Chissà se Renzino lo sà? In Italia esistono due settori della vita pubblica intoccabili: l’università e la magistratura. Dalla prima ci si attende la selezione della classe dirigente di un Paese, la ricerca, l’innovazione, la spinta verso il merito e l’eccellenza. Dalla seconda una cosa semplice, quella sulla quale si fonda la democrazia: giustizia applicata con equilibrio, non a caso il simbolo è la bilancia. Ebbene, né l’università né la giustizia soddisfano questa aspirazione di noi cittadini, anzi spesso la ignorano e la calpestano. Chiunque abbia provato a rimettere a posto il cortocircuito presente nelle due istituzioni, c’è rimasto secco. L’università e la giustizia sono lo specchio di un Paese, indicano con buona attendibilità il suo stato di salute, la sua capacità di andare avanti nel club di quelli che contano, sono la catapulta per proiettarsi nel futuro. L’università italiana è un disastro corporativo, è studiata non per formare la classe dirigente, ma per sfornare laureati sulla carta che in gran parte andranno poi a fare un lavoro diverso da quello che sognavano.Uno dei paesi più industrializzati del mondo, l’Italia, ha una catena dell’alta educazione arrugginita, in gran parte inutile, incapace di dare ai giovani e alle loro famiglie una prospettiva per il futuro. Le università più forti sono inserite in un mercato globale che punta a tre obiettivi: avere i migliori studenti, i migliori docenti e i più cospicui finanziamenti per la ricerca. È questa competizione che crea l’eccellenza. Da noi, in Italia, tutto ciò non esiste. Noi abbiamo i baroni e i fuori corso uniti nella lotta, le cattedre ai parenti e le assemblee permanenti. Cari ragazzi, tenetevi pure tutto questo. Avete un destino già scritto: oggi sarete rivoluzionari per un giorno, domani avrete un’intera vita da falliti.
nonnoenio
va bene per la degenerazione dell'università tajana, d'altronde anche in rai, man mano che si ingrossa la famiglia, si aumentano canali di trasmissione. Loro soddisfano le esigenze di un bobbolo immaginifico e chi di noi genitori si rifiutò di finanziare 5 o 6 anni di università ai propri pargoli pur sapendo di buttare via soldi? Il problema sorge poi quando con il pezzo di carta ti ci puoi pulire il culo ed i soldi in casa son finiti, perchè si potevano impiegare magari per aprirci un bar, un salone di bellezza od altro.
RispondiEliminaPer la giustizia invece non sono d'accordo, tutti sappiamo che la giustizia terrena può agire solo a campione e triste colui che ci casca dentro. Non si possono ingabbiare tutti gli spacciatori, i truffatori e non tutti quelli che la sera se ne tornano a casa con due birre nella pancia bevute con gli amici vengono privati della patente e sequestrati dell'automobile.
Per fortuna per noi derelitti che esiste la giustizia divina che colpirà senza distinzioni
L’università italiana, salvo pochissime eccezioni, ha fallito sia nel campo della ricerca che dell’insegnamento perché è fondata su una filosofia fondamentalmente errata, cioè l’idea del sistema uniforme, pagato dal contribuente anziché dall’utente, con un monopolio pubblico quasi assoluto, privo di incentivi alla produttività e all’eccellenza, e basato sull’applicazione formalistica di regole legali e burocratiche.
EliminaNella top 100 delle università del mondo compilata dall’ARWU (Academic Ranking of World Universities) non c’è neppure un ateneo italiano. Al primo posto c’è Harvard, seguono altre tre istituzioni americane (Berkeley, Stanford e MIT) e poi arriva la prima gloria europea, Cambridge, mentre Oxford è al decimo posto.Gli atenei potranno diventare competitivi solo abolendo i concorsi e cambiando i sistemi di finanziamento.
RispondiEliminaio non darei la colpa all'università, o meglio, non solo: che dire del livellamento a cui sono costretti i laureati nel pubblico impiego?
RispondiEliminaIn generale siamo in una fase decadente. Non vedo cosa funzioni bene nel nostro paese ormai
RispondiEliminaSperiamo nell'italica proverbiale buon a sorte!
RispondiEliminaQuel che scrivi purtroppo è la realtà, l'Università che dovrebbe rappresentare i nostri giovani brillanti studiosi non viene minimamente considerata né in Italia né all'estero e la giustizia che considero ancora passibile, non rappresenta in maniera egregia il popolo italiano, purtroppo.
RispondiEliminaChi riuscirà a cambiare e migliorare le cose?
Ciao Enio.
Oggi scopro, finalmente, perché i ragazzi che escono fuori dalle nostre università non trovano il lavoro per cui hanno studiato e sono destinati ad un futuro da falliti!
RispondiEliminaE' colpa dell'università!
Poi scopro anche perché la giustizia in Italia non funziona, i processi civili durano decenni e quelli penali qualcosina di meno!
E' colpa della magistratura!
Mah, sarà il caldo...!
Ciao Enio, buon fine settimana allora!
condivido in pieno al 100%
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