
E' una settimana particolarmente nera per il nostro premier, che si trova di nuovo "accerchiato" da accuse e critiche provenienti dal mondo della politica, dalla chiesa carttolica, dal fronte della giustizia, dall'imprenditoria, dal suo alleato Umberto di "Giussano" e da un fedelissimo come Miccichè. Mentre il caso "Ruby" tiene banco l'Italia se ne va a rotoli. Questa settimana l'Unione europea ha tagliato i finanziamenti all'Italia per la Torino-Lione e per il tunnel del Brennero, perché a Bruxelles ci ritengono incapaci di realizzare le grandi opere del trasporto ferroviario. Quei fondi saranno trasferiti molto probabilmente ad altre nazioni europee in grado di decidere, di progettare opere con un'ottica di medio - lungo periodo, e di sostituire alle chiacchiere interminabili i fatti concreti. Da anni l'Italia è infatti nella più totale paralisi decisionale. Le grandi opere infrastrutturali di cui il Paese ha bisogno sono ferme, e vengono rispolverate solo nei disegni tracciati a pennarello da Vespa a «Porta a Porta» durante le campagne elettorali. Poi più niente, per altri cinque anni. A Napoli e a Palermo l'immondizia selvaggia è riesplosa per le strade e la gente è tornata a strillare per la puzza con le istituzioni locali paralizzate per la mancanza di soldi per pagare la raccolta e lo smaltimento della "munnezza". Nei mesi scorsi la Corte europea ha condannato l'Italia per inadempienza nel risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. Il Commissario UE per l'Ambiente ha giudicato insufficienti le misure messe in atto dall'Italia (il cosiddetto «miracolo» e Bertolaso gli ha risposto di farsi gli "affari suoi") per risolvere il problema rifiuti, e si profila una nuova condanna che comporterebbe oltre al taglio dei fondi europei per i rifiuti (già effettuato) anche pesantissime sanzioni pecuniarie. In Italia la pressione fiscale ha raggiunto oggi il livello più alto mai riscontrato nel Paese, il 43,2% del Prodotto interno lordo. Se si calcolano anche i 120 miliardi di euro di Pil sommerso (e quindi non tassato), le tasse che gravano sugli italiani sono oltre il 50% di quanto viene oggi prodotto. Siamo cioè i più tassati in Europa. Le promesse di nuove aliquote e di una riduzione delle imposte sono rimaste tali, e il governo non ha mai mosso un dito per realizzarle. La pesantissima tassazione si traduce pertanto in un depauperamento degli stipendi, contrazione dei consumi, blocco delle imprese e aumento della povertà del paese. Noi cosa facciamo ? Ci preoccupiamo delle "ciulatine" del Premier invece di spingerlo, come si dovrebbe fare, se fossimo in un paese civile, a FARE invece di chiacchierare inutilmente. Oggi si chiacchiera a destra, si chiacchiera a sinistra e i poveracci stanno sempre peggio. In una sola cosa pare vadano daccordo i nostri parlamentari nel confermarsi la pensione dopo aver esaurito una sola legislatura.