31 marzo 2012

1970, quegli anni ribelli



E' di questi giorni la vendita all'asta dei volantini originali emessi dalle Brigate Rosse in occasione e durante il rapimento del leader DC, Aldo Moro. Ciò è bastato per ributtarci in quegli anni terribili che gli italiani si erano affrettati a dimenticare. Resta oggi ancora la domanda su come sia stato possibile che una fetta consistente di un'intera generazione di giovani (studenti, operai, disoccupati, precari) abbia potuto intraprendere il cammino della lotta armata (seppur in modo casereccio, ma con quali, devastanti risultati!), fino all'annientamento di se e del movimento in generale. Dirà poi Oreste Scalzone, leader di Potere Operaio, dal suo esilio parigino: «L'esistenza di un tumulto sociale che noi tentavamo di organizzare, la teorizzazione della lotta armata, anche se diversa dalle Br, compresi rapine e gambizzazioni, erano tutte cose vere». Effettivamente, il 1977, fu un anno di rottura. Esplosero tutte insieme le rivendicazioni sociali nelle fabbriche con gli scioperi e i picchetti davanti ai cancelli per impedire l'ingresso sia degli operai che degli impiegati con le ronde nelle fabbriche per buttar fuori e sbeffeggiare i "crumiri" che erano entrati di nascosto. Cambiavano le forme e le culture della produzione e del lavoro, crescevano l'automazione e l'informatizzazione e centrale divenne la comunicazione. Dalla catena di montaggio si giungeva al postindustriale. Cambiavano i luoghi di aggregazione, le abitudini e l'aspetto dei giovani. Nascevano le radio libere (fra tutte Radio Alice a Bologna e Radio Città Futura a Roma). Si diffondevano i circoli del proletariato giovanile che metteranno in crisi l'etica del lavoro che aveva caratterizzato i movimenti comunisti del '900. Si radicava il rifiuto della logica dei sacrifici e della linea portata avanti dal sindacato (imposta da Luciano Lama al Congresso dell'Eur) e dal Pci. Lo scontro con la sinistra storica si fece aspro e definitivo soprattutto sui temi legati alla legalità, alla difesa delle istituzioni. Personale e politico non erano più rigidamente separati per cui bisogni e desideri acquisivano dignità di proposta politica così come la critica serrata alle gerarchie. Non più il «tutto politico» del '68 ma l'introduzione di elementi di individualismo, di tensione verso un immaginario «benessere» collettivo. Tutto questo fermento, a volte genuinamente «rivoluzionario», si scontrò con esigenze più «frettolose» di chiudere la partita con lo Stato mediante la diffusione generalizzata della pratica armata. Si sa bene come andò. Dopo il convegno sulla repressione in primavera a Bologna che sancì la buona salute (secondo i protagonisti) del movimento, nel settembre, nel corso del secondo convegno, avvenne l'implosione. Il movimento abdicò all'ala più oltranzista. Rimasero in piedi solo le organizzazioni armate. E anche in questo caso sappiamo come proseguì e finì. L'anno successivo, nel 1978, venne rapito Aldo Moro. Lo scontro raggiunse l'acme ma fu anche l'inizio della fine di una stagione drammatica, peculiare in un'Europa da tempo «pacificata».

