A quei parlamentari del PD, del PDL e dell'UDC che ieri hanno votato, non la eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti cammuffato come rimborsi delle spese elettorali, riducendo solo della META' i soldi che ritengono loro dovuti, ricordo che c'è stata non più tardi di 15 giorni fa la nomina di Enrico Bondi, il risanatore della Parmalat, a commissario straordinario per i tagli alla spesa pubblica (spending review) dimostra finalmente che il governo Monti intende fare sul serio e procedere a ridisegnare radicalmente la pubblica amministrazione. La scelta di un supertecnico con pieni poteri è un messaggio chiaro a tutti gli apparati dello Stato, delle Regioni e delle Autonomie speciali che non ci sarà nulla da «negoziare» su questa materia, perché la situazione è drammatica. Senza un taglio radicale e un ridisegno delle spese, dovranno aumentare ulteriormente le tasse, e già da ottobre salirà l'Iva di altri due punti. Il Paese Italia è allo stremo e nuove tasse sono inconcepibili da pensare. Oggi la pressione fiscale raggiunge in Italia il 46% (quella reale sentita dai cittadini è pari al 54,5%). Un ulteriore inasprimento determinerebbe la rivolta sociale e porterebbe alla paralisi dell'economia. Non resta che tagliare, ma non solo gli sprechi e le spese inutili (che ci sono, e ancora molti). È indispensabile una ridefinizione delle funzioni che possa prevedere un 30% in meno di risorse nei prossimi anni al fine di ridurre la tassazione almeno al 35%, essenziale per far respirare gli italiani e ritornare competitivi a livello europeo. La spesa pubblica in Italia ammonta attualmente a 820 miliardi di euro (dati 2011). Un ottavo di questa somma ogni anno lo paghiamo per interessi sul debito. Non quindi per ridurre il debito, ma solo per non farlo esplodere e finire in bancarotta. Con l'aumento dello spread dell'ultimo anno si è passati dai 77 miliardi di euro annui di interesse a 97 miliardi. Vuol dire che gli italiani pagano una finanziaria mostruosa all'anno di 100 miliardi di euro solo per gli interessi. È evidente che la situazione così è insostenibile. Non solo ogni anno buttiamo in interessi 100 miliardi sottratti a ospedali, scuole, asili, ma abbiamo un cappio al collo che continua a stringersi, a meno che non interveniamo con una revisione ragionata delle uscite. È l'unico modo per portare il debito al 60% del pil, come previsto, anche se ci vorranno parecchi decenni. Ma è la sola possibilità di salvezza che abbiamo come italiani. Per fare questo è necessario procedere ad un percorso che sarà epocale, di ridisegno della spesa pubblica, rivedendo le priorità dei bisogni, riconsegnando ai singoli e alla società molte delle funzioni oggi svolte dall'ente pubblico, deregolando e eliminando burocrazia, riposizionando enti e istituzioni al nuovo contesto in un cambiamento profondo dell'intera struttura. Si dovrà fare meno cose, ma meglio e con molti meno soldi. Tale processo investirà tutto lo Stato italiano, e - ovviamente - anche le regioni, i comuni, le provincie e ogni Autonomia speciale. Solo così potremo arrivare al taglio di 4,2 miliardi di euro entro l'anno, per passare ad altri 80 miliardi nel breve periodo e 295 miliardi nel medio termine, come indicato dal governo Monti, e come ora Enrico Bondi comincerà a realizzare, senza guardare in faccia a nessuno.
nonnoenio
Se avessero eliminato del tutto il rimborso ci avrebbero consegnato un grande gesto di serietà e rispetto verso gli elettori. Persa una buona occasione per fare bella figura.
RispondiEliminaLa fiducia dei cittadini nei partiti oggi è al minimo storico (non è un’opinione, ma un fatto) e se la politica vuole essere credibile deve dirci come vuole finanziarsi e non votare senza spiegare. Signori guardate i dati Istat sulla povertà delle famiglie italiane e fatevi un esame di coscienza.
RispondiElimina@Kylie
RispondiEliminaa loro non interessa di far bella figura, interessa mantenere in piedi quel baraccone della politica italiana fatta di sprechi e vitalizi vari che concorrono purtroppo a fare debito pubblico.
Mercati europei in rosso, Piazza Affari sprofonda, male anche Wall Street. Lo spread vola. A Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario, Monti e Hollande spingono su «idee forti», eurobond e investimenti pubblici per il rilancio dell’economia. Ma la Merkel è contraria: «Non servono per la crescita».La Grecia fa sempre più paura, torneranno alla dracma? o continueranno a cercare l'elemosina su consiglio della Merkel ? E poi a chi tocca ????
RispondiEliminaCifre implacabili che pesano come macigni.
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