26 aprile 2016

Chieti - Se Roma non adempie ai suoi compiti...


Se serviva ancora una dichiarazione austriaca, chiara e netta, adesso il "venditore di pentole usate" non potrà dire di non aver sentito. Qiesti fanno ormai sul serio e se ne fottono allegramente di quello che dice Gentiloni, Renzi e company. Heinz-Christian Strache: «La responsabilità è vostra. Se Roma non adempie ai suoi compiti, saremo costretti ad agire». Per Norbert Hofer i controlli al Brennero sono inevitabili. «Non mi fanno di certo piacere, ma non abbiamo altra scelta» ha detto il leader dalla destra Fpoe, vincitore del primo turno alle presidenziali austriache. Secondo lui «i confini esterni di Schengen vanno messi in sicurezza, in questo modo potrebbero essere sospesi i provvedimenti temporanei». Nel corso di una conferenza stampa Hofer ha ribadito che «solo il 20% degli arrivi in Austria sono veri profughi che inoltre hanno attraversato Paesi sicuri».

@nonnoenio

18 aprile 2016

Chieti - Fallito il referendum sulle trivelle


Il fallimento del referendum  lascia inalterato quanto deciso dal governo con la Legge di Stabilità. I giacimenti esistenti possono andare avanti, senza limiti. Ma non è un via libera a nuove trivellazioni in mare. Archiviato il referendum sulle trivelle, con il 31,19% dei voti, la norma che regola le attività di ricerca ed estrazione di gas e petrolio in maree non viene abrogata.Tutto resta come prima. Vediamo, dunque, cosa accade ora. Il fallimento del quesito referendario riguarda solo gli impianti esistenti, entro 12 miglia dalla costa. Le piattaforme esistenti (già autorizzate) possono proseguire la loro attività, estraendo gas e petrolio senza limiti di tempo, oltre la scadenza iniziale prevista dalle concessioni e cancellata dalla norma voluta dal governo con la legge di Stabilità. Possono inoltre andare avanti tutte le attività di ricerca di idrocarburi già autorizzate. Uno degli obiettivi del referendum era rimettere un limite temporale ai giacimenti, nella speranza che, una volta scadute, le concessioni non venissero rinnovate. Ma con il fallimento del quorum le attività possono andare avanti per tutta la "durata di vita utile del giacimento". Io avrei preferito che vincesse il SI e che si sviluppasserro le energie rinnovabili, preferibilmente il fotovoltaico proveniente dal sole, che è la fonte di energia più pulita che io conosca. Basti pensare che Einstein ricevette il premio Nobel nel 1921 per la spiegazione dell’effetto fotoelettrico, fenomeno per cui una lastra metallica conduttrice colpita dalla luce produce elettricità. Oggi il progresso tecnologico consente di produrre celle con materiali capaci di catturare circa il 15% della radiazione solare, una efficienza già molto superiore a qualsiasi altro sistema indiretto oggi utilizzato. Questa forma di energia viene più precisamente chiamata "fotovoltaica", per distinguerla dal solare "termico", forma pure interessante che consente di sfruttare la radiazione solare per scaldare acqua o, opportunamente concentrata con specchi, per far espandere dei gas che fanno ruotare turbine e dinamo. Il fotovoltaico è decisamente più versatile e universale. La corrente elettrica si raccoglie direttamente dai morsetti delle celle nei luoghi di fruizione, senza parti meccaniche in rotazione, senza emissione di gas-serra, senza radiazioni nocive, con manutenzione pressoché nulla. Oggigiorno questo discorso si traduce nella possibilità che un tetto coperto di celle, di una casa di medie dimensioni, fornisce facilmente i 3 kw (circa 1 kw ogni 10 m2) di cui attualmente godiamo con l’allaccio alla rete.

@nonnoenio

08 aprile 2016

Chieti - False griffe «Made in Naples»


E' proprio vero che sti napoletani sò ricchi di idee e iniziative incredibili. Avevano messo in piedi un mercato parallelo di dimensioni enormi, in grado di competere a livello commerciale con i canali legali di rifornimento. Interrotto un giro d'affari milionario visto che in Italia il business della contraffazione è stimato in 7,5 miliardi di euro, si erano spostati all'estero. Sono finiti anche sugli scaffali dei negozi alla moda della Cina i capi di abbigliamento «made in Naples», rigorosamente falsi, ma prodotti in maniera accuratissima da una delle due organizzazioni criminali dedite alla contraffazione «d'autore» scoperte e sgominate dalla Guardia di Finanza durante l'operazione «Gran Bazar».