25 novembre 2012

Chieti - Una volta esisteva il ricambio



Una volta esisteva il ricambio. Si comprava un prodotto e quando questo finiva si era sicuri, con una spesa contenuta, di poterlo sempre rimpiazzare. E c'era chi viveva aggiustando le cose o fornendo pezzi di ricambio. Andando più indietro nel tempo si trova che in passato persino le camicie da uomo le vendevano con colletto e polsini di ricambio. Quando, dopo anni d'uso, gli originali erano ormai lisi, si rinnovava il capo con quelli di riserva. Spesso però c'era un altro inconveniente: a causa dei numerosi lavaggi, al momento del ripristino la camicia si presentava scolorita. Per evitare che questo succedesse, le esperte passavano alle neofite il suggerimento di lavare periodicamente anche i ricambi. Certo, il lavoro aumentava, ma tanto quello era il tempo in cui l'impegno casalingo della donna non aveva limiti. Per quanto poi riguardava piatti e bicchieri, si poteva stare abbastanza tranquilli. Se ne rompeva uno? I rimedi per il danno erano presto assicurati, perchè si sapeva di poterlo sostituire senza difficoltà. I negozi erano facilmente in grado di offrirne di nuovi in cambio. Nei loro capaci magazzini non c'era tanta varietà, ma gli oggetti classici, magari sepolti nella polvere, si trovavano sempre. Adesso, quando va bene e si riesce ancora a trovare quell'articolo, la sfumatura non è la stessa, oppure si recupera una misura diversa da quella che si cerca. Da un po' di tempo, all'inizio dell'anno scolastico, c'è il problema dei libri di testo. Non è più possibile farli passare al fratello minore perché sono un'edizione vecchia. Poi si scopre che l'aggiornamento riguarda solo la didascalia di alcune foto. C'è forse una moda anche per i libri di scuola? Fortunatamente per quanto riguarda i detersivi va un po' meglio: il ricambio a volte c'è. Ma poi un bel giorno ci si accorge che il nuovo flacone non si avvita più sulla solita bottiglia: il produttore ha deciso che dobbiamo rinnovarci. Oppure è la massiccia pubblicità, unita all'illusione di avere risultati migliori, che ci induce al cambiamento. Così ci si adegua, ci si aggiorna, si sostituisce, si butta via. E si fa lievitare il cumulo di rifiuti. Questo è il consumismo, base dell'economia occidentale

nonnoenio

10 commenti:

  1. Esisteva anche la prassi di rivoltare gli abiti, passando l'interno all'esterno e viceversa in modo da dargli un aspetto "nuovo".
    Io sono andato in giro per tutta l'infanzia (tra gli anni '60 e '70) con le toppe sui gomiti e le ginocchia.

    Questo accadeva prima che l'Italia fosse occupata dagli Americani e ne mutuasse completamente il modello economico, sia pure pesantemente influenzato dalla presenza del più importante e inutile Partito Comunista europeo da questo lato del Muro.

    Tempo fa il mio frigo si copre di ghiaccio. Chiamo l'assistenza, arriva il tecnico, apre lo sportello, lo chiude e dice: "bisogna cambiare il frigorifero, sono 40 euro per la visita, prego". Io chiedo "ma scusi, non si può riparare?" e lui sorridendo mi dice: "una volta si faceva ma adesso non conviene più. Innanzitutto la serpentina è annegata nell'isolante per cui se c'è una perdita di gas è difficile da riparare, poi in ogni caso bisogna venire a ritirare il frigo con un furgone, portarlo in laboratorio, smontarlo, riparare o sostituire i pezzi, rimontarlo e riconsegnarlo. Tutta l'operazione costa, solo di manodopera, molto di più del frigorifero nuovo".

    Una derivata è che l'Italia produce circa 16-18 chili di rifiuti elettronici a testa, per anno. E una esigua percentuale viene recuperata, almeno seguendo le vie ufficiali. Tutto questo nonostante esiste una normativa europea, recepita dalla normativa nazionale, che obblighi i vari "attori" allo smaltimento e al recupero di questi rifiuti, detti RAEE.

    Le altre due derivate sono:
    1. non si può produrre niente in Italia perché bisogna tenere il costo del prodotto nuovo cosi basso da costare meno dell'usato.
    2. oltre alla produzione, vanno a sparire anche tutte le professioni legate alla manutenzione. Chiudono i negozi di ricambi, spariscono i riparatori.

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    1. è capitato qualcosa di analogo con la mia lavatrice, adesso ne ho una nuova e non mi è costata neanche tanto... mi ha scocciato solo che per portarsi via la vecchia hanno preteso 20 euro... per il resto tutto bene anzi meglio...

      a proposito del rivoltare i vestiti, mi ricordo nel 1957, allora avevo 10 anni, che i figli assistevano alla scelta dell'acquisto del cappotto da parte del padre, non perchè potevano interferire, ma per vedere come sarebbe stato il loro dopo che questo fosse smesso dal genitore e "rivoltato" per il figlio... mia madre era un'artista per queste cose e l'usato sembrava quasi nuovo... se si osservava attentamente si notava che dove c'erano le asole adesso c'erano i bottoni...

