28 aprile 2012

Evadere le tasse è diventato uno sport nazionale


Altro che minacciarli con gli spot sui principali canali televisivi, altro che farsi intimorire dalle urla di Napolitano, gli italiani è risaputo: evadono le tasse da sempre e cercano di evaderle appena possono. La GDF cerca in tutti i modi di recuperare il "mal tolto" al fisco e noi lì a sperare che questi soldi vengano poi reinvestiti nell'azienda Italia, in modo che ne possano beneficiare tutti. Fino ad oggi tutti questi soldi recuperati, sono stati ingoiati dall'immenso debito pubblico, che invece di decrescere continua ad aumentare inesorabilmente. C'è il bar di la Thuile, rinomata località sciistica della Val d'Aosta, che in cinque anni ha nascosto 350 mila euro di redditi e la pasticceria di Reggio Calabria apprezzata in tutta la città, che in soli 2 anni ha «dimenticato» di dichiarare 400 mila euro; c'è l'albergo di Grado che si è guardato bene dal dichiarare i 500 mila euro di ricavi dopo il «tutto esaurito» delle ultime stagioni e c'è il fotografo di Venezia che, tra uno scatto e l'altro ai matrimoni, ha nascosto allo Stato incassi per 200 mila euro. Mentre la politica rinnova al presidente del consiglio, Mario Monti, l'invito ad alleggerire la pressione fiscale, i dati della guardia di finanza sulla lotta all'evasione fiscale nel primo trimestre dell'anno ricordano, se ce ne fosse ancora bisogno, che l'Italia dei furbetti è, purtroppo, sempre viva. E non fa distinzioni tra nord e sud, continuando imperterrita a infischiarsene dei controlli. I dati sono impietosi: dall'inizio dell'anno i finanzieri hanno scoperto oltre duemila evasori totali, che hanno nascosto al fisco redditi per 6 miliardi di euro. Vuol dire che ogni giorno 50 milioni vengono sottratti alle casse dello Stato. A questi bisogna aggiungere altri 650 milioni di Iva non pagata, cioè altri 5,4 milioni ogni giorno dall'inizio dell'anno. Una voragine senza fondo per i conti pubblici già dissestati, che finisce per gravare sulle spalle dei contribuenti onesti. Ma i numeri dicono anche un'altra cosa, pure questa tutt'altro che rassicurante: «nessuna categoria è potenzialmente da escludere». Oggi evadono un pò tutti.

nonnoenio

26 aprile 2012

Grandi manovre o trasformismo ?


I nuovi progetti politici annunciati da Casini e da Alfano agitano ancora di più le acque già increspate della politica italiana. Facendo intuire come quella delle elezioni a ottobre non sia proprio un'ipotesi remota. Il PDL definisce «un'operazione virtuale» quella dei centristi. Mentre gli ex UDC non credono nella proposta che i pidiellini faranno uscire dal cassetto solo dopo le amministrative. Secondo il presidente di ItaliaFutura Cordero di Montezemolo, entrambi sarebbero solo operazioni di «marketing» visto che di «contenuti» non c'è nemmeno l'ombra. «Non è cooptando qualche tecnico», osserva, che si risolve il problema. E una bocciatura arriva anche dall'IDV: «Invertendo l'ordine degli addendi - ironizza Di Pietro - la somma non cambia» perchè non è «spostando i nomi» che si crea qualcosa di nuovo. Noi «non abbiamo bisogno di inventare nuovi partiti», rincara la dose Bossi, nè «nuovi trucchi che quando si usano vuol dire che non c'è un partito dietro». I «movimenti al centro», taglia corto il segretario PD Pierluigi Bersani, non rappresentano certo una «svolta epocale». Ma ai Democratici, afferma, «va bene» anche perchè loro, come ricorda Rosy Bindi, «l'operazione del secolo» l'hanno già fatta «e non si torna indietro». La prospettiva indicata da Casini sembra dividere poi il Terzo Polo. I finiani, infatti, di nuovo partito, a prescindere dai nomi, non ne vogliono sapere. «Noi - spiegano Fabio Granata e Carmelo Briguglio - un partito ce l'abbiamo ed è stato il primo a nascere in questa Terza Repubblica». Nè, incalza Granata, «abbiamo intenzione di salire su una sorta di predellino bis. Grazie. Abbiamo già dato». Sarebbe molto meglio, invece, precisa Briguglio, parlare di «Federazione a quattro» aperta a chi ci vorrà stare. Altrimenti, avverte, «ci incasineremo». Resta un altro grande nodo da sciogliere: quello della leadership. Chi coordinerà le varie anime pronte a confluire nella nuova creatura politica? Beppe Pisanu, lancia ufficialmente la candidatura di Casini «per superare il Pdl» in un nuovo partito a leadership collettiva. Ma tra i finiani il malumore è palpabile. Non scioglieranno mai Fli, assicurano, «nè per il diktat» di Casini, nè per «regalare a lui lo scettro del comando». Alfano, intanto, dopo l'annuncio del leader centrista, rilancia. E comunica che il nuovo soggetto politico, quello targato Pdl, non avrà bisogno di essere finanziato dalla politica («Perchè ci aiuterà chi avrà le nostre stesse idee»). Grazie, gli ribatte Pierluigi Mantini (Udc) che definisce «una burlesque» il progetto pidiellino, loro hanno «il miliardario!».

