20 agosto 2015

Chieti - E se li scegliamo tutti all'estero?


L'Italia ha scelto di affidare agli stranieri la valorizzazione di alcuni dei suoi più celebrati musei pubblici. Provinciale esterofilia oppure investimento lungimirante sul patrimonio storico-artistico più vasto dell'umanità? Solo il tempo dirà. Ma intanto la scelta d'aver assegnato sette delle venti direzioni dei principali musei in Italia a professionisti provenienti dall'estero è una sfida temeraria e necessaria, oltre che il frutto di una selezione da un concorso internazionale. Ma la notizia non è che gli studiosi nominati (tre tedeschi, due austriaci, un britannico e un francese), possano avere un curriculum migliore o peggiore degli altri tredici italiani anch'essi prescelti, e quattro dei quali provenienti da importanti esperienze all'estero. Tutti, perciò, di spessore, italiani e stranieri. La novità è nel fatto che, per la prima volta, il concorso è stato aperto anche ai non dirigenti della pubblica amministrazione. E che i venti musei, finora retti quasi sempre da semplici funzionari, ora avranno un direttore di peso. Se poi l'esperimento darà buoni frutti, perché non estenderlo al governo? Forse un ministro francese agli Esteri avrebbe evitato la vergogna dei due marò sequestrati in India da tre anni e mezzo. E un ministro tedesco alla Giustizia riuscirebbe, chissà, ad applicare la certezza della pena. E uno spagnolo al Turismo magari saprebbe come farci tornare in cima per numero di visitatori. Passi pure lo straniero, se e quando ama l'Italia più degli stessi e a volte distratti italiani.


9 commenti:

  1. Aspettiamo di vedere questi nuovi direttori al lavoro, io sono tiepidamente fiduciosa.

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  2. Dal mio punto di vista, credo che la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, debba essere affidato a persone italiane di un certo livello culturale e non per essere razzista o di vedute ristrette, ma credo che se andremo avanti di questo passo fra 100 anni del popolo italiano originario, non rimarrà più nulla o quasi....
    Cari saluti, Enio, silvia

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    1. I nuovi direttori beneficeranno di autonomia finanziaria, nel senso che ciascuno dei nominati avrà un bilancio di cui dovrà rispondere nel bene e nel male, senza più dipendere dalle soprintendenze. E, infine, che i venti prescelti avranno quattro anni di tempo per farci vedere di che cosa sono capaci. Se è eccessivo parlare di «svolta», come ha fatto il ministro Franceschini difendendo la sua decisione (così come eccede Sgarbi, per il quale la scelta di Franceschini «umilia i nostri»), l'esperimento può però diventare una scossa per l'intero e paludato sistema.

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  3. I direttore dei musei vengono scelti in base alla vicinanza politica di quello o altro partito o a volte dalla burocrazia.

    Non è vero che in Italia non ci sono delle persone che potrebbero ambire a diventare direttori dei musei e che se va bene fanno gli addetti ai biglietti o alle pulizie, non c'è possibilità di crescita professionale.

    Quando vedo direttori dei musei di nemmeno 30 anni, freschi solo di una laurea in legge, senza alcuna esperienza mi chiedo chi li ha messi li? E perchè?

    All' estero questa sorta di clientelismo politico non è cosi forte come in Italia, non dico che in qualche caso non ci sia, ma non è cosi generalizzato.

    All'estero i musei sono vivi, nel senso che non sono solo dei luoghi con dei lavori storici catalogati e chiusi, sono dei veri e proprio luoghi di cultura che si conserva ma anche che si crea.

    Si ci vorrebbero ministri anche esteri secondo me, il difetto dell'italia e che si nomina qualcuno per autorità, lo si eleva a un ruolo che spesso non gli compete ma nessuno o veramente pochi vengono nominati per autorevolezza e competenza.

    chiedo scusa ho cancellato il commento precedente per un errore di battitura

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  4. Enio mio ti dò pienamente ragione..
    Chissà un esperimento governativo , forse farebbe proprio al caso nostro..
    Buon w/e e un abbraccio serale!

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  5. Caro Enio, i tuoi commenti mi hanno fatto molto piacere. Mi spiace per la mia lunga assenza dovuta a diversi motivi. Finalmente sono riuscita a tornare e spero di riuscire a rimanere.
    Già, ma qualcuno potrebbe dire che, visto che la disoccupazione è già così alta, inserendo degli stranieri, peggioriamo la situazione. Però onore al merito se hanno vinto il concorso.

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  6. Spero sia stata una scelta, come pare, davvero tecnica e non dettata da amicizia e influenze. Secondo me è una buona occasione di rilancio.

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  7. MI trovi assolutamente concorde - se ci governano i tedeschi o gli americani forse abbiamo qualche speranza... noi non siamo in grado - siamo marci nel dna

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  8. : ) bel articolo ironico …è comunque un peccato inserire stranieri per posti così importanti. Farli venire dall'estero è come un'ammissione di incapacità tutta italiana nel gestire queste situazioni ma potrebbe avere anche dei risvolti positivi in cui questi nuovi dirigenti ci insegnano come gestire meglio un museo. Soprattutto i tedeschi e gli austriaci per il rigore a cui noi spesso manca. Per i politici li prenderei quasi tutti dalla Germania e li posizionerei soprattutto a Roma, sai che bel ripulisti, in tutti i sensi… : ))) ciao Cri

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