31 maggio 2014

Chieti - Grillo, M5S e votazione europee

La delusione per un esito delle urne sotto le aspettative, speravano ovviamente di più, ma anche la consolazione di essere comunque la seconda forza politica italiana. Commentando il voto europeo e non si può negare che vi sia una parte dell'elettorato che pur condividendo le idee del movimento non ama i toni chiassosi di Beppe Grillo, peraltro adorati da un'altra fetta di simpatizzanti. Di certo, a proposito di comunicazione, sedici mesi dopo le elezioni politiche, hanno oggi, molti parlamentari ormai maturi, che possono portare avanti il messaggio di Grillo. Grillo, osservando i risultati, faceva un po' di autocritica, tornando alla realtà quotidiana, quella delle piazze piene, ma dalle urne vuote, incoraggiando i suoi elettori a resistere e dando loro appuntamento a Bruxell e alla prossime elezioni, sempre convinto che l'effetto Renzi svanirà col tempo e con le tasse che sarà costretto a mettere. Oggi Grillo si llecca le ferite e in un passaggio del suo atteso discorso Grillo non trova di meglio che puntare il dito contro i pensionati. "Quest’Italia è formata da generazioni di pensionati che forse non hanno voglia di cambiare, di pensare un pò ai loro nipoti, ai loro figli, ma preferiscono stare così". E prosegue dicendo: "Son dei numeri che non si aspettava nessuno, però noi siamo lì, siamo il primo movimento italiano, il secondo partito. Abbiamo preso il 21-22%, abbiamo preso l'IVA, senza avere voti in nero e siamo lì senza aver promesso niente a nessuno, né dentiere né 80 euro. Comunque ai suoi elettori non fa molto ridere il Grillo che smette i panni del leader politico e torna a fare il comico. Forse, checché ne dica lui, la "batosta" subita è veramente dura da digerire. E' innegabile che Grillo si aspettasse di più, molto di più. Lo aveva detto lui stesso di essere convinto di trovarsi a un soffio, praticamente alla pari di Renzi. Invece ha preso la metà dei voti.

nonnoenio

30 maggio 2014

Chieti - PINI E CIPRESSI ABBATTUTI A CHIETI SCALO


Da alcuni giorni nella città di Chieti si è progettato “un raptus” per tagliare gli alberi. Sette cipressi alla scuola media Mezzanotte e cinque pini su viale Abruzzo, ambedue i tagli a Chieti scalo. Il WWF teatino e il Co.N.Al.Pa - Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio hanno diffuso un comunicato stampa, sul quotidiano “Il Centro” del 29 Giugno,meno male. Per il resto la notizia è rimbalzata solo sul social network. Da notizie che ho raccolto, sembra che alla scuola media Mezzanotte gli alberi sono stati tagliati,tutti in buona salute, perché un cipresso si era inclinato e poteva procurare pericolo, ma ci sono altre motivazioni, anche per gli insetti… Un residente che abita a pochi metri dalla scuola, mi ha risposto che saranno tagliati tutti gli alberi, perché pericolosi. E’ anche vero che gli alberi devono essere curati, altrimenti si ammalano, come gli umani. Purtroppo i pini hanno le radici poco profonde che si ingrossano, si riproducono e in superficie rialzano la pavimentazione. Inoltre raggiungono altezze anche elevate, quindi bisogna tagliare i rami più pesanti per alleggerirli e applicare dei tiranti per evitare che cadano, ma tagliare il tronco è davvero l’estrema ratio che non andrebbe mai applicata, per il benessere di tutti.



Tagliando il tronco, automaticamente le radici muoiono. Stessa sorte per i cipressi che sono meno invasivi. Alberto Colazilli presidente del Co.N.Al.Pa - Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio - ha lanciato questo allarme: "Ci sono nuovi nemici dell'Umanità, quelli che eliminano gli alberi ,impedendoci di respirare", sono i Distruttori di Ossigeno. Il taglio di alberi sani e in ottimo stato di salute è solo un danno per la città e per i suoi abitanti. L’amministrazione comunale ha giustificato il taglio perché gli alberi erano malati. C’è una relazione da parte di un agronomo iscritto all’albo o dei tecnici comunali addetti in cui si attesti nei minimi dettagli che c’era una pericolosità sicura di caduta degli alberi? Le foto testimoniano lo stato di salute degli alberi. La forestale dovrebbe intervenire se reputa che l’abbattimento degli alberi aveva un interesse storico, culturale, naturalistico, come previsto dalla legge del 14 gennaio 2013 , n. 10 all’’articolo 7, (Disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi). La Repubblica Italiana riconosce il 21 novembre come “Giornata nazionale degli alberi”. Nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, si realizzano iniziative per promuovere la conoscenza dell'ecosistema boschivo, il rispetto delle specie arboree, ai fini dell'equilibrio tra comunità umana e ambiente naturale. Si studia l'educazione civica ed ambientale sulla legislazione vigente e inoltre si stimolano gli studenti ad un comportamento quotidiano sostenibile, al fine della conservazione delle biodiversità. Con questa iniziativa,ne va di mezzo la salvaguardia del pianeta. La speranza è che si provveda al più presto a piantare altri alberi, affinché si possa ripristinare un ecosistema per gli insetti, i volatili, l’uomo.