nonnoenio

Monti compra 400 auto blu, e non di seconda mano.


Quando dicevo che questo tecnico plurilaureato, messo a governare l'Italia e a salvarla dal baratro Grecia, ci prendeva per i fondelli con la complicità di Pd, PDL e UDC, nessuno voleva ascoltarmi, adesso che è apparsa sta bella notizia sull'Espresso, spero che i più si ricredano, perchè da che mondo è mondo, sia che ci governano i politici, sia che ci governano i tecnici, siamo sempre noi a prendercela in qual posto. Il governo acquista 400 nuove auto blu, alla faccia dei risparmi. Il Ministero dell’Economia ha emesso lo scorso gennaio un bando per l’acquisto di 400 auto blu, per un costo complessivo che si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Il fatto in questione è stato nei giorni scorsi oggetto di un’interrogazione parlamentare. Pare, infatti, che il totale delle auto blu in Italia ammonti a circa 60.000 unità, per una spesa totale intorno ai 2 miliardi di euro. Non solo, l’eventuale spesa per le nuove berline sarebbe ancora di più incredibile alla luce del fatto che 800 di queste vetture attualmente non sono utilizzate. Un bando pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia recita testualmente: "Gara per fornitura in acquisto di berline medie con cilindrata non superiore a 1600 cc e dei servizi connessi ed opzionali per le Pubbliche Amministrazioni".  La sconcertante notizia è apparsa sul sito de l’Espresso ed è stata ripresa da diversi giornali italiani ed europei. Rabbia sui social network.

nonnoenio


23 aprile 2012

Beppe, antipolitico o comico di successo ?

