Il sei e sette agosto si è realizzata la sesta edizione della sagra della cipolla piatta a Fara Filioum Petri.
Sette gli stand gastronomici, tutti gestiti dalle contrade locali, dislocate nelle piazze più suggestive del paese che hanno offerto una varietà dei menù ed ottima qualità dei piatti proposti il cui ingrediente principale è la cipolla.
La cipolla appartiene alla famiglia delle Liliacee, viene coltivata in ogni parte del mondo e rappresenta uno degli aromi più utilizzati nelle cucine di tutto il mondo.
Esso è un prodotto dell’orto molto antico, utile in cucina e ricca di proprietà terapeutiche.
Fara è una parola di origine longobarda indicante un gruppo, costituito da famiglie e da individui imparentati, in cui era diviso il popolo.
Lo stanziamento dei Longobardi avveniva per fare veri e propri organismi politici-militari, il cui nome indicava anche il territorio abitato dal gruppo.
Vi è inoltre la devozione longobarda a santa Fara.
Ne sono testimonianza i vari comuni che ancora oggi in Italia portano questo nome.
Il nome del paese originariamente era solo "Fara".
Varie sono le tesi sulla successiva aggiunta di "Filiorum Petri".
Una delle più accreditate è quella che la fa risalire alla presenza di monaci celestini nel convento di Sant'Eufemia.
Questi monaci infatti si facevano chiamare "Figli di Pietro" (Pietro era il nome del fondatore, san Pietro Celestino).
Per distinguere il paese dalle altre "Fare" si iniziò a chiamarlo Fara dei Figli di Pietro.
La cittadina è famosa anche per le Farchie e Festa di S.Antonio abate che si celebra dal 10 gennaio - 17 gennaio.
Torniamo alla sagra della cipolla.
La cipolla piatta di Fara Filiorum Petri ha una lunghissima tradizione di coltivazione, tanto da essere scherzosamente definita "Fara cipollara" dagli abitanti dei paesi limitrofi.
La cipolla piatta di Fara è un ortaggio autoctono perché appartiene solo a questo luogo.
I contadini sono i proprietari dei semi.
Da qualche anno i produttori del posto hanno rintracciato le antiche sementi e hanno permesso così di riprenderne la coltivazione, facendo in modo che questa antichissima varietà di cipolla non si andasse estinguendo
Sono in corso iniziative per il riconoscimento di denominazione di origine protetta (dop) da parte della Camera di Commercio.
Per la crescita della cipolla occorre un terreno sabbioso e/o argilloso, e molta acqua.
Dunque con queste caratteristiche la crescita e la coltivazione del famoso bulbo è ottimale.
Le cipolle vengono ancora tolte dal terreno a mano, il che garantisce al bulbo un trattamento di tutto rispetto.
Il bulbo, costituito dall’ingrossamento della parte basale delle foglie, che si inseriscono le une sulle altre.
E' una cipolla bianca, dolce, dal gusto particolare, carnosa,profumata.
Esistono esemplari dal peso di un chilogrammo.
Si narra che anticamente per innaffiare questo ortaggio, che vuole molta acqua, i contadini prelevavano l'acqua con una pala.
Versavano questa acqua sulle cipolle e forse la forza che proveniva da questa operazione violenta, ha fatto si che l'ortaggio si sviluppasse in larghezza.
Ho avuto la fortuna di visitare uno stand gastronomico della contrada “ Giardino”,ridiscendendo da una escursione in montagna.
Sono entrato invogliato da diversi odori, profumi provenienti dall'interno fra cui primeggiava la cipolla.
C'erano una decina di donne ognuna impegnata alla preparazione dei menù.
La prima cosa che vedo una padella con le uova e la cipolla.
La classica frittata, piatto povero,ma il più conosciuto ed apprezzato che devi per forza gustare.
Un pentolone dove bolliva la cipollata, “acqua-olio-sale-pomodoro e la cipolla”.