Scritto da Luciano Pellegrini
Le foto le trovate ib : ALBERI TAGLIATI

22 maggio 2014

Chieti - Una storia cellularizzata dei nostri giorni

Al tavolo di un bar ci sono quattro ragazze. Non parlano tra loro, sono tutte silenziosamente ricurve sul proprio cellulare e digitano compulsivamente sulla tastiera. Probabilmente si stanno chiedendo l'amicizia. Un tempo i grandi pittori dipingevano contadinelle ricurve sui campi, e il titolo del quadro era qualcosa tipo «scene di raccolta nei campi» oggi, ritraendo le ragazze ricurve sul cellulare, il titolo sarebbe «scene di ricarica di telefonini». Penso ai pittori orientalisti dell'ottocento e i loro «ritratti di terre lontane» che davanti a queste ragazze cellularizzate diventerebbero «ritratti di persone lontane». A pittorica conferma che per essere lontani non serve essere lontani. Dopo un po' il cameriere ha chiesto loro se prendevano qualcosa da bere, naturalmente non a voce, poiché le quattro non alzavano gli occhi dal telefono, è dovuto entrare in Facebook e taggare la domanda in modo giovane «kosa bvte?». Qualche ora più tardi, dopo il terzo spritz, le quattro hanno iniziato a conversare. Non tra di loro, ma con chiunque in quel momento si trovava davanti a uno smart phone. Una ha fotografato i bicchieri di spritz vuoti e ha postato la foto su Facebook, l'altra ha taggato la prima che fotografava i bicchieri vuoti e ci ha aggiunto «mi piace», l'altra con WhatsApp ha mandato la foto dell'amica mentre fotografava l'altra amica che stava fotografando i bicchieri vuoti, e ci ha scritto «ke figata!». La quarta, per dimostrare che si stava divertendo ancora di più, si è fatta una foto con la bocca spalancata e la lingua di fuori tipo cane con tanta sete (con doveroso piercing sulla lingua), e poi ha mostrato la foto (tonsille incluse) a chiunque fosse on line in quel momento. Davvero una figata. I nuovi telefoni si chiamano «smart phone», ma nelle istruzioni dovrebbero spiegare che l'intelligenza (smart) del telefono (phone) non è sostitutiva dell'intelligenza di chi lo usa.
nonnoenio

Chieti - Una pseudo boscaglia nel centro storico in città

Può capitare, ma non è una regola, che in pieno centro storico, all’interno dell’ex Convento di Santa Maria in San Pietro ed ex Caserma “ Adelchi Pierantoni”, già Distretto Militare, ci sia una pseudo boscaglia. Succede a Chieti. Questo edificio è stato ceduto al comune, da parte del demanio militare da tantissimi anni. L’edificio si trova nello storico quartiere trivigliano a Santa Maria ed ospita decine di associazioni. Le associazioni con i soldi propri hanno manutentato i locali che loro occupano, l’amministrazione ha un ritorno economico, l’affitto. All’interno di questo edificio esiste un terreno che potrebbe essere utilizzato, ma per il pericolo di crollo di alcuni locali ormai senza tetto, meglio non addentrarsi. Questo terreno è diventato una boscaglia non accessibile, per un degrado ambientale e gravita su dei condomini. Le persone che si affacciano vedono questo stato di abbandono pericoloso per l’igiene, focolaio di insetti, topi, certamente qualche serpe, speriamo non pericoloso. I gatti che avevano scelto questo posto come loro residenza, lo hanno abbandonato, perché anche per loro c’è la difficoltà a muoversi.


