Questo Proverbio è attribuito a coloro che, dopo aver ottenuto il piacere richiesto, (cittadini e amministratori) - si dimenticano ben presto del bene ricevuto- (amministratori)!
Non proprio una festa se per oltre un mese siamo stati costretti a respirare gas di scarico, essere sottomessi a rumori, pericolosità, impossibilità di camminare e subire un traffico veicolare abnorme per la struttura della strada di Via Toppi e Via degli Agostiniani. Ma non appena è stata riaperta via Arniense, ho notato che il numero di vetture non è diminuito, probabilmente le persone, sempre sole, hanno scoperto che utilizzare questa scorciatoia è meglio. I vigili, questa mattina, nemmeno a pensarci. Questo ha portato a parcheggi abusivi. Anzi i bidoni dell’acqua che delimitano lo spazio per i pedoni e per non far parcheggiare sono stati in molti spostati. Forse i residenti per crearsi uno spazio o i commercianti? Sta di fatto che è una bruttura vederli così sistemati. E’ vero che è impensabile che ci sia una vigilanza per 24 ore, ma forse non bisogna alleggerire il controllo dei vigili. La maleducazione delle persone è invincibile. Probabilmente sistemare delle telecamere risolverebbe azioni incivili da parte di bighelloni. Nota di cronaca : Come i commercianti mi hanno visto scattare le foto, sono tutti rientrati nei loro negozi ! Mah !
















Luciano Pellegrini

17 ottobre 2010

Vaccino antiinfluenzale

Sono attese per questa settimana le 90 mila dosi di vaccino antinfluenzale ordinate dall'azienda sanitaria per far fronte all'epidemia influenzale che quest'anno potrebbe arrivare in anticipo. Il via ufficiale della campagna di vaccinazione dovrebbe essere per il 15 ottobre, qualche settimana prima rispetto agli anni scorsi. Normalmente l'influenza stagionale arriva a dicembre e raggiunge il suo picco a gennaio-febbraio, ma quest'anno il ministero ha anticipato i tempi della distribuzione dei vaccini in quanto c'è la concreta possibilità che l'epidemia arrivi prima. In ogni caso, anche vaccinandosi con qualche settimana d'anticipo, non c'è alcun problema di copertura in quanto questa durerà parecchi mesi, almeno per tutta la primavera. Anche quest'anno la vaccinazione è raccomanda agli anziani, ai malati cronici e alle categorie professionali a rischio ma in alcuni c'è il timore che il flop e le polemiche dello scorso anno contro l'H1N1 possano dissuadere anche gli «affezionati» al vaccino per la stagionale. Io mi auguro che vengano confermate le adesioni degli anni precedenti in quanto le polemiche hanno riguardato la pandemia, non la stagionale. A livello di copertura vaccinale da noi non ci sono mai stati problemi. Secondo le statistiche l'influenza colpisce una persona su dieci e può provocare notevoli danni sulla salute, soprattutto per chi soffre di una malattia cronica, con il rischio di sviluppare polmoniti prolungate e finire in ospedale.Io essendo cardiopatico, facente parte di cateforie a rischio, ho già prenotato presso il mio medico curante e la faro giorno 28, giovedì, del corrente mese...