nonno enio

28 marzo 2012

Giovani e lavoro oggi


Cerchi lavoro? Devi aver già lavorato e avere già un'esperienza lavorativa. È il requisito che deve possedere oggi un giovane per trovare un lavoro. Sembra un paradosso, ma è così. Lo confermano le agenzie di inserimento lavorativo. Trova più facilmente un impiego una persona munita magari solo del diploma, ma che ha già fatto esperienza, anche in forma di stage, rispetto a un laureato che si è dedicato esclusivamente allo studio. Si tratta ovviamente di una generalizzazione, fatta sulla base delle interviste effettuate in alcune agenzie di lavoro della città. Ma è comunque possibile dipingere un quadro, seppure approssimativo, della situazione dei "giovani e lavoro", prendendo come riferimento la fascia di età tra i 20 e i 30 anni. In quest'area si collocano sia i diplomati (19-20 anni), per lo più ragionieri o geometri in cerca di primo impiego, sia gli studenti universitari in cerca di un lavoro saltuario per pagarsi gli studi (20-25 anni), sia i laureati (23-30 anni). Tra queste la categoria più "svantaggiata", che fatica maggiormente a trovare un impiego, sono proprio i laureati. Hanno richieste di lavoro molto specifiche, vogliono e talvolta pretendono lavori che abbiano attinenza con il proprio titolo di studi. Richieste spesso difficili da accontentare. Per almeno due motivi: innanzitutto la scarsità di offerta da parte delle aziende, poi anche la mancanza di esperienza da parte del neolaureato. Esistono anche tanti studenti che, durante l'università, si adattano a svolgere qualsiasi tipo di lavoro (anche commesso o magazziniere), soprattutto in tempo di crisi. Ma la tendenza, una volta ottenuta la laurea, è quella di cercare un impiego il più possibile attinente al percorso di studi. Esperienza e specializzazione, dunque. Questo fa la differenza. Altro fattore decisivo per un'assunzione sono le lingue, sulle quali i giovani anche laureati sono un pochettino "deboli".

nonnoenio

21 marzo 2012

Chieti - Il gioco che crea dipendenza


Voi ditemi se si può arrivare a tanto o se il fenomeno è limitato solo alla stupidità umana in questo particolare periodo di crisi economica e e sistenziale degli italiani costretti a subire aumenti indiscriminati di benzina Iva e quant'altro necessario a far cassa ed a evitare che l'italietta vada in malora. Un lavoratore si era giocato 200 euro alle slot machine e non sapendo come giustificarsi con la moglie, ha tentato la carta della disperazione: ha simulato la rapina, denunciando ai carabinieri di essere stato derubato da tre magrebini che lo avevano minacciato con un coltello. Ma i militari non gli hanno creduto. Messo alle strette, ha confessato. Oggigiorno, purtroppo, casalinghe, pensionati, studenti, sono sempre di più le persone a rischio dipendenza dal gioco d'azzardo. Frutto della continua diffusione delle slot machine che non si trovano più solo nei casinò, ma anche nei tabacchini e nei bar. Non solo. Non si possono sottovalutare i giochi on line, dai social network ai giochi specializzati e crescono a dismisura le opportunità per giocare sul web. Ci sono donne che passano interi pomeriggi a giocare su internet dimenticandosi anche i mestieri di casa. Sempre di più e senza barriere né limitazioni i giochi proliferano. Per mettere un freno a questo fenomeno andrebbero messi dei "paletti", toglierle dalla circolazione o metterle al bando in alcune zone non è la soluzione migliore, servono iniziative più incisive. Meno ce ne sarebbero oggi in giro più bassa sarebbe la probabilità che la gente ci giochi e bisognerebbe cercare di migliorare innanzitutto i locali: attualmente con le luci soffuse e i suoni accentuati favoriscono l'isolamento dei giocatori, mentre dovrebbero essere dei luoghi maggiormente riconoscibili. Con la continua diffusione di macchinette e sale da gioco sono sempre di più le persone che rischiano di cadere nella trappola del gioco d'azzardo. C'è da dire che più sono le possibilità di giocare più alta è la probabilità che le persone a rischio dipendenza incappino nel problema. Oltretutto in questo periodo così delicato dal punto di vista economico, le persone cercano di trovare guadagni facili giocando alle macchinette. I giocatori appartengono a tutti gli stati sociali e si va dalla casalinga con problemi economici, che prova a guadagnare qualche soldino prima di andare a fare la spesa, al pensionato che spera di migliorare la sua situazione e arrivare tranquillamente a fine mese, al lavoratore che sperava di andare in pensione e, deluso, si ritrova a giocare al bar sotto casa. Non dimentichiamo poi i ragazzini soli , che finiscono a giocare on line. Un fenomeno trasversale, che si diffonde a macchia d'olio e se non ci si mette rimedio a livello comunale non potrà che creare grossi problemi. Il gioco d'azzardo legalizzato rappresenta il 4% del PIL nazionale. Un fiume di denaro immenso che entra nelle tasche dello stato, in questo caso, ladrone, rimpinguandone le casse sempre vuote, ma che al lungo termine le conseguenze sociali saranno devastanti. Il fenomeno, basta guardare, al mattino quando si sta prendendo il caffé, l'affollamento e l'accanimento che c'è intorno a queste macchinette, per giustificare il meritato conio della definizione ad esso dato ad hoc: ludopatia.