In questo clima di sfascio totale della politica italiana, dove tutti i partiti sono in caduta libera di consensi, e segreterie e comitati centrali si muovono come formiche impazzite in un formicaio ormai andato distrutto, è facile immaginare che i primi a giovarsene siano i movimenti dell'anti-tutto, del grida-di più. Il Cinque Stelle di Beppe Grillo è il capofila, seguito dai vari «movimenti per la gente» come quello del patron del Palermo Zamparini, ma pure le urla apocalittiche e sconclusionate dei Di Pietro di turno, che raccoglie firme ad ogni pie sospinto o le incitazioni alla rivoluzione dei duri e puri alla Landini, con tanto di intellettuali da salotto a tener bordone. Dopo vent'anni di populismo televisiv-peronista,di burlesque ed escort mozzafiato prestate alla politica, il ricorso all'emergenza di un governo di tecnici per scongiurare la bancarotta sembrava aver insegnato agli italiani che la politica dei descamisados non portava da nessuna parte, e chi si presenta per abbattare «Roma ladrona» spesso è più ladrone degli altri e ai costumi romani fa in fretta ad adattarsi, trovandosi comodamente a proprio agio. L'ultima di Grillo è l'impegno ad uscire dall'euro e a non pagare più il debito pubblico, dimenticandosi che sarebbe la rovina dei risparmiatori italiani e il fallimento dello Stato, che non potrebbe pagare più pensioni e stipendi pubblici. Ma tant'è, chi più la spara grossa in questo momento, più raccoglie battimani. Compreso il sindacato che chiama a raccolta per lo sciopero generale, quando tutti gli scioperi generali degli ultimi anni hanno dimostrato di non aver cambiato una virgola della crisi in atto, e mai come oggi l'economia e i lavoratori hanno bisogno di produrre e garantire reddito per tenere in piedi la baracca.Io sono convinto che non si cambia l'Italia con la bacchetta magica, né con le promesse e i giochi pirotecnici. Chi ci ha ingannati per vent'anni con burlesque e effetti speciali, ha dimostrato il tragico vuoto che sta dietro all'irresponsabilità. Non è con altra irresponsabilità, di destra o di sinistra, che si può costruire qualcosa di duraturo per il futuro. Se oggi si andasse a votare, sei elettori su dieci non saprebbero chi scegliere. Perchè metà dell'elettorato, oltre il 50%, si dichiara schifata dei partiti e pronta a disertare le urne in caso di elezione. La rabbia e la disillusione nei confronti della classe politica attuale cresce di giorno in giorno, e va detto che gli stessi partiti fanno di tutto per allargare il fossato fra il Paese e gli eletti, fra i rappresentanti delle istituzioni e la vita quotidiana della gente. Continuano imperterriti nella difesa ad oltranza di privilegi, corporativismi, insultanti giustificazioni di comportamenti e stili di vita che non sono altro che latrocini e dilapidazione di risorse pubbliche.C'è solo d'augurarsi che andando a votare gli italiani si rendano conto che dopo vent'anni di populismo e demagogia, imboccare di nuovo la via dell'irresponsabilità politica significherebbe la fine del Paese, annullando la fatica e i sacrifici che lavoratori e pensionati si sono assunti sulle proprie spalle per dare una svolta all'Italia.

nonnoenio

22 aprile 2012

Oggi così và il mondo


Oggi, il rischio in autostrada, non è quello di imbattersi in camionisti creativi che interpretano il codice della strada in base all'oroscopo, e neanche di trovare traffico e lavori che riducono la velocità a tal punto che se non fosse perché la terra gira non si muoverebbe niente. Il vero dramma in autostrada è incontrare una famiglia di romani all'autogrill. Quei bei romani gioviali e caciaroni, che scelgono di venire in montagna per l'aria pulita, e poi salgono su al rifugio col SUV 3000 di cilindrata. Il romano lo riconosci perché è padrone di ogni cosa, persona o situazione che esista in Italia, meglio se al nord. Quando arriva nell'area di servizio in camper, fa spostare venti camion per poter parcheggiare vicino ai suoi amici, poi tira fuori il tavolino e si mette a mangiare a due centimetri dalla pompa di benzina, e mentre i suoi figli ti passano sui piedi con la minimoto, lui mena i bambini degli altri perchè fanno casino. Giovedì all'area di servizio c'era una famiglia di romani in trasferta. Il marito, bloccando tutta la coda alla cassa, chiedeva alla moglie, che sfogliava riviste dall'altro lato dell'autogrill, che cosa voleva da mangiare il figlio. Ovviamente non poteva chiederglielo prima, nelle sei ore di macchina durante le quali non hanno spiaccicato parola. «Flaminia che vole er pupo?», la moglie «Francè che voi?», il piccolo «Gnenteeeeeee!» in un imprevisto momento di altruismo si è reso conto della situazione «A Flà stò a bloccà a filaaaa.. che vole Francè?» la moglie allora ha ritentato «Francè er babbo chiede che vòi magnà?» e il piccolo «Nun c'ho faa-mee!». A quel punto la mamma si avvicina, con savoir fare, al piccolo «Francè è questo che t'ho educato? Guarda che te do na pizza che er muro te ne ridà n'artra! T'ho chiesto che maa-gniii?» «Mamma t'ho detto che nun c'ho n'cazzo de faa-meee!» «Flaminia ma chi je ensegna ste parole ar pupo?» «E che cazzo ne so?».

nonnoenio

18 aprile 2012

Deficit fino al 2017 - L'Italia continua ad andare male.


