02 luglio 2012

A Chieti, la movida o la strascinata?


Sabato 30 giugno ore 22,30 di una giornata afosissima e caldissima a Chieti si soffoca anche di notte. Decido per una puntatina su in città destinazione la Villa Comunale, piena di verde e sicuramente più fresco che sul balcone di casa mia. Parcheggio la macchina in piazza San Giustino, nonostante i numerosissimi cartelli di divieto su tutta la piazza, che ammoniscono multa e rimozione forzata, per sosta non autorizzata, su tutta la piazza. Parcheggi, sono in compagnia e poi quì da noi non si vede un vigile di giorno, figurarsi di notte alle 22,30 e con sto caldo afoso. Scendo per via Pollione e incontro al Pozzo i primi gruppi di persone che tornano da una vasca giù per il corso, tutti sudati, con le lingue di fuori, camminano silenziose, fanno fatica persino a parlare. Il corso è lungo e il pavimento rilascia tutto quel calore che ha assorbito durante la giornata, Caronte oggi si è fatto onore e l'ha arroventato ben bene. L'umidità tocca livelli mai visti, si notano tutti i negozi e i punti ristoro chiusi e completamente al buio, poi questi hanno il coraggio di parlare di crisi stracciandosi le vesta. Lungo il tragitto solo 2 distributori di bibite automatiche e file di giovani in attesa della lattina fresca. In piazza Vico qualche giovane è seduto ai tanti tavolini senza consumare nulla a far casino. Caldo terribile ho tutta la maglietta sudata e avanzo lentamente, respirando anche a fatica a causa dell'umidità che ne raddoppia l'entità. Arrivo in piazza della Trinità, macchine parcheggiate in doppia e tripla fila tanto che si fà persin fatica a passarci in mezzo con l'autovettura.  Alla gelateria vicino alla chiesa, quella col gazebo, non c'è seduto nessuno a causa del rischio di finir proprio bollito. Dalla gelateria a fianco della edicola dei giornali, esce qualcuno col cono e una signora guarda sconsolata le sue due pallin finite per terra liquefatte, mentre la sua amica cerca di ingurgitare le sue, prima che facciano la stessa fine. Verso la Villa le persone aumentano di numero e i branchi si fanno più numerosi e vocianti, vuoi vedere che quaggiù lungo i viali alberati c'è il fresco? Non è così il caldo c'è anche quì e c'è gente col culo appoggiato alla Fontana Monumentale che butta acqua e parecchia gente sparsa sui sedili di cemento che il proprietario della Casina dei Tigli non ha ancora monetizzato, per fortuna. Questo individuo qualche risultato l'ha ottenuto, in barba a quelli che giustamente protestavano, è riuscito a far spostare il monumento di Chiarini e al suo posto ha installato un bel palco con due disperati musici che con sto caldo tentano di fare musica e un cantante che scimmiotta, inascoltato, Renato Zero; qualche persona è seduta ai tatissimi tavolini, che aumentano a macchia d’olio e son convinto che  se lo lasciano fare fra un pò avrà ricoperto tutta la Villa Comunale. Questi pochi disperati mangiano o meglio dire beveno un gelato. Questo signore quì a Chieti, dove tutti si lamentano: i negozianti perchè c'è il Megalò e perdono clienti, i bar perchè i giovani se ne vanno a Pescara a fare una vera e propria Movida, ha trovato l'America e fa i suoi bei guadagni intascando quei pochi spiccioli che restano in tasca alla fine del mese ai suoi concittadini. Ho visto tutto quello che c'era da vedere in questo fine settimana, la Movida cittadina è sempre una stanca Strascinata e posso tornarmene a casa, tant'è che mi sto rendendo conto che giù da me in via Majella si è alzato un lieve venticello e vedrai che anche stanotte io riuscirò a dormire.

nonnoenio

3 commenti:

  1. la movida si fa solo a Pescara nei fine settimana e non è nella filosofia del chietino stare alzato fino all'alba ad ubriacarsi

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  2. Quindi..a casa, magri un ventilatore, lasciando senza rimpianto la movida che forse diventa una soffrida o una stanchida

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  3. Al mare si alza sempre un po' di vento nel pomeriggio ed è lì che trovo rifugio quando posso.

    Bacio e buon martedì!

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