Sulla spiaggia, sotto il sole ci si spoglia, per andare a fare il classico tuffo o la passeggiata sulla battigia e ci si accorge che molti, anzi moltissimi sono i corpi disegnati con i caratteristici tatuaggi. Coperti da disegni orientali dai molteplici colori oppure dalle ormai classiche scritte monocromatiche di color nero, senza scordare le più attuali iconografie maori e polinesiane. Sono questi i soggetti maggiormente richiesti dai giovani nel momento in cui decidono di adornare la propria pelle con un tatuaggio. Io sono stato sempre contrario a questa pratica esibizionistica, ma devo dire che in parecchi se li fanno e spesso ricorrono a figure che richiamano gli intramontabili e policromatici draghi, farfalle o fiori in un'innovativa accezione di bellezza ed eleganza che si adatta armoniosamente alle linee dei giovani corpi. Chi li sfoggia per seguire una moda ed emulare, almeno per quanto concerne la superficie cutanea, i mediatici modelli di calciatori e veline, chi, invece, li interpreta come una vera e propria decorazione per abbellire il proprio corpo, ricercandone l'assoluta originalità ed esclusività attraverso l'elaborazione di un progetto grafico ad hoc. Certo è che oggi la pratica del tattoo è diffusa in modo piuttosto capillare e a detta di Vittorio, un personaggio stranissimo conoscito per caso a Francavilla, che da dieci anni lavora con ago e colore, pare che oltre il 70% degli italiani nasconderebbe sotto maglietta e pantaloncini estivi un piccolo segno distintivo. In effetti, sebbene la scelta sia sostanzialmente soggettiva, pare che ad accogliere con maggior frequenza il tatuaggio siano le zone del corpo meno esposte al contatto visivo esterno, quali spalle, schiena, petto, cosce. E se, fino ad una decina d'anni fa, «sfregiare» la propria immagine estetica con disegni di varia forma e natura era prerogativa di galeotti e marinai, il panorama attuale di chi sceglie di decorare il proprio corpo con un tattoo è nettamente diverso: dall'operaio al professionista, dalla casalinga allo studente. In gran parte le richieste provengono dai giovani di età inferiore ai 30 anni, con particolare interesse da parte del pubblico femminile.
nonno enio
Una generazione di potenziali affetti di tumore alla pelle,insomma... chi me la pagherà la pensione?
RispondiElimina@Paolo
RispondiEliminaEsistono prove scientifiche di quello che affermi?
Posta i riferimenti, mi interesserebbe. Grazie...
Non si possono vedere!! Mai piaciuti e mai mi piaceranno i tatoo
RispondiEliminaCaro Nonno, ai nostri tempi era roba da film di pirati. Il corpo é un manifesto e questi ci scrivono questa roba. Magari serve loro per definire e proclamare una identità che si fatica a far emergere diversamente.
RispondiEliminaCiao.
Nella mia cerchia familiare nessuno ha tatuaggi, tra i iei amici neppure, che li conosca tutti io quelli che non si tatuano... Per piacere la statistica è una scienza il "per sentito dire" è un'altra cosa.
RispondiEliminaTra non molto farà tendenza(con tutte le conseguenze del caso) quell'uno su tre che potrà mostrare la pelle integra(al massimo abbronzata).
RispondiEliminaNon vedo l'ora(ma già comincio ad esibirmi)!!!
il tatuaggio è un attitudine, uno stile di vita, non soldi e potere... ma poi chi se ne frega! scusate, chi vuol tatuarsi lo faccia pure senza pretendere di finire sui giornali in prima pagina
RispondiEliminatanto futuro lavoro per la chirurgia plastica... una volta che ci si è stufati o non è più di moda... ovviamente a carico dell'utente !!
RispondiEliminaE' vero, molti "giovani" hanno un tatuaggio, ma non credo proprio siano il 70%... quindi non escludendo bambini ed anziani... mi sa che la percentuale degli Italiani tatuati sia alquanto inferiore.
RispondiEliminaBoh, ognuno sulla sua pellaccia faccia pure ciò che vuole.
RispondiEliminaPersonalmente vorrei evitare su di me il ridicolo, quando un giorno sarò vecchietta e passeggerò sulla spiaggia con le amiche a prendere il fresco di mattina, di far debordare dalla mia pancia un improbabile motivo tribale.
avrei voluto un tatuaggio da quando avevo 15/16 anni, mi sarebbe piaciuto avere la classica corona di spine tatuata sul bicipite... poi per come sono stato educato sono sempre stato abituato a pensare e ripensare prima di essere sicuro di fare una cosa... alla fine ho deciso di farlo quando di anni ne avevo 32. il posto deputato è rimasto lo stesso, ma i gusti sono cambiati e ho fatto un tattoo in stile incas che sono sicuro di avere solo io (anche grazie a fritz tatuatore artista) che si è preso 15 giorni per elaborare un disegno che piacesse tanto a me quanto a lui...
RispondiEliminaSono passati 4 anni i tatuaggi sono diventati 2 e non me ne pento affatto, ancora mi piacciono e giuro non li ho mai ostentati.
Ora nascerà la mia prima figlia e già so che a breve ci sarà un terzo tatuaggio e so che sarà l'impronta del suo piedino... e so che non mi pentirò... :-)
@gds75
RispondiEliminaecco io sono non tanto preoccupato dei tatuaggi che certe volte (adesso sono a prendere il sole sul lago di Caldonazzo e ne vedo parecchi, sopratutto tedesconi con la panzotta, che hanno tatuato buona parte della braccia, delle due spalle e qualche volta grosse figura anche sulla schiena)arricchiscono, come nel tuo caso periodi belli della tua vita, finchè si è giovani, ma come dice la mia amica SARA, quando si ha 60 anni e più e si passeggia con la nipotina o con gli amici co sti disegni sul groppone... ecco io non mi ci vedo e pertanto non ho mai preso in considerazione di farmeli.
Mi sarebbe piaciuto un tribale intorno all'ombellico ... ma visto la mia conformazione pingue tendente ad allargamento ho desistito per non trovarmi con un satellite sul girovita ;-)
RispondiEliminacassini diceva in un suo pezzo comico "donna ricorda quel che oggi è un delfino che saltella sul tuo fondoschiena domani sarà una balena arenata sulle tue chiappe" :)
RispondiElimina