nonnoenio


20 marzo 2012

Chieti - PERCHE' DIO TI SEI DISTRATTO?

Nel tunnel di Sierre, sull’autostrada svizzera A9,martedì 13 Marzo alle ore 21,15 lo schianto contro un muro di un pullman belga che trasportava una comitiva scolastica di 52 fra ragazzi e professori, che stavano tornando alle loro città, Lommel e Heverlee, nelle Fiandre, dopo una settimana bianca in Val d’Anniviers, organizzata da una associazione cattolica. Lo schianto ha causato la morte di 28 persone, di cui 22 dodicenni. I feriti sono 24, tra cui tre bambini gravi. Delle tre ipotesi iniziali: errore umano, cause tecniche e malore, per stabilire le cause dell’incidente, al momento ne privilegiamo due, escludendo il MALORE. La morte non ha disuguaglianza, è sempre un evento che crea tristezza, dolore, ma se essa è causata da una fatalità crudele, allora comporta un dramma superiore.

Durante la mia permanenza in Polonia due sono stati gli incidenti verificatesi su mezzi pubblici. Il primo uno scontro tra treni il 3 marzo con 14 morti. La collisione si è verificata a Szczekociny, una piccola città nel sud vicino alla più grande Zawiercie, sulla linea fra Cracovia e Varsavia, non lontano da Czestochowa, 60 KM. L’espresso proveniente da Przemysl e diretto a Varsavia è stato preso in pieno dal treno proveniente da Varsavia e diretto a Cracovia che si trovava sul binario sbagliato, si stanno ancora cercando le responsabilità! La seconda il 13 marzo, l'autobus con i ragazzi. Due eventi tragici che hanno coinvolto persone che viaggiavano su mezzi che danno sicurezza. Però la morte dei ragazzi ha creato più impressione.

A qualsiasi religione uno appartiene, anche l'ateo, si sarà interrogato perché succedono tali fatti e forse si interroga se il suo Dio poteva fare qualche cosa. Da cattolico io chiedo al mio Dio perché si è distratto. Tu non puoi distrarti, hai il dovere di controllare tutto il pianeta. Se sei stanco puoi chiedere a qualche tuo vicino fidato di sostituirti, ma non puoi distrarti. Che colpa avevano quei ragazzi che stavano certamente cantando, parlando, dormendo e sono morti? Questa disgrazia come dobbiamo interpretarla! Hai voluto dare un segnale, perché devono essere loro, innocenti, in questo mondo di lacrime a pagare per tutti quelli che fanno del male. Vorrei tanto vedere il tuo viso se è rimasto triste per questa tua distrazione. Spero che tu non faccia più succedere questi drammi, prenditi un po' di riposo! E' facile asciugare le lacrime dei genitori e calmarli con la speranza della fede! D'altronde anche tuo figlio lo hai fatto soffrire e morire in croce e non ti sei commosso quando gridava: Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato?

