Margherita, capricciosa o quattro stagioni: possiamo declinarla in una qualsiasi delle deliziose varianti. Ma la pizza sta attraversando un periodo non troppo felice. Anzi di «crisi nera», come preferiscono sottolineare molti pizzaioli della nostra città. La dinamica di involuzione delle pizzerie è molto semplice: sempre più persone non possono permettersi di uscire a cena, con conseguente riduzione del numero complessivo di avventori che affluiscono presso ogni locale. Non solo: a pesare sul bilancio di ciascuna attività sono in primis i costi di materia prima e legna da ardere, di elettricità e riscaldamento, oltre che la quota contributiva dei dipendenti. Per non parlare delle imprese che devono sostenere i costi per l'affitto del locale pizzeria. «In realtà un piccolo calo è fisiologico meno famiglie escono a cena e per noi significa da sempre un rallentamento. Ma non di questa entità» afferma Alessandro, titolare, insieme al padre, della pizzeria che solitamente frequentavo, almeno una volta al mese. «Manca la liquidità - continua Alessandro- anche per piccole cifre vengono utilizzati bancomat e soprattutto carte di credito in maniera da dilazionare i pagamenti al mese successivo». Tra le principali «assenze» riscontrate vi è l'ormai inesistenza di folte compagnie d'amici che non escono più insieme come una volta. In questo momento il «salvagente» della sua pizzeria e la qualità altissima degli ingredienti è la passione per il forno a legna, oltre che alla creazione di uno speciale menu riservato ai più piccoli. La speranza dei pizzaioli è che nel 2013 si risollevino un po' gli animi, e le casse. Io quest'anno devo ancora andarci una volta a cena fuori...
nonno enio
Perchè i ristoratori italiani non aboliscono la tassa per il coperto invece di lamentarsi? poi alle volte c'èchi fa la pizza con il formaggio plasticoso salvo poi dar la colpa alla crisi se la gente evita il loro locale.
RispondiEliminaUna marea di gente semplicemente o fa una telefonata ai prontopizza che te la portano pure a casa senza uscire ecc. oppure prendono l'asporto dalla marea di kebabbari che fanno pizze più economiche. Ce ne sono una cifra e sempre aperti! Quindi ragazzi diminuire i prezzi o i clienti...... Scegliete un po' voi!....
RispondiEliminaMi dispiace x gli esercenti e i loro dipendenti. Dispiace anche a me che amo la pizza. Ma quì da me è difficile trovare una pizza commestibile. Solitamente mi svegliò la notte più volte con sete. E poi mi scoccia pagare 6 euro x una lattina di birra. Con la scusa dell'euro hanno alzato troppo i prezzi.
RispondiEliminaproprio le pizzerie si lamentano , che con l'introduzione dell' euro hanno in pratica subito raddoppiato i prezzi , ora piangono miseria come tutti i commercianti , avete finito di spremere la gente come dei limoni....
RispondiEliminaSarà anche vero quanto riportato nell'articolo ma io vedo pizzerie sempre piene di gente. Poi nonostante ci sia la crisi, io non ci credo che la gente non ha i soldi per mangiare una pizza....ma se li hanno anche per le nuove tecnologie?
RispondiEliminaIntanto se si abbassassero un po' i prezzi. ..
RispondiEliminaazz 5 pizze,3 birrette e due caffe 75 euro e rotti e se chiedi una variazione al menù tipo tre olive, sono 2,5 euro in più, mi sembra un furto anche 2,5 euro di coperto, difficilmente mi vedranno ancora
RispondiEliminaDalle mie parti hanno puntato molto sulla qualità e alcuni ristoranti e pizzerie "tengono botta".
RispondiEliminaBacio
A fronte di redditi fermi da anni, se non in diminuzione, assistiamo a continui aumenti di tasse e balzelli (IMU, IVA, accise sui carburanti, ecc…). Non serve un genio per capire che il reddito disponibile delle famiglie è in caduta libera.
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