L'economia italiana, nonostante gli interventi draconiani di Monti, si contrarrà sia nel 2012 che nel 2013, con un PIL in calo rispettivamente dell' 1,9% e dello 0,3%. Pertanto l'obiettivo del pareggio di bilancio - auspicato nel 2013 - non potrà essere centrato prima dell'anno 2017. Ma una luce in fondo al tunnel della recessione, «più profonda rispetto» all'area euro nel suo complesso, si intravede già alla fine del prossimo anno, quando nel quarto trimestre il PIL del Belpaese crescerà dello 0,7%. La fotografia, scattata dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), è «troppo pessimista» per il direttore generale della Banca d'Italia Saccomanni, mentre la ripresa può avvenire «già dalla fine di quest'anno» se i tassi di interesse sul debito «si stabilizzano» e la situazione internazionale migliora, questo è quanto ci dice il Governatore Visco. La mancata crescita, certo, peserà sui conti pubblici: l'Italia non centrerà il pareggio di bilancio nel 2013 e forse lo farà nel 2017. Sulle stime oltre il 2013 «c'è incertezza sulla crescita» e solo se l'Italia tornerà a girare, anche i conti pubblici miglioreranno e il governo guidato dal presidente Monti, dopo aver dato rassicurazioni ai mercati, si sta muovendo in questa direzione e ha già fatto molto. Il miglioramento dei conti pubblici italiani dipenderà quindi da quanto l'economia italiana crescerà. Adesso purtroppo siamo in recessione profonda e di crescita non se ne parla nemmeno. Da sola, nonostante i nostri sacrifici non ce la farà mai. L'economia dell'area euro si contrarrà già quest'anno dello 0,3% per tornare a crescere nel 2013 al +0,9%. Un tasso inferiore a quello degli Stati Uniti che realizzeranno quest'anno un +2,1% e nel 2013 accelereranno al 2,4%. L'Italia, dai dati fornitici, sarà sotto la media europea e il 2012 sarà un anno molto molto difficile per tutti. Bisogna augurarsi che con le riforme e gli aggiustamenti di bilancio l'Italia si metterà sulla traiettoria della crescita, che tornerà nel 2013. Se ciò non dovesse verificarsi, vorrà dire che il Governo Monti non è riuscito nel miracolo di rilanciare l'economia italiana e allora ci sarà di nuovo il rischio defoult e con il nostro immenso debito pubblico saremo nelle stesse condizioni della Grecia.



nonnoenio

16 aprile 2012

Grillo adesso fa paura

Mentre Bersani, Casini e Alfano perdono tempo intorno ai dettagli, invece di approvare subito norme che impediscano a tesorieri e arraffoni di fare giochi di prestigio coi soldi dei contribuenti italiani, i partiti che siedono in Parlamento perdono anche tanti consensi a favore di chi non si è ancora sporcato le mani. Ma l'ultimo sondaggio Swg, che evidenzia l'importante crescita del «Movimento 5 Stelle» di Beppe Grillo, ora terzo «partito» accreditato di un 7,2%, preoccupa moltissimo i leader, soprattutto di centro-sinistra, che si riparano dietro alle solite parole: «antipolitica» e «populismo», pensando forse che ciò basti a scongiurare il rischio di un loro flop elettorale alle prossime amministrative. Con la Lega ormai fuori dai giochi, in calo vertiginoso di consensi, dopo le ultime "ruberie" accertate di Bossi famiglia e compagni di merende, che Grillo si sfreghi le mani è normale. Nonostante l'obiettivo dichiarato da tutti i partiti sia quello di contrastare la disaffezione nei confronti della politica da parte dei cittadini, restano ampie le distanze sulla nuova legge sul finanziamento ai partiti e il PD, a differenza dell'IDV insieme a PDL e ai Centristi, non ha nessuna intenzione di rinunciare alla montagna di soldi che arriverà nelle loro casse il mese di luglio. Loro si trinceramo dietro norme e controlli dei bilanci dei partiti senza risolvere il problema di fondo: il taglio dei rimborsi elettorali, nonostante il popolo, in un referendum si fosse espresso chiaramente (90% dei si) per l'eliminazione dei finanziamenti pubblici ai partiti. Questi signori debbono capire che la loro presenza a Montecitorio non è più necessaria sopratutto se deve essere pagata dagli italiani, che già devono sottostare a tassazioni pesantissime, che si guarderebbero bene, potendolo fare, dal mantenere questi "onorevoli" ad "ingrassare" a Roma. La politica deve tornare ad essere quella di una volta fatta solo da gente per passione e a bassissimi costi e nell'interesse dell'Italia. So che questa è un'utopia irrealizzabile, ma almeno riduciamo tutti questi costi al minimo riducendo drasticamente il numero dei politici.

nonnoenio

14 aprile 2012

Chieti - Minetti come la Nilde Iotti ?

