Furano quelli anni "interessanti" per la nostra città. Alla Villa Comunale, nel giugno del 1924, il principe Umberto di Savoia inaugura il monumento ai caduti di Pietro Canonica uno dei più belli della nostra citta. Ci sono in quel periodo, sopratutto, i raduni fascisti che si svolgono prevalentemente in Piazza Umberto I, lungo il Corso, in Piazza S. Giustino, con la partecipazione del vescovo Venturi e sopratutto si gli incontri di calcio disputati al campo della Civitella.... In quei giorni a Chieti, agli angoli dei palazzi, sotto i portici, compaiono manifesti col volto di Mussolini e le scritte "Vincere" e "Noi tireremo diritto", a fare da refrain. Ed è forse pensando alla vittoria contro la resistenza abissina che alcuni giovani - corsi a combattere in terra africana- sorrisero davanti alla macchina fotografica che li immortalava. Un sorriso destinato a spegnersi dopo 5 anni: tanto durerà, infatti, il sogno italiano. In quegli anni Chieti capoluogo vede perdere parte del suo vasto territorio provinciale a favore della nuova provincia di Pescara, istituita sul finire del 1926, per volontà di Mussolini. La città ha dunque bisogno di riaffermare la propria identità a e il proprio ruolo anche attraverso una adeguata pubblicità. Nel 1928, Nicola D'Agostino pubblica Chieti e la sua provincia, con prefazione di Raffaele Paolucci. Il volume esalterà l'antica civiltà della gente " custode delle antiche virtù; valore, fedeltà, laboriosità, modestia" e i fasti gloriosi di una località che " posta al centro dell'Abruzzo, resta in virtù del suo popolo la fedele vedetta sulla via più breve fra l'Adriatico e Roma"......
21 marzo 2011
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tempi andati, giovinezza, giovinezza urlerebbe mio nonno (10 figli, pluripremiato dal Duce, allora si partiva per esportare,come si fa oggi con la democrazia,il Fascio e intanto si cercava di fottere tutto ai paesi a cui la esportavamo.... sembra che non sia cambiato niente da allora eppure son passati 85 anni!
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