Dappertutto si sta sviluppando l'uso della bicicletta, per visitare città più o meno grosse, affittandole sul posto per pochi euro. Parcheggiata la macchina in albergo, si riescono facilmente a visitare i posti, con calma e senza avere l'assillo del parcheggio. Molte città si sono attrezzate con Km di piste ciclabili che ti conducono ormai dappertutto, dall'ufficio postale all'ospedale e ad ogni fermata trovi una grossa rastrelliera dove poterla legare. Ci sono altre città che addirittura forniscono incentivi (soldi buoni) per la rottamazione di vecchi motorini "puzzolenti" a patto che si passi alla due ruote ecologica. Veloce, pulita, silenziosa, sana, economica, divertente: la bicicletta è un'invenzione rivoluzionaria e un mezzo di trasporto ecologico e molto efficiente. Un ciclista che pedala a 15 chilometri all'ora consuma una quantità di energia tale che, tradotta in benzina, significa che percorre 800 chilometri con un litro. In altri termini, come si trova scritto su una simpatica bustina di zucchero distribuita nei bar di Ferrara (la città delle biciclette), un ciclista con le calorie di 100 grammi di zucchero percorre 37 chilometri mentre, con l'equivalente di benzina, un'automobile si spegne dopo 700 metri. Inoltre la bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un'auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un'unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un'ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle auto e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta. Basta aggiungere un altro semplice dato - il 60% degli spostamenti in auto avvengono per tratti inferiori ai 10 Km e il 20% sotto i 3 Km - per dimostrare che una conversione alla bicicletta per gli spostamenti quotidiani non solo è altamente auspicabile per una città, ma è anche assolutamente possibile. Uno sguardo alle città europee ci dice che in Italia molto ancora resta da fare, soprattutto in termini di politiche urbane. Le città che hanno scelto di dare priorità ai ciclisti, hanno visto aumentare la percentuale di spostamenti con questo mezzo in maniera più che proporzionale agli investimenti. E' inutile attendere che più persone utilizzino le piste ciclabili per decidere di costruirle. L'amministrazione può e deve compiere i passi decisivi per rendere il muoversi in bicicletta in primo luogo sicuro, in secondo luogo conveniente (perché molto veloce), e in terzo luogo attraente e piacevole. E' cioè necessario passare dalla logica della bicicletta come mezzo di svago a quella della bicicletta come mezzo di trasporto, da favorire e incentivare, a costo di togliere spazio e velocità alle automobili, più inquinanti, rumorose e mangiatrici di spazio. Vorrei che oggi fossimo in molti a pedalare per le vie delle nostre città. Mi piacerebbe che fossimo molti a sperimentare l'emozione di una strada occupata da tanti mezzi silenziosi e gioiosi, e mi sembrerà di tornare indietro di 45 anni quando provai quell'emozione pedalando, a Brugherio (MI), in un fiume di biciclette ferme al semaforo di Viale Lombardia, senza sentirmi per nulla in pericolo e con una strana allegria nel cuore, mentre mi recavo a lavorare alla Mebel. Il rumore nelle orecchie sarà quello delle voci e dei campanelli, gli odori quelli reali della città. Perché il ciclista è esposto al mondo ed è in questa esposizione che sta il bello e il brutto della bici. Ma chi usa la bici sa che ne vale la pena e che se la città fosse un po' più "amica della bicicletta" e meno "auto-centrata" questa opportunità sarebbe alla portata di molti più cittadini. E da domani, tenendo conto di queste considerazioni, forse saremmo qualcuno in più a pedalare...
05 agosto 2010
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lu probbleme de la bbiciclette e che quannde piove ti mbunne e adde jè di piane senno si fà na freche di fatije!
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