Sabato 30 giugno ore 22,30 di una giornata afosissima e caldissima
a Chieti si soffoca anche di notte. Decido per una puntatina su in città
destinazione la Villa
Comunale, piena di verde e sicuramente più fresco che sul
balcone di casa mia. Parcheggio la macchina in piazza San Giustino, nonostante
i numerosissimi cartelli di divieto su tutta la piazza, che ammoniscono multa e
rimozione forzata, per sosta non autorizzata, su tutta la piazza. Parcheggi, sono
in compagnia e poi quì da noi non si vede un vigile di giorno, figurarsi di
notte alle 22,30 e con sto caldo afoso. Scendo per via Pollione e incontro al Pozzo
i primi gruppi di persone che tornano da una vasca giù per il corso, tutti
sudati, con le lingue di fuori, camminano silenziose, fanno fatica persino a
parlare. Il corso è lungo e il pavimento rilascia tutto quel calore che ha assorbito
durante la giornata, Caronte oggi si è fatto onore e l'ha arroventato ben bene.
L'umidità tocca livelli mai visti, si notano tutti i negozi e i punti ristoro
chiusi e completamente al buio, poi questi hanno il coraggio di parlare di
crisi stracciandosi le vesta. Lungo il tragitto solo 2 distributori di bibite
automatiche e file di giovani in attesa della lattina fresca. In piazza Vico
qualche giovane è seduto ai tanti tavolini senza consumare nulla a far casino. Caldo
terribile ho tutta la maglietta sudata e avanzo lentamente, respirando anche a
fatica a causa dell'umidità che ne raddoppia l'entità. Arrivo in piazza della Trinità,
macchine parcheggiate in doppia e tripla fila tanto che si fà persin fatica a
passarci in mezzo con l'autovettura. Alla
gelateria vicino alla chiesa, quella col gazebo, non c'è seduto nessuno a causa
del rischio di finir proprio bollito. Dalla gelateria a fianco della edicola dei
giornali, esce qualcuno col cono e una signora guarda sconsolata le sue due
pallin finite per terra liquefatte, mentre la sua amica cerca di ingurgitare le
sue, prima che facciano la stessa fine. Verso la Villa le persone aumentano
di numero e i branchi si fanno più numerosi e vocianti, vuoi vedere che quaggiù
lungo i viali alberati c'è il fresco? Non è così il caldo c'è anche quì e c'è gente
col culo appoggiato alla Fontana Monumentale che butta acqua e parecchia gente
sparsa sui sedili di cemento che il proprietario della Casina dei Tigli non ha
ancora monetizzato, per fortuna. Questo individuo qualche risultato l'ha ottenuto,
in barba a quelli che giustamente protestavano, è riuscito a far spostare il
monumento di Chiarini e al suo posto ha installato un bel palco con due
disperati musici che con sto caldo tentano di fare musica e un cantante che
scimmiotta, inascoltato, Renato Zero; qualche persona è seduta ai tatissimi
tavolini, che aumentano a macchia d’olio e son convinto che se lo lasciano fare fra un pò avrà ricoperto
tutta la Villa
Comunale. Questi pochi disperati mangiano o meglio dire beveno
un gelato. Questo signore quì a Chieti, dove tutti si lamentano: i negozianti
perchè c'è il Megalò e perdono clienti, i bar perchè i giovani se ne vanno a
Pescara a fare una vera e propria Movida, ha trovato l'America e fa i suoi bei
guadagni intascando quei pochi spiccioli che restano in tasca alla fine del
mese ai suoi concittadini. Ho visto tutto quello che c'era da vedere in questo
fine settimana, la Movida cittadina è sempre una stanca Strascinata e posso
tornarmene a casa, tant'è che mi sto rendendo conto che giù da me in via
Majella si è alzato un lieve venticello e vedrai che anche stanotte io riuscirò
a dormire.
nonnoenio
la movida si fa solo a Pescara nei fine settimana e non è nella filosofia del chietino stare alzato fino all'alba ad ubriacarsi
RispondiEliminaQuindi..a casa, magri un ventilatore, lasciando senza rimpianto la movida che forse diventa una soffrida o una stanchida
RispondiEliminaAl mare si alza sempre un po' di vento nel pomeriggio ed è lì che trovo rifugio quando posso.
RispondiEliminaBacio e buon martedì!