Oggi sfogliando il giornale (in vacanza ne lego più d'uno) ho letto, in questo periodo di richiesta di sacrifici - sudore e sangue - una notizia che ha dell'incredibile. Il 42% dei giovani (25-34 anni) lavoratori dipendenti di oggi andrà in pensione intorno al 2050 con meno di 1.000 euro al mese. E' quanto emerge dai risultati del primo anno di lavoro del progetto Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali di Censis e Unipol. La ricerca - sulla base di una stima del Censis su dati Istat e Ragioneria generale dello Stato - sottolinea come attualmente i dipendenti in questa fascia di età che guadagnano una cifra inferiore ai 1.000 euro siano il 31,9%. "Ciò significa che in molti si troveranno ad avere dalla pensione pubblica un reddito addirittura più basso di quello che avevano a inizio carriera", spiega l'indagine. E ricorda che "la previsione riguarda i più fortunati, cioè i 4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard: poi ci sono 1 milione di giovani autonomi o con contratti atipici e 2 milioni di giovani che non studiano né lavorano".
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Ma se c'è una marea di gente che oggi lavora a meno di 1000 euro al mese e con orari e condizioni di lavoro aberranti, vi fate problemi che nel 2050 si prenderà meno di 1000 euro al mese di pensione?!?....
RispondiEliminaVedete un attimo di sistemare la situazione lavorativa ADESSO, altro che pensioni nel 2050!
Che nel 2050 metà della attuale popolazione sarà passata A MIGLIOR VITA!
ma noi non ci saremo... Bene, caro enio, fan sempre piacere queste statistiche ottimistiche, sine fundamento in re!
RispondiElimina...La pensione a differenza di te, che la prendi già da un pò, non la vedranno, questo si sa, ma non serve ricordarlo!
Dipendente a tempo indet. di oggi = povero (molto) di domani!
RispondiEliminaDipendende tempo det. di oggi = già povero oggi, domani abitante delle favelas nostrane
eh si..a forza di pagare baby pensioni, pensioni a chi non ha lavorato, a chi le aveva calcolate in base agli ultimi 5 anni di reddito (o addirittura in base alla qualifica finale... qualcuno si ricorda le promozioni legate al pensionamento??)), le pensioni d'oro di super-mega-dirigenti, per forza che soldi "nen c'è stanne cchiù!!
La cosa piu sconvolgente è che comunque i giovani i oggi sono chiamati a pagare (e molto!!) per i padri....
@Alexander
RispondiEliminaTieni presente che io ho versato contributi per 40 anni senza fiatare e adesso prendo la mia pensione a differenza di alcuni parlamentari che prendono soldi per aver fatto solo un giorno l'ONOREVOLE... Era il 12 maggio 1982: l’esponente del Partito Radicale Luca Boneschi fu proclamato deputato. Entrava alla Camera al posto di Marcello Crivellini. Il giorno dopo si dimise. «Non intendo prendere possesso della carica di deputato» scrisse in una lettera indirizzata alla presidente della Camera Iotti. In virtù di una norma che assegnava il vitalizio anche in caso di scioglimento anticipato della legislatura o di dimissioni, previo versamento di pochi contributi, ha ancora diritto all’assegno. Poi ci sono i casi di altri due esponenti radicali: Angelo Pezzana e Piero Craveri. Il primo diventò deputato il 6 febbraio 1979, sostituendo Maria Adelaide Aglietta. Lasciò Montecitorio una settimana dopo. Il 14 febbraio, infatti, scrisse: «Le mie dimissioni sono state determinate da motivi personali che mi impediscono di lasciare Torino e quindi non mi consentirebbero di partecipare ai lavori della Camera con la dovuta assiduità». Anche Pezzana, dopo aver versato alcuni contributi, incassa un vitalizio di 1.733 euro netti al mese. Il secondo politico radicale, lo storico Piero Craveri, fu proclamato senatore il 2 luglio 1987. Il 9 luglio le dimissioni, approvate dall’Aula. Ma di storie di parlamentari che con poco sforzo possono contare su pensioni rilevanti, se non proprio cospicue, ce ne sono tante. Saranno pure ex ma continuano ad avere privilegi.Queste sono le cose che fanno incazzare e che rovinano l'Italia e gli italiani...
Una bella parte del problema attuale (e futuro) sono i vari finanzieri, poliziotti, maestre d'asilo et similia che sono andati in pensione ad eta' vergognose. Conosco personalmente tanti cinquantenni in pensione, signore che dopo 15 anni in asilo sono in pensione. Una vergogna tutta Italiana.
RispondiEliminaE chi rimane ora deve sgobbare per mantenere questi. E in futuro la situazione continuera' a peggiorare con un'Italia sempre piu' vecchia.
L'unica per i giovani e' farsi una pensione privata.