Scritto da: Luciano Pellegrini

16 marzo 2012

Le cifre smentiscono il progetto Tav in Val di Susa


Secondo me il progetto Tav deriva da numeri usati per sostenerne la fattibilità, questi numeri non sono credibili, anzi clamorosamente smentiti dalla realtà. Nel 2003 transitavano su quella linea 1.8 milioni di passeggeri e 9,7 milioni di tonnellate di merci; il progetto preliminare approvato nello stesso anno dal Cipe prevedeva la saturazione della linea storica nel 2020 con oltre 6 milioni di passeggeri e 22 milioni di tonnellate di merci. Nel 2010 i passeggeri sono stati solo 700 mila e le merci 2,4 milioni di tonnellate. Previsioni sbagliate o semplicemente false. Si nota da documenti ufficiali che il flusso di merci attraverso la frontiera francese, mettendo insieme strada, ferrovia e i vaIichi dal Monte Bianco a Ventimiglia, è in calo da una decina d'anni. Il traffico su rotaia cala in modo molto più marcato che su gomma; nello stesso tempo si riscontra una crescita dei flussi lungo la direttrice Nord­Sud cioè frontiere Svizzera e Austriaca, con un consistente aumento del traffico per ferrovia. Ecco perchè mi metto dalla parte dei no Tav. La Val di Susa è un luogo attraversato da due strade statali, un'autostrada, un traforo, una ferrovia, impianti da sci e pesanti attività estrattive lungo il fiume; i Valsusini nonostante tutto continuano a curare questo territorio, già affaticato da infrastrutture ed attività commerciali e con forza cercano di recuperare un rapporto equilibrato con l'ambiente e la propria storia. Inoltre faccio notare che tutte le tratte italiane di Alta Velocità di media costano dalle 4 alle 6 volte più del preventivo iniziale. Non ci sono ragionevoli motivi per fare l'opera ma ci sono molti ragionevoli motivi per non farla.
nonnoenio


11 marzo 2012

Chieti - I mutui agevolati e la Casta dei politici


Certo che ne hanno di faccia tosta, oggi, questi politici, a volte credono di vivere sull'Olimpo! Ora s'inventano anche la mozione di sfiducia, per intelligenza stoppata dal loro segretario, nei confronti di un ministro, un tecnico, che definisce, fuori onda, la politica uno schifo. Ma scusate, sapete quanti cittadini la pensano allo stesso modo? E quanti giovani si disinteressano oggi della politica proprio perché la credono uno schifo? A volte penso che un governo tecnico ogni tot di anni servirebbe proprio (anche per fare venire allo scoperto i tanti privilegi accumulati dai "poco onorevoli" che dovrebbero governarci). Forse imparerebbero ad agire veramente (pur con gli errori, dovuti in parte al risultato di anni di malgoverno), nel bene comune. Direi che un governo tecnico potrebbe starci bene ogni tanto anche nella nostra Regione. Si finirebbe forse di sprecare denaro pubblico in maniera inutile e con gli appalti pubblici dove si gioca sempre al massimo ribasso. Signori miei, tanto rumore per nulla. Lusi ammette candidamente di aver sottratto soldi al suo partito, la Margherita, e che non può e vuole fare nomi dei suoi "complici" altrimenti salterebbe tutto il Centro Sinistra. Noi siamo ancora qui a sperare che la Casta venga sconfitta e che un minimo di legalità e onestà venga ripristinato nei "piani alti" del potere. Si sono scritti libri, articoli che descrivevano l'indignazione del "popolino bue" per la casta e i suoi privilegi, ma questa al pari di quella indiana è intoccabile, tetragona, inamovibile, qualche sforbiciatina qui e là e niente più. Intanto mentre gli imprenditori continuano a suicidarsi, solo ieri due, perché non riescono ad ottenere un prestito bancario, si scopre che gli onorevoli accedono a mutui con tassi irrisori, dell' 1,57%. E fa impressione vedere l'ex presidente del Senato Franco Marini che, con la giornalista che lo interroga in proposito, perde il suo aplomb istituzionale e risponde con lo sgarbato classico dei potenti: «si faccia gli affari suoi!». Nell'Italia delle più assurde sperequazioni retributive, le sorprese non finiscono mai. Risulta così difficile spiegare perché un commesso del Senato percepisca uno stipendio quattro volte superiore ai miseri 1.780 euro netti del direttore generale della Galleria degli Uffizi di Firenze, responsabile dei maggiori tesori dell'arte italiana.