Con difficoltà, districandomi fra ortiche, arbusti, avvallamento del terreno, rifiuti, con molta attenzione, sono riuscito a scattare alcune foto... Ci sono anche due bei esemplari di ippocastano che avrebbero bisogno di una potatura, guai abbatterli. Gli anni volano, ma niente è cambiato anzi peggiora mensilmente. Un COMUNICATO STAMPA del 24 settembre 2008 ha relazionato su una riunione con gli Assessori Walter De Cesare e Mirta Sciocchetti ed i rappresentanti del FAI e dell’Archeoclub, Marco Pretaroli e Gregorio Di Luzio, dove si decise di non cambiare la destinazione d’uso dell’unico polmone verde del quartiere, perché si voleva estendere il parcheggio sulla superficie che lo copre. L‘idea era quella di realizzare un giardino pensile pubblico attrezzato per il ripristino dell’area verde abbattuta, dove esisteva un orto con diverse specie di alberi, per la costruzione del parcheggio auto di 250 posti. Il progettista del parcheggio aveva previsto una scalinata che avrebbe dovuto fare arrivare i cittadini a questo giardino, partendo dal parcheggio. Purtroppo 



non ha pensato che anche i disabili hanno lo stesso diritto, quindi ci deve essere anche un ascensore, ma non c’è. La scalinata termina in un casotto che si affaccia su questa superficie. Ora la porta è aperta…, sono entrato, ma il fetore e la sporcizia mi hanno fatto rinunciare a perlustrare. Chi deve pensare a bonificare questo terreno? Certamente no i cittadini che pagano le tasse, ora molto lievitate. L’amministrazione comunale risponde con, il solito “piagnisteo” che… non ci sono soldi, eppure basterebbe far lavorare i dipendenti del comune che hanno mezzi, sono preparati, non affogano di lavoro. I dirigenti lo devono programmare il lavoro, perché è nella loro mansione. Quindi non esistono scusanti, non bisogna più “asciugarsi gli occhi” per il troppo pianto!Devo arrendermi? Sono dieci anni che cerco di sensibilizzare le varie amministrazioni che si sono avvicendate a governare la città, con segnalazioni anche all’ufficio di igiene che dopo sopralluogo ha invitato loro ad intervenire per bonificare il terreno, ma senza successo, (Prot. N. 1625 del 25 maggio 2004 - Prot.1534 del 22 maggio 2006).Qualcuno mi ha suggerito questa soluzione. Però voglio ancora provare a far ragionare gli amministratori compressi dalla burocrazia! Vediamo…

Scritto da Luciano Pellegrini
Le foto al link: Caserma Pierantoni

18 maggio 2014

Chieti - Votazioni europee del 25 maggio

Ci stiamo avviando verso una brutta campagna elettorale per il Parlamento europèo. All'euroretorica di un tempo, di acritica adesione a tutto ciò che veniva da Bruxelles, si sostituisce oggi una retorica di segno opposto: tutto il male viene dall'Ue. In effetti assistiamo a un rovesciamento della logica europeista dell'Italia. Un tempo si benediva il «vincolo esterno» europeo, convinti che in mancanza di un buon governo a Roma l'unica nostra risorsa positiva arrivava dall'Europa. Oggi Bruxelles rappresenta l'alibi per attribuire tutti i nostri guai nazionali a chi ci «governa» da fuori. Lo slOgan dei grillini e della lega, ma non solo, è l'uscita dall'Euro, non rendendosi conto che bbandonare l'Euro ignifica uscire dall'Ue, l'unico modo giuridicamente ammesso per lasciare la moneta comune. Ma a parte gli Aspetti giuridici, non si dice la verità sulle conseguenze di una cosi radicale decisione di ritorno alla lira: aumento del debito pubblico, fuga dei capitali, alti tassi d'interesse, inflazione e perdita di valore dei risparmi, tanto per citare solo alcune questioni sul tappeto. In altre parole, è necessario rispondere con fatti concreti alla retorica euroscettica.Ciò non significa che nell'Unione europea tutto vada bene e tutto sia da accettare a scatola chiusa. Per rimanere al parlamento europeo, che andiamo a rieleggere, è giusto chiedersi quale sia il suo ruolo e in quale misura ci protegga, dalle decisioni di un Consiglio europeo di capi di governo, che in gran parte sfuggono al suo controllo democratico. O del perché la Commissione, che in teoria dovrebbe essere il «governo» comune, non riesca a scrollarsi di dosso una vocazione eccessivamente burocratica. O ancora perché al di là dei numeri che ci governano, 3% di deficit o 60% di debito, non ci sia anche una più chiara volontà a lanciare politiche di crescita e investimenti, che pure fanno parte degli impegni comunitari. Ma per «cambiare verso» all'Ue ci vuole un paese credibile e capace di essere di esempio agli altri partner in difficoltà. Non dobbiamo infatti mai dimenticarci di essere un paese «fondatore», non per retorica, ma per convinzione. Dobbiamo però riuscire a cogliete questa opportunità di crisi per mettere mano a problemi antichi e a trasformarci finalmente in un paese autenticamente europeo.