11 ottobre 2010

Italiani morti in Afghanistan


Parteciperanno ai funerali i genitori del giovane abruzzese rimasto ferito

Domenico Cornacchia e la moglie Cesidia, genitori di Luca, il soldato ferito in Afghanistan nell’attentato dove hanno perso la vita quattro alpini, parteciperanno domani, a Roma, ai funerali di Stato. Lo ha confermato lo stesso Domenico: “Inizialmente abbiamo avuto un po’ di remore a essere presenti, avevamo pensato di inviare un telegramma. Invece abbiamo pensato che sarebbe stato giusto essere vicini ai genitori dei ragazzi morti per manifestare la nostra solidarietà e vicinanza a persone così duramente colpite. Al loro posto potevamo esserci anche noi e sicuramente ci avrebbe fatto piacere avere la loro vicinanza affettiva”. Domenico e Cesidia giungeranno a Roma con un mezzo che l’Esercito a messo a loro disposizione. Insieme a loro anche un cugino di Luca. Il caporal maggior scelto “ha riportato una frattura del secondo metatarso del piede sinistro, uno schiacciamento della terza vertebra lombare - ma ci riferiscono senza nessun problema motorio, si muove e cammina - e una trauma da sovrapressione da onda d’urto, ma che non desta alcune preoccupazione”. A riferire sulle condizioni è il colonnello Roberto Bramati, portavoce del Policlinico militare di Roma e direttore del dipartimento d’emergenza. Cornacchia, subito dopo l’incidente “è stato soccorso e trasportato in una struttura di terzo livello, con tutte le attrezzature, vicino a Kandahar, e lì si trova tuttora. Rimarrà altre 24 ore in osservazione e poi a seconda delle notizie si provvederà a riportarlo in Italia”. Sono stati gli psicologi a comunicare oggi a Luca Cornacchia la morte dei suoi amici e commilitoni nell’agguato in Afghanistan. La moglie di Luca, che al momento dell’ agguato si trovava a Roma, con il figlioletto, ieri ha raggiunto i genitori ad Avezzano (L’ Aquila), dove tuttora si trova. “È visibilmente sconvolta e non vuole parlare con persone che non siano stretti familiari”, ha confermato la madre di Luca, Cesidia. Proprio da lei ha appreso quello che potrebbe essere effettivamente accaduto nell’attentato. Luca si è salvato in quanto si trovava sulla torretta del “Lince”, il mezzo blindato saltato in aria. Ha anche riferito di aver ricevuto la telefonata del familiare di uno dei soldati che seguiva il mezzo coinvolto nell’ attentato, non ricordando, però, di chi si trattasse. “Mi ha detto che Luca, dopo l’esplosione, è rimasto intrappolato nella torretta e che, a fatica, è stato salvato in quanto i talebani avrebbero continuato a sparare colpi d’arma da fuoco”. Domenico Cornacchia ha inutilmente cercato di mettersi in contatto con il figlio per sapere, direttamente, le sue condizioni. “Nonostante alcuni tentativi dei graduati dell’ esercito, non è stato possibile stabilire un contatto. Forse è giusto così perchè è ancora sconvolto e chiede continuamente della sorte dei suoi compagni. Perchè, si chiede, sono ricoverato solo io?”.