nonnoenio

07 marzo 2012

Chieti - Rimborsi, la truffa delle false mail

Pare che oggi i sistemi per fare fessi i "naviganti" della rete siano molteplici e di diversa natura. Attenzione quindi alle finte email "Notifica di rimborsi fiscali" che rappresentano tentativi di phishing per rubare dati personali. E' l'allarme lanciato dall'Agenzia delle Entrate dopo la segnalazione di nuovi tentativi di truffa ai danni dei contribuenti con false comunicazioni che riportano il logo della stessa Agenzia. In nessun caso - viene detto in una nota - l'Agenzia richiede informazioni sulle carte di credito. Si tratta di email apparentemente provenienti dall'indirizzo "Agenzia delle Entrate", che invitano il destinatario a scaricare e compilare un modulo per ottenere un presunto rimborso, richiedendo, tra le altre informazioni, anche tutti i dati della carta di credito. Queste e-mail non vanno aperte perché - viene detto - è un tentativo di phishing, una truffa informatica attuata con lo scopo di ottenere illecitamente dati personali. L'Agenzia delle Entrate ricorda che sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it, nella sezione "Home - Cosa devi fare - Richiedere - Rimborsi", possono consultare le corrette modalità per ricevere un rimborso fiscale con l'accredito su conto corrente.

nonnoenio

03 marzo 2012

Chieti - Monti ce la farà con la TAV?


In Italia di questi tempi basta dire "linea dura si va avanti" per pensare di zittire i manifestanti della Val di Susa e ricacciarli nelle "fogne" da cui sono usciti. Si è tentato di scatenare liti con le forze di polizia e gli infiltrati violenti, in modo che ci scappasse l'incidente o addirittura il morto e non è successo niente di irreparabile. Gli abitanti continuano, da venti anni, a protestare e i tecnici e i politici, lontani anni luce, dal volere di centinaia e centinaia di cittadini che non vogliono l'Alta Velocità, usano l'intransigenza e presidente del consiglio, Monti, messo lì da Napolitano, che a noi tutti sembra sempre più un marziano venuto dallo spazio profondo che ribadisce INTRANSIGENZA, tutto si farà senza tener conto di nessuno. Intanto i manifestanti si moltiplicano in tutta Italia : ieri a Milano e Bologna, oggi a Roma. Stanno sfilando tutti in sostegno ai No Tav, e sono tanti, dopo aver sfilato sulla Tangenziale, hanno bloccato l'ingresso dell'autostrada Roma-L'Aquila. Risultato il traffico completamente bloccato, sia in direzione dell'autostrada e del Gra, sia per il prosieguo della tangenziale in direzione San Giovanni all'altezza di via Tiburtina. All'arrivo dei poliziotti il blocco è stato rimosso pacificamente e i dimostranti si sono riuniti in un altro luogo per decidere le altre forme di rivolta. Io sono convinto che nonostante il PDL del piduista Berlusconi, il PD del tentennante Bersani, e chicchessia appoggi le decisioni del governo, questa volta avranno un osso ben duro da rosicchiare. La TAV è un'idea nata venti anni fa, ci vorranno altri vent'anni per realizzarla e sarà, al suo termine ancora più vecchia e magari i benefici che apporterà agli italiani, saranno irrisori rispetto a quelli sperati. Monti si impunta e blatera: La Tav si farà. Sul dossier Tav-Val di Susa (la linea ferroviaria ad alta velocità e alta capacità) tira dritto, nonostante le richieste di dialogo provenienti dalle popolazioni, dai sindaci valsusini, dagli esponenti politici come Vendola (Sinistra ecologia e libertà), Di Pietro (Italia dei valori), Bonelli (Verdi) e Ferrero (Rifondazione comunista), e malgrado gli appelli di esponenti della società civile come don Luigi Ciotti. Il presidente del consiglio sposa appieno la linea dei suoi predecessori, Berlusconi e Prodi, e il pensiero di Giorgio Napolitano. Con lui tutto il governo. Nella lunghissima riunione a palazzo Chigi, ieri, per fare il punto su questo tema, il premier e i suoi ministri hanno condiviso la linea di intransigenza contro le illegalità. Ce la farà ? Io spero di no, ormai ha travalicato ogni limite e il suo concetto di democrazia non mi piace affatto.

nonnoenio