nonnoenio

17 maggio 2014

Chieti - IL GARGANO LO SPERONE D’ITALIA -SECONDA PARTE


Mentre sto scrivendo, un’agenzia di stampa comunica che…, Domenica 11 maggio “La gazzetta del mezzogiorno”, Messi in salvo a Vieste  dieci trabucchi storici di GIANNI SOLLITTO …, Dopo la consegna ufficiale al sindaco di Vieste, da parte della capitaneria di porto di Manfredonia, del titolo di legittimità dei dieci trabucchi storici disseminati lungo la costa viestana (Santa Croce, San Francesco, Ripa Chianchitto, San Lorenzo, Punta Lunga, Torre Porticello, Chianca, Punta della Testa, Porticello, Molinella),la giunta municipale, con propria deliberazione, ha deciso di coinvolgere direttamente nella gestione e manutenzione delle strutture le due associazioni costituitesi negli anni scorsi, vale a dire “ La Rinascita dei Trabucchi Storici” e “Il Trabucco garganico”. Questa notizia soddisfa la mia riflessione. Ora bisogna solo collaborare e lavorare! Altro elemento fondamentale che fa parte del paesaggio garganico, sono la presenza di numerose Torri di avvistamento, costruite al fine di difendere il territorio dalle invasioni turche. Le torri erano localizzate ad una determinata distanza l’una dall’altra in modo da consentire l’avvistamento di nemici e poter subito dare l’allarme attraverso segnali visivi, fuochi, rumori con campane, altro.



Queste torri hanno per lo più piccole dimensioni e sono formate da un unico ambiente sopraelevato rispetto al terreno per motivi di difesa. L’ingresso è sul lato monti. Le torri sono prive di decorazioni ed  hanno un’altezza intorno ai dodici  metri. Le torri hanno più o meno tutte la stessa forma quadrangolare, a piramide tronca, e le loro pareti sono leggermente inclinate. L’ingresso avveniva tramite scale in legno che all’occorrenza venivano ritirate, per non consentire l’accesso. Alcune di queste torri sono ancora oggi ben conservate, altre invece, adattate agli agenti atmosferici, si sono parzialmente danneggiate.I trabucchi che ho visitato, che ho documentato con enorme difficoltà, in assenza di un qualsiasi pezzo di carta che indicasse il nome, sono: il trabucco Tufara o di Torre Porticello - il trabucco di Molinella la cui la costa assomiglia alla cresta di un gallo, molto frastagliata, forse la più bella - il Trabucco di Punta Lunga - il Trabucco S. Lorenzo (Sulla punta di San Lorenzo è sita l’omonima Chiesa rupestre del X - XII sec.) - il Trabucco di San Francesco, sull’omonima punta, che è il più antico Trabucco, a Vieste. Arrivato a Vieste dopo quattro ore,ho approfittato per visitare la città alta. Vieste basa la sua economia sull'industria turistica, possiede, infatti, un gran numero di strutture ricettive. Una parte importante la svolgono l'artigianato e tutte le attività marinare. Il centro storico di Vieste è estremamente suggestivo per le sue stradine strette e sinuose, talvolta congiunte da archi ed è reso caratteristico dalle sue case bianche e le scalinate. Luoghi di interesse sono il Castello, che venne fatto costruire da Federico II di Svevia e che domina Vieste dall’alto, residenza della marina militare e quindi…non si può visitare. La cattedrale è dedicata alla Madonna dell’Assunta, conclamata nel 1981, da Giovanni Paolo II, a "Basilica Minore". E’ costruita in una delle zone più alte di Vieste. La chiesa in stile romanico pugliese si riconosce in perfetta armonia con il campanile, non particolarmente slanciato, ma sapientemente progettato in stile barocco. L’interno della Basilica a tre navate, reca tracce di continui adattamenti sovrapposti nel corso dei secoli. Della struttura originaria medievale rimane pochissimo. Il 31 maggio 1646 ci fu un terremoto paragonato al decimo grado della scala Mercalli. Crollarono tutte le case tra il Castello e la Cattedrale.Anche il campanile, la facciata centrale