Collaboriamo con l'ambiente


Sul quotidiano Il Centro, di oggi lunedì 11 ottobre, un articolo che forse doveva essere uno scoop: TRAFFICO CAOS, TROPPE MULTE INUTILI, speriamo che sproni le persone ad altre riflessioni. Chi l’ha scritto ha dovuto farlo in quanto stipendiato da questa testata che ama dare certe informazioni inutili per la città e in special modo per le collettività che si sono equiparate ad usi moderni nel rispettare l’ambiente. Il segretario nazionale e regionale dei consumatori, Acai-Consab, Lorenzo Cesarone che dalla foto sembra essere abbastanza giovane, ha convocato niente poco di meno che, una riunione con gli amministratori della città. Vorrei chiedergli dove risiede, se a Chieti o in altra città, e in questa città come è organizzato il traffico veicolare. Desidererei conoscere cosa insegna ai figli sull'ambiente il clima. Dovrebbe essere a conoscenza segretario, che chi reclama, sono pochi cittadini che non avendo niente da fare usano la vettura per andare a spasso. Se non l’ha fatto, legga cosa si è deciso di fare al quartiere Santa Maria. Significativo il residente che per ritirare una ricetta, usa la vettura, pur risiedendo a pochi metri dallo studio medico. Ma ci sono casi in cui anche per fare la pipi, per il caffé al bar, per acquistare il giornale, per non fare pochi metri, usano questo mezzo. Queste persone vorrebbero circolare come vogliono, parcheggiare anche in decima fila, far valere, come stanno facendo caro segretario, i loro diritti. Per lei quali sarebbero i doveri? Me li elenchi! Caro segretario accetti la mia proposta. Ci fermiamo una mattina in un posto e vediamo quante vetture sono occupate da più di una persona. Ci sono città e paesi europei ed extra europei dove si stanno organizzando vetture che trasportano più persone che fanno servizio nello stesso ambiente o in itinere. A Chieti ed altri posti, ciò non è possibile. Lo sa che quasi tutte le città sono sorte duemila e più anni fa? Esistevano i cavalli e le abitazioni sono state realizzate per le loro esigenze. Con il trascorrere degli anni, piano piano, il pianeta si è meccanizzato sino ad arrivare a possedere in una famiglia mediamente due vetture. Lei quante ne possiede? Se abita in un nuovo quartiere è fortunato perché con le nuove leggi abitative hanno dovuto realizzare i posti macchina. Ma se abitasse in centro, quale palazzo le risulta che ha i garage? Per motivi idrogeologici saprà anche che non sempre è possibile scavare. Quindi nelle nostre città antiche già si è fatto molto per trovare dei posti macchina. Perché non insegna ai suoi rumoreggianti amici di usare i mezzi pubblici o di andare a piedi? Lei come raggiunge il posto di lavoro in provincia, e dove parcheggia? Se dovesse utilizzare la vettura occupata solo da lei, incominci a dare il buon esempio, da domani. A piedi o mezzi pubblici. Il pianto dei commercianti è falso, (vedi Rione Santa Maria). I posti macchina servono prima a loro per parcheggiare. Le risulta che ci sono persone che vanno a fare la spesa in altri quartieri? Lei lo fa? Per la “spesa grossa” presso i centri commerciali, giustamente si usa la vettura, perché il carrello è pieno. Quindi dica ai commercianti che i residenti del quartiere vanno a comprare solo articoli giornalieri, il pane, la frutta, la carne, le sigarette…. Se queste persone vanno contro la legge, perché si meraviglia che c’è qualcuno che la fa rispettare? Secondo lei una multa in divieto di sosta è inutile? Si rende conto di quello che ha affermato? La scusa dei mezzi pubblici che non ci sono è un’altra balla. Sarà a conoscenza degli orari verso Pescara, (la cito perché è quella con maggiori passeggeri), e dei servizi pubblici in città. Certamente si deve migliorare per alcuni quartieri e per il servizio notturno e festivo. La manutenzione delle strade come avviene in tutto il mondo bisogna farla. Per un periodo tutti soffriranno. Ma se ci fosse collaborazione ed educazione da parte degli automobilisti, si potrebbe vivere meglio. C’è la vettura che blocca il traffico, la vettura che non ti fa andare a piedi perché loro hanno la precedenza… Lo sa che per sbloccare il traffico pedonale spesso devo fare una forzatura mettendomi in mezzo alla strada, lei lo giustifica? Allora cosa va a chiedere agli amministratori, di realizzare i parcheggi, dove? Ce l’ha una idea da suggerire, ma si informi prima di fare brutte figure! Lo sa perché, si era creato in quel giorno il blocco del traffico? Perché una vettura di un autorizzato con tessera di invalidità, ( sarà vero?), residente nel quartiere Santa Maria, aveva parcheggiato in modo da bloccare il traffico. Dopo circa un’ora è tornato e con indifferenza ha spostato la vettura. Se lei avesse avuto urgenza di transitare perché c’era l’urgenza di trasportare in ospedale un suo parente per un malessere, come avrebbe reagito verso questa persona? Forse l’avrebbe preso a calci, e non sbagliava. Allora, visto che è giovane e vivrà più a lungo di altri e specialmente se deve educare i figli, inizi a collaborare con l’ambiente.



Luciano Pellegrini

Manname un SMS


Ah che vita ragazzi! Ci alziamo la mattina di corsa, andiamo in ufficio di corsa poi torniamo a casa di corsa, mangiamo di corsa per tornare in ufficio di corsa per poi uscire di corsa e fare, finalmente, qualcosa che ci rilassa, magari andare in palestra a correre. Sperando sempre di non incappare in qualche contrattempo tipo il figlio che prima di uscire ti dice: «Papi mi dai un bacino?». «Ehm.. come un bacino? Ma se ti ho appena comprato la play station! Senti dai, adesso non ho tempo.. ti mando un sms dopo dall'ufficio». Perché questa vita frenetica ci porta a non comunicare più. A Milano se non fosse per qualche tamponamento al semaforo, le persone non comunicherebbero mai. Abbiamo imparato a relazionarci con le macchine e abbiamo dimenticato come si parla tra di noi. I nostri ragazzi ormai comunicano solo via sms. Se a un quindicenne dici una frase che supera i 160 caratteri, non ti capisce. A metà frase - sugli 80 caratteri circa - comincia a lampeggiare. Li vedi, questi ragazzini, fuori dal bar accartocciati sui loro telefonini che se li confrontano. Il mio è piccolo, il mio è ancora più piccolo, quello del mio fidanzato è il più piccolo di tutti! (in questo c'è stato un regresso rispetto ai miei tempi). Mi dispiace, ma per fortuna che il mio è un "modello" vecchio ed è "grande" a sufficienza a sentire mia moglie... Oppure riprendono tutto quello che gli succede intorno. A dire il vero il videofonino lo uso spesso anch'io, è utile; puoi fare numeri a caso finché non ti rispondono. O puoi fare numeri a caso finché non ti risponde, magari, una bella gnocca nuda. lo l'altro giorno ho telefonato finché non mi ha risposto una bella gnocca nuda e insaponata che era mezz'ora che cercava di capire come si spegne la telecamera del suo telefonoino. Ma la cosa più fastidiosa sono quelli'che mandano sms anche per dire delle cose importanti... Capisco un sms per dire «ti penso», «ti voglio bene», «togliti che arriva l'autobus»... ma c'è gente che manda sms anche per dire cose che avrebbero bisogno di una riunione di governo. «Ciao - faccina sorridente - ieri sera la nonna è morta - faccina triste - richiamami». Ma fai una telefonata, che ti costa?