Daniela Santanchè, la siliconata, ex sottosegretaria del governo Berlusconi, nota alle cronache più per le sue intemperanze verbali che per la sua finezza politica, ha ieri paragonato l'imputata, per istigazione alla prostituzione insieme a Emilio Fede, al tribunale di Milano, Nicole Minetti alla partigiana comunista, cofondatrice della Repubblica ed ex presidente della Camera, Nilde Iotti. «La Iotti faceva benissimo politica, ma nella stanza sopra le Botteghe Oscure (ex sede del Pci, ndr) faceva dell'altro... Una compagna comunista da amante di Togliatti a presidente della Camera dimostra che le scorciatoie aiutano. Se non fosse stata l'amante del leader del PCI non credo sarebbe mai diventata presidente della Camera. Anche la Minetti non doveva diventare consigliera regionale, ma le scorciatoie c'erano ieri come ci sono oggi, forse un tempo era anche peggio». L'ardito paragone ha ovviamente fatto finire nell'occhio del ciclone la deputata del Pdl. D'accordo con lei altre tre esponenti del suo partito, le deputate Beatrice Lorenzin e Jole Santelli e la senatrice Simona Vicari. Ovviamente, una bordata di critiche è piovuta sulla Santanché da molti esponenti del Pd, dell'Idv, di Fli, della sinistra. Comunque a prescindere dalle qualità politiche, se dovessi scegliere io come amante, ma è un mio parere personale, preferirei avere nel mio letto di gran lungo la Minetti. E voi ?

nonnoenio

11 aprile 2012

Rimborsi o Finaqnziamenti pubblici ai partiti ?


I partiti non dovrebbero prendere un soldo, a nessun titolo, nè come "finanziamento" (abbiamo fatto un referendum e i cittadini si sono espressi col 93% di no) nè come "rimborso". Visto quanto guadagnano si dovrebbero finanziare da soli lasciando, al partito, una quota del loro lauto stipendio i parlamentari e i senatori. Questa è una vergogna tutta italiana; i partiti hanno aggirato la dicitura "finanziamento" sostituendola con la parola "rimborso" e ce lo hanno messo in quel posto. Cliccando sull'immagine del Blog ci si renderà conto di quanto è aumentata la cifra "rimborsi" negli anni. La gente non arriva a fine mese e questi scialano, rubando due volte, a noi cittadini e a chi li ha votati, spendendo parti dei soldi per usi personali: emblematici i casi della Lega e della Margherita. Questi signori che ci governano sono semplicemente indecenti. Oggi il Consiglio d'Europa ha bocciato il nostro sistema di finanziamento dei partiti. Carenze «importanti», controlli «inefficienti» e sanzioni «inefficaci»: così il Consiglio d'Europa, nel rapporto reso noto, boccia, senza appello, il sistema di finanziamento pubblico dei partiti in Italia. Una situazione a cui, secondo Strasburgo, è «urgente» porre rimedio. Tra il '94 e il 2008 i partiti politici hanno speso in totale 570 milioni di euro, ma i rimborsi ricevuti per le campagne elettorali sono stati 2,25 miliardi di euro. È quanto sottolinea Greco nel rapporto sul finanziamento ai partiti evidenziando che alcuni partiti hanno ricevuto anche il 400% in più rispetto alle spese. Una discrepanza, spiega l'organismo di Strasburgo, dovuta al fatto che in Italia l'erogazione dei fondi è legata al numero di voti ottenuti e non alle spese sostenute. I magistrati dovrebbero fare luce su tutte queste spese, a 360 gradi e la GDF dovrebbe setacciare e spulciare i bilanci di tutti i partiti sopratutto adesso, perchè a giugno, i partiti riceveranno un'altra bella fetta dei nostri soldi . Siamo in crisi? Rischiamo la bancarotta? Dobbiamo sacrificarci tutti? Allora fatelo anche voi.