La Festa in onore di S. Maria di Merino, la protettrice di Vieste, è uno degli eventi più importanti della città di Vieste. Che si festeggia il nove maggio.Durante la Festa , la statua viene portata in processione sulle spalle, dalla Cattedrale di Vieste fino al Santuario di Santa Maria di Merino, la distanza è circa dieci chilometri. Da notare che il trono sul quale la Madonna viene trasportata, è predisposto in modo che la statua, durante la processione, rivolge lo sguardo verso i due lati della strada, all’andata il mare, ed al ritorno i campi. Il Mare e la Terra , infatti, sono le principali risorse degli abitanti di Vieste, che la Madonna benedirà e proteggerà con il suo sguardo.Bellissima ed intensa giornata conclusa con un’ottima cena a base di pesce. Il 3 maggio, ancora previsioni pessime, tanta pioggia, però non mi sono fermato e sono partito da Vieste, direzione Peschici. Il nome Peschici, anch’essa città turistica, è probabilmente di origine slava, indica un suolo sabbioso. Ho preferito non passeggiare per la città perché per tornare a Chieti, in itinere, avevo programmato altre opportunità da conoscere, per cui sono andato sul piccolo promontorio roccioso di Punta S. Nicola per visitare i due trabucchi dominanti la spiaggia, San Nicola e Manaccora, distanti circa seicento metri. Il trabucco San Nicola con i suoi pali rivolti verso il mare è uno dei pochi ancora in attività, adiacente ad un ristorante . Punta S. Nicola è anche un ottimo punto panoramico che consente di osservare il versante orientale dell’abitato di Peschici, le sottostanti baie e la vicina Punta di Manaccora, famosa per i suoi ritrovamenti archeologici, le falesie e le grotte marine che si affacciano sulla spiaggia. E’ stato interessante raggiungere il trabucco Manaccora procedendo su un facile traverso su placca. Il tempo trascorre veloce, devo tornare in macchina e proseguire verso Vico del Gargano dove esiste un leccio monumentale davanti la chiesa dei cappuccini. L'altezza è di 17 metri e la circonferenza del tronco è di circa 5 metri . A trapiantarlo nella sua attuale posizione fu fra Nicola intorno all’anno1700. Quindi più di 300 anni, ma non c’è documentazione storica. Nel 1934, durante una tempesta, un grosso ramo cadde, lasciando un vuoto visibile ancora oggi. Da un terrazzo si ammira anche un bel panorama su Rodi, Peschici, la costiera del Gargano. Soddisfatto di questa veloce visita, l’altra tappa è a San Nicandro Garganico dove esiste la Dolina carsica "Pozzatina”. Dolina significa valle…, sono buche raggruppate in luoghi precisi delle montagne e colline. Ci sono varie forme di dolina, la Pozzatina ha una forma circolare che somiglia ad una bacinella, ad una conca chiusa. Il termine carsismo indica l'attività chimica esercitata dall'acqua, soprattutto su rocce calcaree, sia di dissoluzione sia di precipitazione. Pozzatina è la seconda dolina più grande d’Europa e rappresenta uno dei fenomeni carsici più importanti d'Europa. Lunga oltre 650 metri , larga 400 metri e profonda intorno ai 100 metri . Il terreno della parte inferiore, di forma pseudo-circolare, è molto fertile ed è coltivato ad avena. Le pareti sono intensamente verdi e ricoperte da una fitta vegetazione di lecci e querce. Una stretta mulattiera, permette di scendere fino in fondo all'anfiteatro naturale. Impossibile percorrerla perché resa molto scivolosa per la pioggia intensa. Mi ha colpito la bellezza di un fiore che faceva capolino fra l’erba alta e bagnata, stava lì per farsi notare,…, alto una ventina di centimetri, di un abbagliante colore viola trasparente, ramificato, alla cui sommità c’era un fiocco. Il suo nome è Lampascione, chiamato anche cipollaccio col fiocco o giacinto dal pennacchio.


