27 maggio 2018

Tra i 2 litiganti lo spread vola

Era da almeno sette anni che lo spread non tornava a fare così paura. Dai tempi dell’ultimo governo Berlusconi, seguito da quello tecnico guidato da Mario Monti. Ieri, i mercati sono tornati a scommettere contro l’Italia facendo lievitare il differenziale di interesse tra i Btp a dieci anni e gli equivalenti Bund tedeschi fino a quota 216. E solo nella parte finale della giornata, il trend si è invertito limando l’impennata a 204 punti base. In ogni caso, circa 80 punti in più rispetto al livello lasciato in eredità dall’esecutivo uscente. Ogni calcolo è naturalmente approssimativo, molto dipenderà da quello che si registrerà sui mercati nei prossimi mesi. Ma cento punti di differenziale del nostro spread valgono circa 20 miliardi di euro in più sugli interessi che paghiamo ogni anno per onorare le scadenze del nostro debito pubblico. Era da almeno sette anni che lo spread non tornava a fare così paura. Dai tempi dell’ultimo governo Berlusconi, seguito da quello tecnico guidato da Mario Monti. Ieri, i mercati sono tornati a scommettere contro l’Italia facendo lievitare il differenziale di interesse tra i Btp a dieci anni e gli equivalenti Bund tedeschi fino a quota 216. E solo nella parte finale della giornata, il trend si è invertito limando l’impennata a 204 punti base. In ogni caso, circa 80 punti in più rispetto al livello lasciato in eredità dall’esecutivo uscente. Ogni calcolo è naturalmente approssimativo, molto dipenderà da quello che si registrerà sui mercati nei prossimi mesi. Ma cento punti di differenziale del nostro spread valgono circa 20 miliardi di euro in più sugli interessi che paghiamo ogni anno per onorare le scadenze del nostro debito pubblico. Più o meno quello che servirebbe per finanziare il reddito di cittadinanza e lo stop alla riforma Fornero.