09 ottobre 2010

La vita si allunga - Più non autosufficienti

Viviamo sempre di più e questa è una notizia buona. La conseguenza è però che aumentano sempre più le persone che hanno bisogno di essere aiutate nell'ultimo periodo della loro esistenza. Secondo i dati, le persone con indennità di accompagnamento, perché incapaci di deambulare, senza accompagnatore o che necessitano di assistenza continua sono parecchie. Di queste i non deambulanti sono la minima parte, contro la stragrande maggioranza rappresentata da coloro che sono incapaci di compiere autonomamente gli atti di vita quotidiana, come farsi il bagno o andare a fare la spesa. Dietro ognuno di questi casi si nasconde spesso una situazione familiare che si modifica e si plasma sulle nuove esigenze dell'invalido. Solo una minima parte dei non autosufficienti, infatti, è ospite in case di riposo o strutture protette. Parecchi vivno a domicilio e ovviamente nell'assistenza sono spesso coinvolte più famiglie nonché badanti e servizi domiciliari. Situazioni che sono bombe a orologeria non solo per l'anziano o l'invalido, ma anche per chi vi ruota attorno. La situazione della non autosufficienza «è una tra le sfide maggiori che attendono i professionisti della salute e sulla quale bisogna investire non solo in termini gestionali ma anche formativi». Conoscendo la frammentarietà del nostro sistema di sicurezza sociale, le oggettive difficoltà delle famiglie a garantire la continuità assistenziale, lo scarso sviluppo di una filiera assistenziale capace di collegare flessibilmente il domicilio alla residenzialità, la rigidità delle organizzazioni poco inclini a modulare i loro raggi d'intervento forgiandoli sui bisogni delle persone, il forte divario tra quanto allocato ai servizi domiciliari e quanto destinato alla residenzialità, c'è oggi una reale difficoltà di integrare i due mondi professionali (il sociale e la sanità) che sono ancora molto distanti.



Tra i non autosufficienti le femmine sono per numero decisamente più degli uomini e le anziane ultra 65enni sono la maggioranza tanto che la maggior parte di esse rientra nella fascia di età tra gli 80 e i 90 anni. Che a pesare sul bisogno spesso continuo di assistenza sia l'età lo dimostra il fatto che tra gli ultra 90 enni, oltre il 50%, sono titolari del diritto ad avere l'invalidità di accompagnamento e che la percentuale scende al 17,72% nella fascia di età 80-89 anni e al 4,46% in quella 70-79 anni. Ma quali sono le patologie che portano gli anziani a non riuscire più a vivere da soli? La disabilità mentale rappresentano il problema principale nel 41,04% dei casi. Seguono le disabilità riferite a limitazioni dei movimenti articolari (18,54%), le disabilità intellettive (13,83%), le disabilità riferite agli organi di senso (9,37%). Questa la fotografia del mondo della non autosufficienza. La realtà attuale. Ma in futuro? Che la popolazione della nostra Italia stia invecchiando e che in generale sia più che «vecchia» che altrove non è una novità. Alla speranza di vivere più a lungo si associa l'incremento delle patologie cronico degenerative, la prima causa di morte registrata in tutti i paesi industrializzati. Si devrebbe spingere su qualche pedale, sopratutto su quello dell'offerta di servizi (assistenza domiciliare, in primis). Altra questione su cui porre l'attenzione dovrebbe essere che «il bisogno della persona non autosufficiente e il sostegno alla sua famiglia devono essere punti centrali di strategia dell'intervento. Strategia che richiedeerà di essere sviluppata con una rete flessibile di servizi capace di ridurre il gap tra il domicilio e la residenzialità». Infine richiamerei le strutture sanitarie alla «responsabilità professionale» sottolineando come la questione sarà una delle più importanti sfide alla quale ogni organizzazione sarà chiamata a dare risposte.

