25 febbraio 2017

Chieti - Maestri, errori e strafalcioni

Chi scivola sui calzini «rattopati» o viene invitato a «un’evento», chi discetta di musica e di «melodie disciendenti» o «aquista» un trolley nuovo fiammante. Il florilegio degli errori ortografici nei quali sono inciampati gli aspiranti maestri veneti nel «concorsone» avviato nel maggio scorso, coinvolgendo 175 mila candidati in tutta Italia, farebbe rivoltare Dante nella tomba. A svelare in modo impietoso quanto fallace sia la grammatica messa in campo dai futuri insegnanti è stato, dalle pagine del Corriere del Veneto, uno degli esaminatori chiamati a valutare le prove sottoposte ai giovani. Lo scritto ha bocciato nella regione al primo turno il 53% dei partecipanti, ammettendo all’orale solo 1.604 dei 3.410 candidati. Sono state sette le commissioni che si sono insediate per correggere i compiti, un lavoro durato mesi e concluso con la pubblicazione delle graduatorie. La correzione dello scritto è stata la più dolorosa, almeno per i cultori della lingua italiana, costretti a dribblare continuamente ‘orrorì grammaticali di ogni tipo. Gli stessi che vengono corretti anche ai bambini delle scuole elementari, le medesime in cui le maestre dovrebbero trasferire la cultura appresa.
nonnoenio

13 febbraio 2017

Chieti - Sindaci sceriffi

Più strumenti contro il degrado urbano per i sindaci. Le misure, annunciate dal ministro dell’interno Mauro Minniti e contenute nel decreto approvato dal consiglio dei ministri, daranno alcuni strumenti in più ai primi cittadini per agire contro quei comportamenti che sono particolarmente invisi ai residenti. Dai graffiti alla prostituzione ostentata, dal commercio abusivo all’accattonaggio molesto: sono molti gli aspetti che il nuovo provvedimento prende in considerazione e per i quali i sindaci avranno un maggior potere nel varare misure di contrasto. Il testo, 18 articoli, concede ai sindaci il potere di ordinanza ed è stato condiviso con l’Anci. Tante le novità introdotte, a partire dal cosiddetto Daspo urbano: i vandali che deturpano zone di pregio delle città non potranno più frequentarle per un periodo di 12 mesi.

Vengono introdotte sanzioni amministrative da 300 a 900 euro con l’allontanamento fino a 48 ore per chi leda il decoro urbano o la libera accessibilità o la fruizione di infrastrutture (ferrovie, aeroporti, stazioni), luoghi di pregio artistico, storico o interessati da flussi turistici, anche abusando di alcolici o droghe, esercitando la prostituzione «in modo ostentato», esercitando il commercio abusivo o facendo accattonaggio molesto.

E sempre nell’ottica di avere città più vivibili e pulite, il dl affida al giudice la possibilità di disporre il ripristino o la ripulitura dei luoghi o risarcimento, per chi deturpa o imbratta beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati.
nonnoenio


03 febbraio 2017

Chieti - Europa poco accorta ?


In questo momento fare del male all’Italia significa fare del male all’Europa. Un’equazione che forse gli euroburocrati di Bruxelles, alle prese in queste ore con i conti pubblici italiani, dovrebbero tener ben presente. Perché, un fatto è certo: non siamo né a un passo dal default né sull’orlo del baratro. I fondamentali dell’economia italiani sono buoni. Il risparmio privato è ai massimi livelli. Abbiamo un tessuto produttivo che ha resistito ai colpi della recessione. E negli ultimi sei mesi del 2016 nell’Azienda Italia si era cominciato anche ad intravedere un barlume di ripresa. Questo, ovviamente, non significa che non ci siano problemi da risolvere. O che non dobbiamo fare i conti con uno dei debiti più alti del mondo. Ma significa che l’Italia non è la Grecia. E che è sbagliato distruggere, per qualche decimale di Pil, la reputazione (soprattutto finanziaria) di uno dei Paesi fondatori dell’Unione. Ma c’è di più. E lo dimostra l’accordo siglato proprio ieri a Roma dal premier Gentiloni e dal suo collega libico Fayez al Serraj per contrastare il traffico di esseri umani e l'immigrazione illegale. Un passo che va nella direzione voluta dall’Ue di chiudere la rotta libica per ridurre drasticamente i flussi dal Nord Africa. Un’operazione per la quale, guarda caso, il ruolo dell’Italia è strategico. Insomma, quando serve dare un segnale all’Europa, l’Italia c’è. 

@nonnoenio