29 settembre 2016

CHIETI - BALZOLO DI PENNAPIEDIMONTE - LA CROCETTA


Dalla località Balzolo di Pennapiedimonte CH, (710 m), Parco Nazionale della Maiella, si segue il sentiero del Parco G1. La prima parte del sentiero per raggiungere il rifugio Pischioli (1135 m) è ripido e scivoloso, poi è molto piacevole. Alla fontana del rifugio c’è l’acqua… miracolo? NO! Un residente di Pennapiedimonte, D.C.A, animato da altruismo ed amante rispettoso della montagna, a spese sue, ha acquistato tubo, fascette, chiodi ed altro e con volontà ha riparato il tubo, danneggiato da una persona meschina. Proseguendo si arriva “all’àrë dë li prìtë (1206 m), (ara dei preti) “, così chiamata perché i monaci benedettini che alloggiavano nel X secolo all'abbazia di Santa Maria, lungo il corso del torrente Avella, ci coltivavano il grano, che poi portavano alla grotta Fratanallo, una piccola dipendenza del monastero, utilizzata sia come zona eremitica e sia per il ricovero delle greggi per il pascolo. Decido di passare per il Cantone Minco…di Domenico”, uno spuntone a (1318 m). Il sentiero non è segnato, ma pur se abbastanza chiuso, è evidente. Dal cantone Minco si osserva un ampio panorama a perdita d’occhio: Le Murelle con 


l’anfiteatro – Le Macirenelle – la valle dell’inferno – le gobbe di selva romana il rifugio Pomilio, il Focalone, il lago di Casoli, il mare, oltre a decine di paesi. Ora il sentiero non segnato, ma molto bello, arriva alla Rapina, dove alla prima NETTA(Pianetta) c’è una fontana con acqua non potabile, va bene per dissetare la fauna selvatica. Poco distante, alla seconda NETTA, c’è un’altra fontana con acqua potabile ed un’area da pic nic…, per persone allenate. Alla fine della Rapina c’è la terza NETTA, una bella piana da dove inizia un sentiero ombroso che attraversa una fitta faggeta. In poco tempo si raggiunge la località CROCETTA (1489 m) così chiamata perché è una intersezione di più sentieri. Anche qui la fontana è stata riparata dallo stesso  D.C.A. L’acqua è freschissima, leggera, ed alimenta le altre fonti a valle che ho descritto. Per il panino ho preferito salire su un facile costone panoramico dove c’è una piccolissima cengia rocciosa che si affaccia su un profondo dirupo Mi sono seduto su una roccia, con i piedi ciondoloni verso il basso, mi sono immerso nel silenzio, interrotto ogni tanto dal cinguettio degli uccelli, ma il riposo è stato utile. La giornata soleggiata, fresca, non afosa, ventilata, mi ha procurato difficoltà ad abbandonare questo posto, per tornare al Balzolo.

 Luciano Pellegrini  agnpell@libero.it
.Le foto sul link: FOTO
https://plus.google.com/u/0/collection/wb6AME

Tempo di percorrenza A/R: 5 ore senza soste
Difficoltà: E/EE
Lunghezza: A/R 9.5 km
Dislivello: in salita 780 m

25 settembre 2016

Chieti - La Pantafica

Sarà successo a tutti, almeno una volta nella vita, di svegliarsi di soprassalto e sentirsi come paralizzati, con il fiato corto e impossibilitati a muovere braccia e gambe. I medici parlano di apnee notturne, ma gli abruzzesi danno una risposta precisa a queste sensazioni: è colpa della “pantafica”.

La cosiddetta “pantafica” o “pandafeche”, nella credenza popolare, è una donna dagli occhi demoniaci, una figura spettrale che disturba il sonno posizionandosi sopra le persone che dormono, per poi accovacciarsi e bloccare la bocca con la mano. Una sorta di strega che, come tramandano le vecchie generazioni, di notte gira indisturbata vestita di bianco, con un muso appuntito. Secondo la credenza popolare, inoltre, nei suoi giri la “pantafica” si diverte realizzando trecce con le criniere dei cavalli.

Per prevenire l’arrivo della “pantafica”, però, i nostri nonni hanno tramandato anche la soluzione. Basta lasciare un fiasco di vino vicino al letto, in modo che la strega vi si dedichi senza disturbare il sonno. In alternativa, bastano un sacchetto di legumi o una scopa con tante setole: fra le sue manie, infatti, c’è quella di non resistere a contare molti piccoli oggetti quando se li trova davanti.
@nonnoenio

03 settembre 2016

Chieti - Benvenuti a Treglio


Se questa estate andate a Treglio un comune italiano di 1.613 abitanti della provincia di Chieti , in Abruzzo, alla periferia nord di Lanciano noterete che si è arricchita di una nuova opera.  Il paese che da anni vanta la tradizione e la pratica dell’affresco,  che colora e abbellisce numerose abitazioni di centro e periferia. Quest’anno un  nuovo grande dipinto campeggia su un muro del paese e questo si va ad aggiungere ai 60 dipinti  già esistenti. L’opera è stata realizzata in questi giorni, nel corso della “Settimana internazionale dell’affresco” da 12 artisti e studenti arrivati da tutta Italia, in quella che è a tutti gli effetti una manifestazione, 
 

che unisce scuola e laboratorio, ma che è diventata anche un’attrattiva turistica del paese. Gli artisti vi si recano  per apprendere la tecnica dell’affresco, che oggigiorno va scomparendo a discapito dei writers che invece di abbellire spesso sporcano. Gli artisti qui invece hanno operato sotto la guida di esperti docenti. La Settimana dell’affresco è diventato un appuntamento di prestigio per Treglio, che, su 100 paesi dipinti in Italia, è l’unico affrescato dello stivale. «L’affresco è una nostra caratteristica», spiega il sindaco, «ed è anche un’opportunità. In 16 anni siamo riusciti a creare una Scuola internazionale dell’affresco, presieduta dal pittore Vico Calabrò e mandata avanti da esperti affreschisti cresciuti sul posto». Inoltre si è costituita l’associazione culturale “Treglio affresco”, presieduta da Antonella D’Addario, che organizza tutte le attività legate agli affreschi. Dal 12 settembre la manifestazione raddoppia con l’arrivo di un artista internazionale per questo tipo di tecnica. Intanto il Comune sta valutando la stesura di un regolamento per il modo di presentare e richiedere un affresco sulle abitazioni dei tregliesi.  

@nonnoenio