05 ottobre 2010

Nobel a Edwards - L' ira del Vaticano



A 32 anni dalla nascita della prima bambina in provetta, le ricerche sulla fecondazione artificiale sono state premiate oggi con il Nobel per la Medicina. Unico vincitore è il biologo ed embriologo britannico Robert Edwards, 85 anni e oggi professore emerito dell'università di Cambridge, che nel 1978 ha fatto nascere Louise Brown, la prima figlia della provetta. Un risultato che probabilmente non avrebbe potuto raggiungere senza la collaborazione del ginecologo Patrick Streptoe, morto nel 1988. Forse il Nobel, oggi, lo avrebbe vinto anche lui, ma il più prestigioso dei riconoscimenti scientifici non viene assegnato postumo. La vera vincitrice è comunque la fecondazione in vitro (Fiv), la tecnica grazie alla quale dal 1978 ad oggi sono nati circa 4 milioni di bambini e che ha rappresentato una via per trattare la sterilità, ossia una condizione che secondo le stime più recenti colpisce una coppia su 10 in tutto il mondo. L'idea della tecnica è venuta ad Edwards molto presto, subito dopo gli studi di biologia, negli Stati Uniti, e il dottorato in embriologia, in Scozia. Fin dagli anni '50 ha considerato la fecondazione artificiale una strada possibile per combattere la sterilita' e da allora ha dedicato tutta la sua carriera scientifica e medica al raggiungimento di questo obiettivo. Dopo i primi successi che hanno portato alla fecondazione degli ovociti umani in provetta, il 25 luglio 1978 la nascita di Louise Brown ha segnato il coronamento della carriera di Edwards. La fecondazione artificiale ha continuato ad essere l'obiettivo principale delle ricerche di Edwards, che ha continuato a lavorare per perfezionare la tecnica e, molto spesso, a difenderla dalle numerose polemiche che ha spesso sollevato.

04 ottobre 2010

I Talami dall'Abruzzo in Lombardia


I Talami di Orsogna (Chieti) promuovono il turismo religioso abruzzese in Lombardia. Per la prima volta tutti e sette i carri sono usciti dal paese e hanno partecipato da... co-protagonisti alla Festa patronale della Madonna del Rosario, a Cesano Boscone, in provincia di Milano, alla presenza di migliaia di persone. I quadri biblici viventi, ispirati a scene del Vecchio e Nuovo Testamento, hanno sfilato in occasione della giornata conclusiva della festa. Da Orsogna è partito per la località lombarda un gruppo di 70
persone, in gran parte attori che hanno interpretato le scene sui Talami. L'Abruzzo, cui è stata dedicata la manifestazione di quest'anno, è stato rappresentato anche dal Miracolo Eucaristico di Lanciano, presente l'arcivescovo Carlo Ghidelli. «Insieme ai Talami - spiega il sindaco di Orsogna, Alessandro D'Alessandro - abbiamo portato a Cesano Boscone i nostri prodotti tipici, nonché il peperoncino di Filetto, i confetti di Sulmona, lo zafferano e altre prelibatezze della nostra regione. Voglio ringraziare il sindaco di Cesano Boscone, Vincenzo D'Avanzo, il presidente del Comitato Feste, Salvatore Intino, il presidente dell'Associazione Abruzzese e Molisana, Angelo Dell'Appennino, i quali ci hanno invitati e ci hanno ospitati, facendo in modo che questa complessa operazione (soprattutto per il trasporto e l'allestimento dei carri) non gravasse minimamente sulle casse del Comune di Orsogna. Devo ringraziare - aggiunge D'Alessandro - anche tutti coloro che hanno contribuito a far conoscere le nostre tradizioni a decine di migliaia di persone, come l'Associazione culturale Talami Orsogna, il Gruppo Alpini Orsogna, e i miei colleghi amministratori comunali che hanno partecipato a curare la spedizione, Nicola Pinto, Luciano Di Rado, Marco Di Pompo, e tutti gli altri volontari».

La pedana non c'è più!


