Con una istanza di 19 pagine firmate dall'avvocato Daniele Benedini, la giunta regionale ha chiesto al gup Angelo Zaccagnini di mettere sotto chiave i beni di 13 dei 34 imputati di Sanitopoli. Lo stesso elenco è contenuto in una istanza gemella delle quattro Aziende sanitarie abruzzesi, depositato in una udienza aperta dalle conclusioni della procura, accompagnate dalla richiesta dei pm di trascrivere circa quattrocento intercettazioni (sulle trecentomila telefonate e rilevazioni ambientali depositate sempre ieri) considerate rilevanti per l'accusa. Le istanze di sequestro conservativo della Regione e delle Asl riguardano i beni di Ottaviano Del Turco, Sabatino Aracu, Vincenzo Maria Angelini, Giovanni Pace, Luigi Conga, Pietro Anello, Gianluca Zelli, Lamberto Quarta, Camillo Cesarone, Vincenzo Trozzi, Giordano Cerigioni, Angelo Bucciarelli e Pierluigi Cosenza: tredici imputati eccellenti finiti nel mirino delle parti civili perché «dagli atti del procedimento emergono elementi di responsabilità abbondantemente idonei a confermare la fondatezza dell'accusa». La Regione avrebbe subito danni «di ingentissima entità» (non ancora quantificati): i sequestri, dunque, sarebbero necessari «per garantire alla Regione l'adempimento delle obbligazioni civili nascenti dai reati», di fronte a una massa di beni considerata insufficiente e per evitare «la possibilità di depauperamento del patrimonio di ciascun imputato», visto anche che molti beni non sono di proprietà degli imputati, perché formalmente intestati ad altri.Sterminato l'elenco dei beni di Aracu per cui si chiedono i sigilli: a Porto Rotondo (Olbia) 96 piccole unità immobiliari (probabilmente posti auto) di 12 metri quadrati, oltre ad appartamenti, due terreni di 6500 metri quadrati, un'area a pascolo, quattro appartamenti a Pescara, e ancora i beni già sequestrati con decreto del gip il 4 novembre 2009: l'attico di via Nicola Fabrizi a Pescara e quattro quadri d'autore, per un valore complessivo di circa 110 mila euro. Due gli immobili di Del Turco: la casa di sette vani di Roma, e l'abitazione di Tresnuraghes (Oristano), entrambe intestate alla compagna dell'ex governatore, «ma di fatto di proprietà di Del Turco». Trentadue gli immobili di Zelli (uno di 20 vani), da Ovindoli, a una serie di abitazioni Pescara, e a Poggio Bustone (Rieti); quattro quelli di Pace, compreso uno di 13,5 vani; sette quelli di Trozzi. Venti gli immobili di Conga, a cui vengono aggiunti la Porsche Cayenne e i 113.400 euro che vennero rinvenuti a bordo il 14 luglio 2008, oltre a tre conti correnti, beni già sottoposti a sequestro preventivo il 10 luglio 2009, con quelli di Del Turco, Quarta, Cesarone (tre immobili e 19 orologi di pregio) e Conga.... Speriamo che riescano, una volta espropriati e venduti all'asta a risolvere almeno in parte i problemi della sanità abruzzese e scoraggiare ulteriori intrallazzi di stampo mafioso sulla salute dei pazienti bisognosi.
30 giugno 2010
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Speriamo che la confisca dei beni dei responsabili del disastro, serva a risollevare le sorti della sanità pubblica. Mi chiedo come mai in Abruzzo i problemi li deve risolvere la magistratura mentre i nostri politici tendono a non voler farsi carico di questi problemi una buona volta per tutte.
RispondiEliminaintanto fanno pagare a tutti lo sfascio, caricando il ticket sulle medicine...
RispondiEliminadelinquenti si nasce o si diventa crescendo ? Questi signori dove li collochiamo ? si riuscirà in futuro, in questa martoriata Abruzzo ad avere un gruppo di governanti che non debbano essere mandati a casa da un pretore ? Ai posteri l'ardua sentenza!
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