In diverse interviste televisive, Renzo Abore ha sentenziato che…,“non sei di Foggia, se non conosci il lampascione”. I lampascioni vengono utilizzati in cucina come insalata, in aggiunta negli arrosti con le patate, per realizzare gustose frittate, conservati sott’olio, sott’aceto, bagnomaria. Ha anche proprietà diuretiche, lassative e disinfettanti intestinali. Non ho potuto coglierli per la pioggia a catinelle e per il terreno inzuppato. Peccato! Ora, l’ultima destinazione è il ritorno a casa,Chieti, ma ancora rapidi sguardi al lago di Varano e al paludoso lago di Lesina, con un colore limaccioso e un forte puzzo di fogna. Peccato per la foresta umbra che non ho potuto visitare, sarà per una prossima volta. L’itinerario che avevo scelto era di partire da Monte Sacro e percorrere l’incantevole “sentiero delle Orchidee”, sono fiori dalle forme e colori meravigliosi. Questo promontorio, il Gargano, è una località da tenere in evidenza. Il turista non si annoia, perché offre molti interessi per le coste,il mare,le colline, la flora, la fauna, la storia e la gastronomia.

Scritto da Luciano Pellegrini
Le foto le trovate sul link: Gargano

16 maggio 2014

Chieti - IL GARGANO LO SPERONE D’ITALIA - PRIMA PARTE

 Monte Rorondo

Insieme a due amici ho deciso di trascorrere qualche giorno al Gargano per visitare i trabucchi e la foresta umbra. Ero al corrente che purtroppo le giornate sarebbero state piovose, ma non avevo altra scelta per la data. Sono partito il primo maggio da Chieti e la visita al Santuario di San Pio a San Giovanni Rotondo FG progettata dal noto architetto Renzo Piano e consacrata il primo luglio 2004, dopo circa dieci anni di lavori, era d’obbligo. Nel vedere questo santuario che non ha niente che possa farlo somigliare ad una chiesa, sono rimasto senza parole, amareggiato, deluso. Certamente l’architettura moderna può non piacere, ma utilizzarla per una chiesa, un luogo di culto, non può essere accettata. Il credente vuole trovare un luogo dove poter pregare, ma senza sfarzosità, che padre Pio ha sempre rifiutato. Vedere questo capannone verde semicurvo, mi è sembrato più una rimessa di aerei, un garage, un circo, con porte senza significato, in metallo. Sarò tradizionalista, ma la chiesa si riconosce dal campanile con l’orologio, la croce, le campane e dal corpo centrale secondo i vari stili, modelli, un’estetica collaudata, con un grande portone e l’interno con navate, cappelle, altari. Tutto questo manca. Il campanile è orizzontale ed è costituito da otto campane. Sulla chiesa non c’è la croce, ma c’è una grande croce posta sul sagrato, se così si può chiamare. L’altare, i confessionali, le cappelle, tutto in stile moderno e la “cappella eucaristica” dove i fedeli si inginocchiano per pregare ed adorare il santissimo sacramento, è un piccolo locale dove possono trovare posto nei banchi,poche persone. E i servizi igienici…? Quattro per le donne ed otto per gli uomini, perché ci sono anche quattro orinatoi a muro. I tempi di attesa? Lunghissimi, ma è stato previsto una sala di attesa con sedie, quindi pazientemente bisogna aspettare nella speranza che non sia urgente.


 San  Pio

 Questa pseudo chiesa non concilia la preghiera. In fila, arrivo all’urna per vedere il santo, Padre Pio. Sarà stata una suggestione, mi è sembrato che si muoveva, si rivoltava nella bara, sono certo che non ha accettato questa nuova collocazione. Io riporterei Padre Pio alla vecchia chiesa, dove c’è pace, silenzio, concentrazione. Molte persone con le quali ho parlato, sia in loco che durante il mio viaggio, sono d’accordo con le mie critiche, sin dall’inizio della costruzione della Chiesa. Molti sono stati i commenti negativi, specialmente per l'ingente impegno economico, contrastanti con le regole della povertà francescana. Sono uscito da questa pseudo chiesa…“sfastidiato” e mi sono diretto verso Monte Sant’angelo. Monte Sant’angelo FG è importante per il santuario di San Michele Arcangelo, (patrimonio UNESCO) e la grotta dell'apparizione, dove si trova un altare e una statua raffigurante l'arcangelo. Causa pioggia, non ho visitato le tante opportunità culturali che la città offre ed ho proseguito il viaggio per Vieste. Il territorio che ho attraversato è compreso nel Parco Nazionale del Gargano dove è situata parte della Foresta Umbra, area naturale protetta. Il suo nome ha origine dal fatto che la foresta è ombrosa…, cupa, “Umbra”. Il Gargano era un'isola ricoperta completamente da foreste che si congiunse con la terraferma, formando il famoso "sperone d'Italia". È il promontorio più grande di tutta la penisola italiana. Sono arrivato a Vieste, che vuole dire "fuoco” ed è associato alla dea del focolare Vesta,nelle prime ore pomeridiane ed ho alloggiato presso l’albergo Bikini, che si trova nell’immediata vicinanza della spiaggia del Pizzomunno. Il personale dell’albergo mi ha offerto un lodevole confort, pulizia e meravigliosa accoglienza ad un prezzo molto onesto. Lo chef ha preparato piatti a base di pesce con una cucina molto leggera. E’ riuscito a valorizzare i pesci che costano poco con una preparazione che ha esaltato il piatto. Sistemati i bagagli, ho approfittato che era ancora giorno, per fare una passeggiata sulla spiaggia di Pizzomunno.