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  2. Forse la parte della riparazione è oscura, quindi la preciso meglio:

    Progettare un apparecchio perché la costruzione costi il meno possibile va contro l'idea di progettarlo in modo che sia facile da riparare.

    Un esempio classico sono i prodotti Apple. Non tutti sanno che sono praticamente IMPOSSIBILI da smontare. La ragione è che, oltre ad usare sistemi di bloccaggio e viti in formati esotici, per cui nessuno ha gli strumenti adatti, oggigiorno si fa amplissimo uso di componenti INCOLLATI, per cui, una volta chiuso l'aggeggio non c'è modo di aprirlo se non forzando le parti e quindi danneggiandole.

    La ragione è semplice: la "vita utile" dei prodotti Apple deve essere il più breve possibile in modo da spingerti all'acquisto della versione successiva, che di solito esce con cadenza almeno annuale. Inoltre, in caso di guasto, che sia in garanzia o meno, si butta tutto e si sostituisce con un dispositivo nuovo.

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    1. a proposito di Apple e dei suoi prodotti usa e getta... ha perso la causa e ha dovuto estendere la garanzia sui suoi prodotti almeno a due anni.

      adesso tutto viene costruito per durare un tot di tempo, l'unico campo forse dove si riesce a fare qualcosa è in campo automobilistico...

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  3. Dalle mie parti i vestiti si passano ancora... soprattutto per i bimbi.

    Un abbraccione

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  4. il capitalismo è l'unico modello economico sopravvissuto (a mio parere anche a se stesso) ma ciò non vuol mica dire che sia il migliore....

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    1. Qui più che capitalismo si tratta di "coglionismo", nel senso che il consumo fine a se stesso è un comportamento indotto facilmente nelle menti deboli.

      A questo punto la discussione si trasferisce sul modo in cui si formano le menti. Cosa è che forma il "cittadino", come e perché.

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  5. Ma quanto mi è piaciuto questo tuo post Enio!!!
    Mi ha fatto tornare indietro di tanti anni dove non si buttava nulla e tutto etra riciclato.
    Non so a te, ma a noi comperavano le scarpe con almeno di due numeri in più...così duravano tanto perchè...con la crescita altrimenti sfuggivano....
    Solo che ora se comperi le scarpe puoi stare sicuro che non durano due anni perchè anche la pelle non è più la stessa!!!
    Che dire delle calze da donna che quando si sfilavano le portavamo dalla "rimagliaia" che le rimetteva in sesto?!! Ora si buttano subito.
    Per ciò che riguarda i libri di scuola duravano anni e passavano dall'uno all'altro.
    La cartella poi ricordo che non l'avevo e quando ero alle superiori legavo i libri con una cinghia elastica!!!
    Siccome ho due fratelli non potevano passarmi i loro abiti...allora una bambina non si portava i pantaloni e così una volta all'anno avevo un vestito nuovo.
    Un giocattolo lo avevamo solamente la sera della Befana ed era chiaro che sviluppavamo maggiormente la fantasia e con poco sapevamo creare giochi bellissimi. Ora quando vedo che si gettano i vasetti vuoti dello yogurt o altri contenitori, dentro di me dico che se li avessi avuti ai miei tempi chissà quali cose avrei inventato.
    Ora la società del consumismo ha rimbambito la testa di giovani e meno giovani e così tutto è usa e getta!!!
    Anch'io sono nonna e mentre mio nipote che ha 26 anni è un ragazzo che si accontenta di tutto senza troppe pretese...la sorella che ne ha quasi quattordici...non gli va mai bene nulla..conosce tutte le "firme" di abiti, scarpe, borse....
    Come vedi, anche solo una piccola diversità di età, fa cambiare mentalità anche perchè la vita di oggi giorno scorre talmente veloce che anche il modo di concepire la vita è diverso.
    Quanto durerà?
    Ciao buona serata
    Abbraccio
    Bruna

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  6. @Diana

    io sono nonno e ne ho vissute da piccolo e da grande da poterne rorrantare. Miricordo per esempio, che a parte il fatto che si riciclavano le scarpe e le si risuolavano fino ad arrivarcici a crescere un baio di figli, si mettevano quei due ferretti su ognoppi tacco per non farli consumare... alcuni utilizzavano il ferrerro per esibirsi nel ballo del tip tap... e poi sempre a lustrarle per che non si consumarse il cuoio... ricordo le scatolette della Guttalin che con la spazzola si strofinava fino ad assorbire il lucido e poi si lucidava con un panno di lana...

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  7. Siamo tutti diventati collettivamente più scemi, quindi più poveri.

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