03 novembre 2016

Chieti - Ancora corrotti per appalti pubblici

Non se ne può proprio più di sentire simili notizie al telegiornale. Notizie sugli ultimi arresti per corruzione, di ignobili personaggi, operanti negli appalti per alcune delle più importanti opere pubbliche. Sono di pochi giorni fa, proprio poche ore prima del violentissimo sisma che ha colpito al cuore l'Italia centrale. Questa è la fotografia di un Paese al contempo sofferente e piegato dalle circostanze e, per altri versi, oppresso da un sistema corruttivo che non conosce pause. Un Paese di cittadini inermi davanti alla tragedia e di altri che possono superare ogni ostacolo, ogni normativa pur di mettere le mani sui fondi pubblici. Lo scandalo venuto alla luce  riguarda alcune tratte della Tav e della Salerno-Reggio Calabria, cioè due delle «grandi opere» che rappresentano un piatto troppo ricco per non attrarre l'interesse dei corruttori. Nelle indagini spiccano i soliti nomi noti e ancora una volta abbiamo la conferma che la corruzione riesce a sopravvivere a tutti i regimi politici: è paradossalmente una delle poche «linee di continuità» della nostra storia nazionale. Così come sono ricorrenti le calamità naturali. Anche se nell'inchiesta che ha portato agli arresti non sono in gioco appalti sulla ricostruzione, è però bene ricordare che troppo spesso la lunga storia della corruzione e quella dei terremoti si è incontrata. È il segno inequivocabile che il nostro Paese attende una doppia ricostruzione: quella materiale, che sani le ferite inferte al territorio e alle popolazioni e quella morale, altrettanto importante. Il Paese che oggi piange ha diritto ad avere un futuro. Riusciremo ad avere mai una legge che ci dia finalmente la certezza che i corrotti verranno eliminati e che i denari pubblici vengasno spesi finalmente bene. A Chieti siamo arrivari addirittura alla farsa, falsi tecnici che giravano per le case a controllare le crepe sui muri sperando di spillare soldi per le riparazioni a ingenui inquilini spaventati. 

@nonnoenio

4 commenti:

  1. No,non se può più. Processi veloci e pene certe!

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  2. purtroppo il bobbolo è immaginifico e facilmente circonvenzionabile, così i più grandi chiacchieroni in genere laureati in giurispudenza hanno gioco facile e te li ritrovi tutti lì in parlamento a legiferare. E cosa vuoi aspettarti da queste legiferazioni se non delle entrate assicurate per la loro e le altre caste? Abbiamo più avvocati che in tutti gli altri stati del mondo messi assieme
    Addirittura in tv ri-parlano del libretto di fabbricato da essere gestito dall'amministratore, un po' come i certificati energetici ed il bollino blu alla caldaietta che brucia lo stesso metano con cui si fa bollire la pentola per cuocere gli spaghetti.
    Se dopo il friuli avessero obbligato a costruire in tutt'italia con criteri antisismici, tra cento, duecento anni i terremoti ci farebbero ridere, come fanno ridere i giapponesi

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  3. I nomi sono sempre gli stessi perché noi sentiamo la notizia dell'arresto ma poi questi tornano subito in libertà e, ora che arrivi la possibile condanna definitiva, passano minimo 10 anni. Nel frattempo sanatorie, indulti, prescrizioni, corruzione di magistrati, ecc... rendono quasi nulle le possibili condanne

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  4. commenti come sopra. mi verrebbe da dire mettiamo alla prova quelli di "onestà onestà onestà".. il fatto è che non mi convincono. Aspettiamo il risultato del 4 dicembre poi penso che qualcosa si muoverà (forse). Un saluto

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