04 marzo 2010

Cuccato col tesoro nel sacco !


Centotrenta operatori della clinica Villa Pini aspettano che qualcuno, sindacati, curatore fallimentare, procura gli faccia avere un pò di quei dieci stipendi lavorati e mai avuti in busta paga per andare avanti e LUI che fa, invece di vendersi tutto e col ricavato pagare i debiti, tenta di imboscare quanta più roba gli riesce. Oggi, un tesoro, quello che stava per essere portato via. Una montagna di oggetti di valore, che ha lasciato stupefatti anche gli uomini della finanza, chiamati dai vicini di casa, prontamente intervenuti per bloccare e sequestrare. Quello che si sono trovati inaspettatamente davanti erano: quadri di grande valore, tappeti preziosi, monili d’oro, mobili finemente intarsiati, porcellane e capi d’abbigliamento. La montagna di opere d’arte, del valore di milioni di euro comprendeva anche il famoso dipinto del Tintoretto da 50 milioni, che se venduti all'asta serviranno per recuperare una bella quantità di soldi per pagare parte dei debiti che costui ha con i lavoratori della sua azienda, che da 10 mesi, tirano la cinghia essendo senza stipendio. Il tesoro dell'imprenditore che è stato indagato per bancarotta, scovato ieri mattina in viale della Liberazione a Chieti, è stato posto sotto sequestro dalla finanza. Un rinvenimento rocambolesco. Tutto inizia alla prime luci dell’alba di ieri quando alcuni residenti notano, nella tranquillissima via teatina, un insolito movimento di furgoni. Rumori di accelerazioni in retromarcia, frenate brusche, un fracasso di saracinesche di ferro. Cosa mai poteva esserci in quel vecchio deposito della Fiat? Qualcuno ipotizza un furto e poco dopo arriva una pattuglia dei carabinieri. Furgoni bloccati, perquisiti e subito balza la sorpresa. Gli automezzi sono carichi di oggetti d’arte e beni preziosi. Nella rimessa accatastati ancora tante altre cose di valore. Arrivano i finanzieri e scatta il sequestro. Dentro la rimessa c’è il tesoro sfuggito alla procura della Repubblica di Chieti che ha indagato Angelini per bancarotta. Eppure il deposito era proprio sotto le abitazioni in viale Europa dell’imprenditore della sanità. Adesso i lavoratori hanno una speranzella in più di avere qualche soldo per sfamare le proprie famiglie. Aveva ragione quella signora durante gli scioperi ad apostrofare questo "signore" col suo reale "nome", qualificandolo, sbagliando, come "buffone": almeno quello fa ridere, QUESTI ha fatto piangere e disperare centinaia di lavoratori. Bisognerebbe applicare anche per COSTUI le leggi che si applicano per i possedimenti dei MAFIOSI, che vengono prima sequestrati, poi venduti e tutto quello ottenuto andrebbe ridistribuito, in questo caso alla classe più debole, i lavoratori di VILLA PINI


1 commento:

  1. Se entro quindici giorni non viene revocata la sospensione degli accreditamenti, i libri contabili saranno riportati in tribunale e la clinica Villa Pini verrà definitivamente dichiarata fallita

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