Una pala meccanica ha finalmente rimosso, alla Villa Comunale, la piattaforma sottostante la statua di Giovanni Chiarini, utilizzata d'estate per le manifestazioni musicali, che è stata tempo addietro, al centro di animate polemiche e discussioni anche sui blog cittadini. Lo smantellamento del ripiano in cemento è stato effettuato a totale carico di Aceto, attuale gestore della Casina dei Tigli. Tutto era nato due anni fa quando Aceto, a sentir lui, avrebbe "riqualificato", con una spesa di circa 10 mila euro la statua di Chiarini e lo spazio adiacente con una pedana in cemento, utilizzata per gli spettacoli estivi della Casina oltre che per altre le manifestazioni. La struttura, divenuta ormai fissa, è stata da sempre osteggiata da tutti, finchè non è arrivata l'ordinanza che ne ha imposto la rimozione. Era patetico vedere la statua del Chiarini ingabbiata con delle assi di legno (per nasconderla alla vista) durante queste manifestazioni che si sarebbero potute tenere alla Villa in altro luogo, lasciando intatto il monumento.

03 ottobre 2010


Venerdì 1 ottobre, ore 19, presso l’Auditorium Sant’Agostino, (… ex Chiesa di San Pietro, non si sa in quale epoca e perché, è stata trasferita in una zona diversa, quella del Rione Trivigliano- Santa Maria, dove ora sorge il teatro… leggere il mio articolo), è stato convocato dall'Amministrazione Comunale , un incontro su: “Valorizzazione del Quartiere Santa Maria”, per coinvolgere i cittadini su alcuni problemi del nostro quartiere e come questa amministrazione li vuole affrontare. Il traffico è il problema principale.Hanno Partecipato il sindaco-vice sindaco-assessore al demanio-assessore ai lavori pubblici-assessore alla Ecologia ed Ambiente- il consigliere Bucci con delega al centro storicio della città e la comandante dei vigili urbani. Presenti alcuni rappresentanti di associazioni ospitati nella ex caserma Pierantoni e quasi tutti i commercianti. Intervenuti anche una rappresentanza del comitato di quartiere Santa Maria. Il parroco don Michelangelo, ha schematizzato la storia attuale del quartiere che è popolata da 2826 persone residenti.


La comunità è costituita soprattutto da anziani, i quali sentono ancora di più la necessità di poter camminare , specialmente se hanno problemi. Ogni persona, siano adulti o bambini, hanno il diritto di spostarsi a piedi in sicurezza, di respirare aria non inquinata, ed anche le mamme, di passeggiare con il carrozzino. Il geometra Festa del settore lavori pubblici del comune di Chieti, ha mostrato un “quadro” su come potrebbe essere il quartiere senza macchine. Sembra una foto del fine ottocento, inizio novecento, prima dell’invasione di moto e vetture. L’idea è quella di realizzare negozi con tavolini, fiorerie, passeggio, ed io personalmente proporrei anche un piano bar. Ma sono iniziati subito i mormorii da parte dei commercianti, piangendosi addosso. Fortunatamente i residenti, sensibili, hanno mostrato la loro compattezza nella decisione di eliminare il traffico automobilistico; soluzione per altro sperimentata in tantissime città del resto del mondo. Ciò che ci si prefigge è la qualità della vita, contrariamente ai commercianti dove ha valore la eguaglianza:
VETTURE= SOLDI! Niente di più errato!

Non riescono a capire che per prima cosa devono catturare le persone con l’educazione, la gentilezza, i prezzi, quello che offrono, l’estetica del negozio. Se le persone camminano a piedi, attratti ed attirati dalle vetrine, si fermano e se trovano convenienza acquistano. Ma questo processo si innesca solo se le persone hanno la opportunità di vedere e non essere “arronzati” dalle vetture. Oggi si cammina uno dietro l’altro non potendo parlare e raccomandandosi l’anima se si arriva sani a casa. Ma cari commercianti, le vetture parcheggiate tutto il giorno davanti ai negozi di chi sono? O dei residenti comodi o vostre! Considerato che nella zona non si può realizzare nessun tipo di parcheggio per la conformazione geologica del terreno, bisogna sfruttare quelli esistenti. Si può raggiungere il quartiere in pochi minuti. Potete lasciare benissimo la vettura a casa e/o venire al negozio a piedi utilizzando i mezzi pubblici che transitano sia per via S. Olivieri che per Via Arniense. Inoltre, quello che per loro è difficile da capire, è che le persone che frequentano i loro negozi siamo solo e solo noi del quartiere. Vorrei vedere quante persone di Filippone, di Santa Barbara,della Madonna del Freddo, del Tricalle, della Madonna degli Angeli, della Colonnetta, ecc, decidono di prendere la vettura, venire a Santa Maria e acquistare, qualsiasi tipo di prodotti, a meno che non ci siano promozioni particolari o decidiate di regalare la roba. Io ed altri non prendiamo di conseguenza la macchina per andare a fare la spesa negli altri quartieri. Pochi giorni fa al civico, 6 di via degli Agostiniani, il traffico si è bloccato perché una vettura parcheggiata male, rendeva difficile il passaggio ad un mezzo commerciale. Con tanta buona pazienza, ho aiutato l’autista a transitare.