nonnoenio

04 aprile 2012

Chieti - Bufera alla Lega Nord, indagato il tesoriere


Quella data dal TG1 ieri è una di quelle notizie che non ti aspetti che se provata toglerebbe di mezzo uno dei partiti usciti indenni dal clamore dell'inchiesta "Mani Pulite", che ha fatto della sua "onestà" il suo cavallo di battaglia, che l'ha poi portato a governare nell'ultimo governo Berlusconi schierandosi sempre a fianco dei più deboli e tartassati sia del Nord, come del sud. La notizia è: "Lega nella bufera, indagato il tesoriere". Quindi dopo quello della Margherita, un altro tesoriere è oggi al centro delle indagini della magistratura. Si tratta di Belsito, l'uomo che gestisce il portafogli della Lega Nord, un partito che ha fatto una bandiera della sua diversità dai partiti della «Roma ladrona». Da parte sua, l'indagato ieri si è limitato a poche battute stringate: «Non abbiamo nulla da nascondere. Queste accuse dovranno essere provate. Per adesso non possiamo dire altro. Mi è stato consegnato un avviso di garanzia in cui si dice che il movimento della Lega Nord è indagato per finanziamento illecito». Belsito le ha pronunciate davanti ai taccuini, uscendo dalla sua abitazione nel centro di Genova e respingendo ogni addebito, quattro ore dopo che al campanello di via Fiasella 16 avevano suonato gli agenti della guardia di finanza con in mano un mandato di perquisizione. Sono tre le procure interessate a chiarire che uso sia stato fatto dei soldi del Carroccio, tra cui quasi sei milioni finiti a Cipro e in Tanzania: quelle di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Le accuse purtroppo sono gravissime: riciclaggio, truffa allo Stato e appropriazione indebita. Decine le perquisizioni in varie città d'Italia. Oltre alla sede storica del Carroccio, in via Bellerio, a Milano, carabinieri e Gdf hanno acquisito atti presso società, uffici e abitazioni, compresa in quella di una delle segretarie di Umberto Bossi e di una dirigente amministrativa del partito, responsabile dei gadget. Dopo l'avviso di garanzia, Belsito, che è stato anche sottosegretario nel governo Berlusconi, si è dimesso dall'incarico di partito, come aveva subito chiesto Roberto Maroni. «Il Carroccio è parte lesa». Per gli investigatori il modo in cui è stata guidata la tesoreria è stato a dir poco «opaco», fin dal 2004. Gli inquirenti parlano «gestione in nero' (sia in entrata sia in uscita) di parte delle risorse affluite alla cassa del partito». Queste le premesse per una nostra riflessione, questa volta politica; si è voluto colpire la Lega in periodo di elezioni amministrative ? Oppure le accuse, se verranno provate ne decreteranno la fine prematura come accadde negli anni 50 per " il partito dell'uomo qualunque" ?

nonnoenio

03 aprile 2012

Chieti - Giovani ancora senza lavoro

E' di oggi il dato ISTAT che ci comunica laconicamente che in Italia un giovane su tre non trova lavoro. La disoccupazione continua a macinare nuovi record negativi, colpendo giovani, donne e Mezzogiorno. L'impennata si è concentrata nell'ultima parte del 2011 e sta proseguendo senza sosta anche nell'anno in corso. Nonostante tassi così alti si siano visti di rado, il peggioramento del mercato del lavoro non coglie di sorpresa. Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, spiega come esista un problema «molto serio di stagnazione e non crescita con rischi per l'occupazione, per le crisi aziendali di imprese più piccole e grossi insediamenti». Tra le forze politiche e i sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) i dati diffusi dall'Istat suscitano comunque preoccupazione e allarme, arrivando proprio nei giorni cruciali per la definizione della riforma del mercato del lavoro e, in particolare, dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.Non stupisce, quindi, se quasi un disoccupato su due risulti essere under 35.Bersani, parla di «dati drammatici», e aggiunge: «Qualcosa dobbiamo fare». Per l'idv i numeri dell'Istat «sono il macigno definitivo sul tentativo di manomettere l'art. 18».Quagliariello, a riguardo sottolinea: «Una legge in materia di lavoro, che consenta di occupare più facilmente, di far crescere l'occupazione e soprattutto di dare una spinta alla crescita economica, è oggettivamente una priorità per il Paese». Staremo a vedere se dopo tante chiacchiere finalmente qualcuno si decide
a fare qualcosa di serio per l'occupazione.