Su un altro fuoco si realizzava la “cipollata cace e ove”.
Eppoi un ragù invogliante per condire la pasta.
Ovviamente l'ingrediente principale è la cipolla.
Nello stand c'erano due assessori che tolti gli abiti classici da ufficio, indossavano su abiti comuni un bel “z'nale, zinàle: grembiule” per non sporcarsi ed aiutavano alla preparazione dei piatti.
Fabio Cellucci assessore alle associazioni e tradizioni e l'assessore ai servizi sociali Pierdomenico Antonietta.
Ho chiesto notizie sulla sagra e così sono venuto a conoscenza che ci sono in paese 16 contrade di cui solo la metà partecipano.
Il motivo è che ci vogliono un bel po' di persone che prendono parte gratuitamente, ma che sappiano cucinare, avere uno spazio dove installare la cucina...per preparazione dei piatti.
Se si è in pochi, non ce la fai.
L'assessore Cellucci che fa parte della giunta del sindaco Domenico Bucciarelli (Lista Civica Fara Domani) dal 08/06/2009 (1º mandato),di tendenza centro-sinistra, mi ha informato che è intenzione dell'amministrazione comunale incrementarne la coltivazione e la commercializzazione, anche attraverso contributi agli agricoltori e il riconoscimento del marchio IGT, indicazione geografica tipica”.
Crisi a parte, curiamo pubblicità, diritti SIAE e l’acquisto diretto delle cipolle dai coltivatori di Fara. Queste vengono selezionate da professionisti agronomi e tecnici, prima di essere cedute gratuitamente alle varie associazioni”.
Purtroppo in Abruzzo è assente una promozione turistica che faccia conoscere in Italia ed all'estero le tante tradizioni che i paesi festeggiano.
Scritto da: Luciano Pellegrini
non conoscevo questa sagra, ma ne conosco tante altre in Abruzzo, che in questo periodo impazzano quasi ogni sera per attirare pubblico vacanziero sulla costa adriatica. A quella degli "Antichi Sapori" cìè sempre un pienone da non credersi... con tanti affari per gli artigiani locali che vendono le loro "opere"
RispondiEliminaLe Notti di San Lorenzo, Sagra a Pretoro.dal 9 all’11 agosto:sagra itinerante nel centro storico del paese di Pretoro, alle porte della Majelletta in provincia di Chieti, alla riscoperta degli antichi sapori, dell’artigianato, degli scorci e angoli più incantevoli. Nelle tre serrate si riscopriranno le atmosfere legate alla tradizione, con il mercato di antiquariato, artigianato e prodotti tipici che si snoda per le stradine del borgo medievale, mentre nelle piazze principali saranno degustati svariati piatti della tradizione locale.
RispondiEliminaVenduti più di 20 quintali di cipolle. Grande successo della manifestazione sulla cipolla piatta. Migliaia di presenze, migliaia di pasti offerti, ma soprattutto la vendita in due giorni di oltre 20 quintali di questa cipolla tipica del paese. «Abbiamo prove della coltivazione di questa cipolla dal 1300, quando i monaci benedettini presenti nel convento di Sant' Eufemia, ne ornavano gli orti e coltivavano questo ortaggio, dolce, gustosissimo e diuretico, che non provoca alitosi». Cosi il sindaco Domenico Bucciarelli, da anni impegnato alla reintroduzione e rivalutazione di personaggi, valori e storia del territorio. La coltivazione della cipolla piatta avviene da parte di pochi custodi dei semi del prodotto e acquistato direttamente dal Comune di Fara Filiorum Petri, per evitare eventuali sofisticazioni. Ma il sindaco ha una rimostranza da fare: «Sono anni che chiediamo un intervento di adeguamento della linea irrigua sui terreni denominati Cipollaro. Purtroppo, il consorzio di bonifica Centro continua a lamentare ogni volta la mancanza di fondi. Eppure ciò che chiediamo e un lavoro che costa poche migliaia di euro».
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