Si fa rientrare il deflettore della vettura, stessa operazione al mezzo, un millimetro a destra, un millimetro a sinistra, ... il mezzo se ne va ed il traffico scorre. Il proprietario della vettura, noto commerciante del quartiere, esce dal portone con una ricetta, sale sulla macchina e se ne va. Questo commerciante, abita a pochi metri dall’ambulatorio. Mi sono permesso di rimproverarlo! Quello che ha dato fastidio è un rappresentante del comitato di quartiere che ha espresso l’idea di eliminare la ZTL, di fare i parcheggi. Dove? Di usare il piano superiore del parcheggio Pierantoni per le vetture, dimenticando un comunicato stampa discusso il 24 settembre 2008.

ARGOMENTO: Il parcheggio nell’ex convento-caserma Pierantoni.



Si è tenuto ieri presso il Comune di Chieti l’incontro tra gli Assessori Valter De Cesare e Mirta Sciocchetti ed i rappresentanti del FAI e dell’Archeoclub, Marco Pretaroli e Gregorio Di Luzio. Il tema della riunione riguardava l’osservazione presentata dalle due associazioni in merito alla variante al Piano dei Servizi che prevede la trasformazione da verde pubblico attrezzato a parcheggio, dell’antico orto murato dell’ex convento-caserma Pierantoni.(leggi articolo allegato). Nella discussione, è uscito fuori il problema dei topi, come se fosse un questione di oggi. Mi sono attivato anche per risolvere questo problema . Sembra che anche l’attuale amministrazione in alcune zone è già intervenuta. I commercianti hanno fatto una giusta richiesta. Quella di poter permettere ai clienti il parcheggio alla Pierantoni, per un tempo limitato ed a costo zero. Si è a conoscenza che questo parcheggio è solo per abbonati, ma se fosse vigilato, si potrebbe consentire l’uso anche ad altre persone. Si è toccato anche l’argomento sulla importanza per la città della ex caserma ed ex convento Adelco Pierantoni. Sono più di due lustri, ( 10 anni ndr), che mi impegno per valorizzare questa struttura, ma senza ottenere risultati concreti. A conclusione dell’incontro, devo fare un apprezzamento a tutti i partecipanti che hanno saputo esporre le loro opinioni in modo civile ed educato e, insieme al sindaco si è anche addivenuti ad una soluzione accettata dalla maggioranza. Quello di iniziare a regolamentare il traffico per poi arrivare alla riqualificazione del territorio, da subito. Per poter lavorare meglio, il sindaco ha consigliato di creare un rappresentante dei commercianti, dei residenti, delle associazioni, così da riunirsi per poter parlare meglio a nome di tutti.



Luciano Pellegrini

02 ottobre 2010

Oggi festa dei nonni


Oggi 2 ottobre 2010

FESTA DEI NONNI

Napolitano: "Meritano gratitudine"

Abruzzo, Pil in forte calo


Abruzzo, Pil in forte calo e cittadini molto più poveri. La Cgil:"Cambiare la politica regionale"