nonnoenio

Chieti - I creduloni


Certamente mi sono meravigliato della notizia che ho ricevuto sull'attivazione di un call center promosso da Adiconsum . Cosa mi ha fatto riflettere ma anche incazzare! E' che se chiami il call center lo devi pagare! Il numero 8955000041 è il famoso numero che inizia con 89 che ha fatto soffrire anni fa gli utenti che hanno ricevuto bollette gonfiate per telefonate non fatte. Molte sono state le denunce e finalmente il governo approvò la legge che queste compagnie di truffatori dovevano essere autorizzate dagli utenti a essere chiamati. Le compagnie telefoniche erano senza peccato? Penso di no. E stata una vittoria delle associazioni dei consumatori? Qualcuna si è data da fare..!

Siete a conoscenza quante associazioni dei consumatori esistono sul territorio italiano? Troppe ed ognuna ha un presidente, una sede, i telefoni, i terminali, gli associati che devono pagare una quota per l'iscrizione. E' chiaro che è una scelta libera per chi vuole aderire, ma perché devono essere così tante? Non vogliono tutte le stesse cose? Alcuni presidenti sono presenti giornalmente sulle radio, le televisioni i giornali. Parlano e parlano, ma quello che ottengono è quasi zero! Vedere sull'aumento del costo della benzina come sono considerati! Però parlano...

Non è che stanno prendendo come esempio i leader dei sindacati che in molti sono diventati parlamentari? Già un presidente di una associazione, era uno di quelli che parlava di più, è diventato senatore! Penso che il fatto che sono tanti, che tutti fanno le stesse richieste, che tutti vogliono apparire ed emergere, ma poco o niente ottengono... è che sono UNA CASTA? Penso proprio di si!

Non è comprensibile che una associazione a difesa dei consumatori fa fessi gli italiani “pecora” istituendo un numero che dovrebbe aiutarli a risolvere il loro problema, ma devi chiedere al tuo gestore telefonico di attivarti il numero a pagamento! Ottimo consiglio, non vi pare care associazioni dei consumatori?


Scritto da:
Luciano Pellegrini

02 aprile 2012

Chieti - Aumenta il costo dell'energia elettrica

Ormai è la cosa più certa dopo l'alternarsi del giorno e della notte: l'aumento - costante e inarrestabile - delle bollette energetiche degli italiani è l'unico segno «più» di un Paese in recessione che, per il resto, vede calare i consumi, i salari, l'occupazione. Da oggi - e non è uno scherzo da primo aprile - la bolletta della luce costerà il 5,8 per cento in più rispetto al mese precedente, in attesa che da maggio scatti un ulteriore aumento del 4 per cento. Insomma, nel giro di due mese lo stesso consumo di luce verrà pagato da una famiglia il 10 per cento in più. Si calcola un esborso medio annuale di una cinquantina di euro in più su una bolletta che - sono dati elaborati dal Centro ricerca e tutela consumatori - nel 2011 è cresciuta del 15 per cento. Accendere una lampadina, insomma, sta diventando quasi un lusso. E' la diretta conseguenza della crescita del costo dell'energia elettrica per i produttori, a causa del petrolio che da aprile dell'anno scorso è sopra gli 80 dollari al barile. Quest'ennesima «bastonata» ai consumatori porterà il costo dell'energia a 18,3 centesimi per chilowattora, di cui più di un terzo pagato per accise, addizionale regionale e Iva. Il «ritocco» dell'1,8 per cento sul gas porterà poi il prezzo del metano a quasi 88 centesimi al metrocubo, per una bolletta media annua di oltre 1.230 euro per famiglia. Stanno cercando di prosciugarci gli ultimi spiccioli che dovessero avanzare a fine mese e io sono convinto che non è finita quì.

nonno enio