 Trabucco

Il famoso monolite del Pizzomunno,dalla forma falloidale alto 25 metri , ha una bella leggenda simile a tante altre , per l’ amore sofferto di due giovani sfortunati. Pizzomunno era un giovane pescatore, innamorato di una meravigliosa ragazza di nome Cristalda. Il ragazzo ogni giorno affrontava il mare per raggiungere la sua amata, ma puntualmente le sirene, creature marine, emergevano dalle acque cantando melodie d'amore per attirare l'attenzione di Pizzomunno. La gelosia delle perfide sirene, separarono questi due innamorati. Cristalda fu rapita e portata in fondo al mare e Pizzomunno, per il dolore, fu trasformato nel monolite pietrificato che si ammira ora. La leggenda continua, narrando che ogni cento anni, in una notte di luna piena, i due giovani innamorati riprendono vita per incontrarsi di nuovo e vivere il loro sogno d’amore. Ho camminato per un paio di ore su questa spiaggia per rientrare in albergo che era ormai sera.Il mattino successivo, 2 Maggio, anche se le previsioni meteo annunciavano pioggia, ho gradito fare il GIRO DEI TRABUCCHI, da Santa Maria di Merino a Vieste, circa 10 KM . La città di Merino è conosciuta perché Papa Celestino V, Pietro da Morrone, venne catturato presso la chiesa, oggi Santuario di Santa Maria e fatto prigioniero da Guglielmo Stendardo II per volere di Papa Bonifacio VIII. Il 13 dicembre 1294 Celestino V, nel corso di un concistoro, rinunciò al pontificato, (…che fece per viltade il gran rifiuto...).Il Santuario di Santa Maria di Merino è l’unica traccia tangibile che resta dell’antica città di Merino. La statua lignea di Santa Maria di Merino ha consentito a mantenere viva la memoria di questo antico borgo.  La leggenda racconta che la statua fosse stata ritrovata da alcuni marinai su una spiaggia di questa zona ed in suo onore venne edificata una chiesetta proprio nel luogo dove la statua era stata ritrovata. La statua, pur se venne successivamente spostata in una Cappella all’interno della Cattedrale di Vieste, aumentò il legame spirituale tra gli abitanti di Vieste e questo luogo. Tale legame è rimasto vivo nei secoli, e tutt’oggi la Festa in onore di S. Maria di Merino è uno degli eventi più importanti della città di Vieste. Ho iniziato la mia escursione e mi ha da subito coinvolto, il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli, il colore turchese del mare, la folta macchia mediterranea, i promontori, i gabbiani, il silenzio, la convessità della costa, i promontori, i trabucchi che mi hanno regalato uno spettacolo indimenticabile.Il trabucco garganico è localizzato tra Vieste e Peschici. E’fermamente ancorato sugli scogli con grossi tronchi secolari di pini d’Aleppo. Queste costruzioni sono costituite da un piano di tavole al centro del quale sorge il casotto, dove il pescatore si porta di primo mattino e attende di recuperare la rete con i pesci, manovrando l'argano rotante. Con un rapido movimento, l'argano viene fatto girare per riavvolgere le corde collegate ai quattro angoli della rete e in pochi istanti, riemerge il pescato. Dal casotto si protendono verso il mare quattro lunghe antenne che sorreggono una grandissima rete mediante dei canapi ad esso legati che viene adagiata sul fondo del mare. Il nome di tale rete dove cade il pesce, si chiama trabocchetto. In questa struttura da pesca dell'Adriatico Garganico ci lavorano normalmente quattro pescatori, i trabuccolanti. Due di loro sono preposti alla manovra dell'argano, il lavoro più pesante, che consente di calare in mare la rete e poi di ritirarla fuori dell'acqua. Uno è addetto all'avvistamento dei banchi di pesce. Uno si occupa di dare i comandi e di scegliere i tempi per l'effettuazione delle varie manovre. Un’organizzazione perfetta. La diversità dei “trabucchi del Gargano” dai “trabocchi abruzzesi” è dovuto alla morfologia delle due coste. I trabocchi abruzzesi sono collocati direttamente sulla costa, dove l’acqua è meno profonda e alla quale sono collegati con un ponticello di legno, inoltre sfrutta un sistema di pesca chiamato “a bilancia”. Le bilance hanno un solo argano, la rete è molto più piccola di quella dei trabucchi garganici. Altra caratteristica che differenzia le due tipologie è la lunghezza ed il numero delle antenne, nei trabocchi sono due.