“E’ davvero un calo pesante quello che si è registrato nella ricchezza prodotta in Abruzzo e che l’Istat ha reso noto nel suo ultimo rapporto. Mi riferisco in particolare al fatto che il Pil abruzzese, ovvero la ricchezza che la regione ha prodotto in un anno, ha registrato una diminuzione molto forte, pari al 6,9% nel periodo che va dal 2008 al 2009. Detto con parole più semplici, vuol dire che in un anno la ricchezza prodotta dalle aziende e dai cittadini abruzzesi si è ridotta di oltre un miliardo di euro, scendendo da 28,9 miliardi a 27,7 miliardi. Un brutto calo che ha colpito tutti i settori economici (costruzioni, industria, servizi e agricoltura), con un forte contraccolpo nei servizi e senza che il settore edilizio - sostanzialmente fermo - abbia potuto beneficiare dei lavori promessi e mai partiti di quello che avrebbe dovuto essere un grande cantiere: la ricostruzione dell’Aquila. Un problema, o un’opportunità, che non si può tener distinto dall’oggi e dal domani della regione e che peserà sul futuro dell’intero Abruzzo. D’altra parte non posso non notare che con i ritmi attuali della ripresina o del rimbalzo dell’economia annunciati dal governo ci vorranno soltanto 45 anni per tornare ai livelli del 2008, figurarsi quanti altri ne servirebbero per riprendere a crescere! Ciò che gli abruzzesi pagano non sono soltanto i problemi nazionali e internazionali ma anche il fallimento delle politiche liberistiche che negli ultimi dieci anni le giunte regionali di centrodestra hanno voluto perseguire. Se vogliamo rinascere va cambiata rotta, vanno riprogrammate le spese, le priorità politiche e le scelte di governo. Fatto è che l’ultimo scandalo che ha travolto la giunta abruzzese ha indebolito ulteriormente la fiducia dei cittadini nella politica, aumentandone la disillusione e il distacco. Se Chiodi e la sua maggioranza vogliono davvero risollevare l’Abruzzo è arrivato il momento di cambiare dalle fondamenta la politica regionale, ai tagli e alla razionalizzazione della spesa vanno affiancate scelte coraggiose e un confronto che non può essere di facciata ma che deve coinvolgere tutti gli attori sociali e lo stesso consiglio regionale, a partire dal prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria. Al governo Berlusconi inoltre va chiesto di finirla con il balletto delle cifre, con i finanziamenti promessi e mai arrivati, con i soldi che restano sulla carta e non finiscono mai nelle casse degli enti locali: ci dicano quanto abbiamo di certo da spendere per cambiare il destino di questa regione”.

Il segretario regionale della Cgil Abruzzo
Gianni Di Cesare

01 ottobre 2010

Telecamere & Video Sorveglianza


Il consigliere del PD Renato Di Salvatore ha preso una cantonata.

L’Assessore al Verde Pubblico ed alla Raccolta dei Rifiuti Urbani, Alessandro Bevilacqua, sarà perché giovane o arguto o perché partecipa ai consigli comunali o perché è fornito di una ottima banca dati, non dimentica le cose.

Ebbene alla critica di Di Salvatore per l’installazione dell’impianto di video sorveglianza per debellare il fenomeno della formazione di discariche abusive croniche a cielo aperto, gli ha rammentato la lettera della ex ditta TEMA , quando il centro sinistra governava. Fa parte della natura umana pavoneggiarsi, autolodarsi e per questo ho risposto ad una sua nota sui primi 150 giorni di gestione. Ma ora risolviamo questa situazione che è talmente grottesca, ridicola ed ironica che le Iene dovrebbero intervenire.

Merito a Di Salvatore, però, che ha dato la notizia.

A febbraio 2010, poco prima delle elezioni comunali, la TEMA ha inviato la suddetta lettera, nella quale avvisava di aver predisposto delle TELECAMERE FINTE per cercare di reprimere gli abusi degli scarichi abusivi. Queste telecamere avranno avuto un costo, ma Bevilacqua e company che erano all'opposizione, hanno fatto qualche cosa ? Ma oggi, facciamo lo scaricabarile? E’ colpa tua o troviamo la soluzione ? Mi meraviglio come abbia potuto accettare questa idea l’ex assessore all'ecologia Bassam el Zohbi, sempre corretto e dalla parte dei cittadini! Queste telecamere che dovrebbero reprimere, ma senza fili sono inutili, potrebbero essere restituite alla ditta che le ha vendute ed installare “una scatola di cartone con il vetro”. Tanto il risultato è lo stesso. Ma ci rendiamo conto del meschino dove siamo caduti? Confesso che non sono a conoscenza delle zone interessate: Via dei Mille –Via Montello – Valle Para- Via A.Fieramosca, ma chi vuole scaricare, si fa intimorire da queste caxxxte di telecamere non funzionanti? E’ una presa per il culo degli ex amministratori, ma anche nuovi nei confronti nostri, cittadini contribuenti.



Luciano Pellegrini