Trabucco

I trabocchi della costa abruzzese sono tutti funzionanti, la maggior parte come ristoranti. I trabucchi nel Gargano sono stati inseriti nella categoria del patrimonio del Parco Nazionale e quindi sono attentamente tutelati. Invece…! Incredulo, ho constatato lo stato di abbandono di questi trabucchi. Funi spezzate, legno fradicio, pali cadenti, l’interno…, un insieme di cose buttate. Mi sono informato e sono venuto a conoscenza che sui Trabucchi del Gargano ci sono ricorsi, contestazioni, cause, sentenze del Tar, fra associazioni ed istituzioni, da tanti anni e tutto questo danneggia il patrimonio. Penso che, conoscendo i tempi lunghi per la pronuncia del giudizio, questi trabucchi avranno vita brevissima. Peccato! Da subito bisognerebbe provvedere al recupero, valorizzazione, mantenimento e ricostruzione dei trabucchi con annessi manufatti e alla tutela delle aree circostanti. Sono convinto che occorre una sinergia fra pubblico e privato affinché i trabucchi possano essere  effettivamente tutelati come bene storico, culturale e paesaggistico.

Scritto da Luciano Pellegrini
Foto dei Trabucchi

06 maggio 2014

Chieti - Nigeria, liceali rapite


Con un video di 57 minuti i ribelli integralisti di Boko Haram hanno brutalmente rivendicato il rapimento in Nigeria di 223 studentesse liceali. A parlare, rivendicando l'azione, è il capo del gruppo estremista Abubakar Shekau: «Ho rapito le vostre figlie, le  venderò al mercato in nome di Allah». Shekau, che dice di tenere «le persone come schiave», dichiara di aver rapito le ragazze perché «l'educazione occidentale deve cessare» e che le ragazze «devono lasciare la scuola e essere date in sposa»

nonnoenio

01 maggio 2014

Chieti - 1° Maggio, festa della disoccupazione

Nonostante le rassicurazioni di Renzi e del Ministro del Lavoro, la disoccupazione oggi in Italia è al massimo storico, segnando a marzo il 12,7% e il 42,7% per i giovani, ma al contempo l'occupazione mostra alcuni segnali positivi, intorno allo 0.1%. «A marzo - sottolinea il ministro Giuliano Poletti - l'Istat ci dice che gli occupati sono aumentati di 73.000 unità rispetto al mese precedente, superando i 22,3 milioni. È la prima volta che questo accade da febbraio 2013». Ma il tasso di disoccupazione «è ancora drammaticamente elevato, soprattutto tra i giovani. Per questo l'impegno prioritario del Governo è quello di attuare interventi che possano favorire la ripresa economica e stimolare la crescita dell'occupazione», a partire dal decreto che semplifica contratti a termine e apprendistato. E per aiutare i giovani, non a caso, ricorda il ministro, oggi Primo maggio, Festa del lavoro, parte la Garanzia giovani, il programma che punta a garantire, appunto, una opportunità di lavoro, apprendistato, formazione o anche di servizio civile ai giovani tra i 15 e i 29 anni, disoccupati e Neet in testa (che non studiano, non lavorano e non si formano). Un Primo maggio che per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sarà invece «la festa della disoccupazione più che del lavoro».

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