11 luglio 2014

Chieti - UNA CENA DI LAVORO...

Il comitato di redazione della “ Voce dei Marrucini” di Chieti si è riunito mercoledì nove Luglio per una cena di lavoro, con lo scopo di trovare uno sponsor per la pubblicazione del giornale. Il luogo ideale, anche per la stagione estiva, è stato lo stabilimento balneare “E’ Nata Una Stella “ in via Feltrino, traversa di Viale Alcione a Francavilla al Mare CH. Il concessionario, Cesare Antonucci, pescatore, bagnino, cuoco, con la passione delle piante officinali ed aromatiche, ha cucinato e presentato insieme alla moglie Loredana, pesce fresco, pescato nelle vicinanze, privilegiando il pesce azzurro, ma anche polpi, calamari e seppia. Dieci antipasti, caldi e freddi, preparati secondo ricette esclusive della famiglia. Dalle alici marinate alle insalate con polpo e peperoni arrosti, la polenta con sugo di cicale e “bomboletti”  (lumachine di mare), vongole gratinate, calamari ripieni, insalata di mare. Tanto “impegno” per assaporare tutto e non rinunciare a queste prelibatezze, ma in aiuto ci sono stati dei vini spumanti freschi, portati dall’amico Marcello, un intenditore e professionista. Arrivano i primi, i tagliolini conditi con il sugo di granchio di mare e il  piatto della casa, il classico piatto estivo, i rigatoni allo scoglio con aggiunta di alici e conditi con una crema  di prezzemolo e basilico. Quindi i secondi,la frittura di paranza…erano presenti tutti i pesci e fritti con maestria e per finire…,  la grigliata! Sogliola, gamberone, seppia. Tutti questi piatti impreziositi con erbe aromatiche che esaltavano il cotto, il crudo, il sugo. Il giornale uscirà? Il motivo dell’incontro era questo. L’uscita del prossimo numero è sicuro, in seguito…, speriamo! Certo, un’altra cena è piacevole per l’allegra compagnia, ma se la causa è l’ansia per sperare e cercare lo sponsor…!

Le foto sul link: Foto

Luciano Pellegrini  agnpell@libero.it

7 commenti:

  1. mi auguro ardentemente che si riesca a trovare uno sponsor per aiutare il giornale nelle sue future uscite. E' una iniziativa unica a Chieti che ha già perso la redazione del Messaggero e del Centro e fra un pò le notizie si dovranno cercare sul web o su facebbok...

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  2. Ciao Enio, ho saputo di questi giornali storici che hanno dovuto chiudere, trovo tutto molto triste. La notizia non dovrebbe mai essere tagliata. Credo che non sia l'unica a pensarla così.
    Vedrai che se inizia, anche se con fatica ci sarà un seguito, lottate e non mollate alla prima o anche alla seconda difficoltà, mi raccomando!
    Il bello di queste cose è anche il festeggiare insieme, però caspiterina quante cose, complimenti!

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    1. c'è anche un nostro giornale sul web ( chietiscalo.it) gestito da un nostro carissimo amico, ricco di fatti e di opinioni espresse da redattori locali. Nel giro di pochi anni ha riscosso un enorme successo e su di esso hanno pubblicato, assessori locali, sindaco, senatori e semplici cittadini.

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  3. ll pranzo è stato organizzato e pagato dai partecipanti la riunione mangereccia. Lo sponsor per questo numero di agosto del giornale è stato trovato e si spera sempre nel magnate che si accorga del nostro giornale e ci aiuti nelle pubblicazioni future. So che non è facile, ma finch'è si potrà, si andrà avanti. Il quartiere Tricalle della mia città è uno dei più acculturati e ci sono tante persone di valore, in diversi campi, che provengono da quì. Il nostro giornalino è gratuito e tende a sostituirsi ai giornali locale che mano a mano vanno allontanandosi dalla nostra città, sistemando le loro redazioni a Pescara. E' una lotta impari e combattuta da pochi "eroi", ma non è detto che si fallisca l'obbiettivo.

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  4. ...il problema è che il giornale viene stampato in Germania e i tedeschi ce lo stampano in giornata e ce lo spediscono qui a Chieti il giorno dopo,puntualmente e a un prezzo talmente economico che in Italia non pagheresti nemmeno 4 cene. Nonostante i prezzi bassi non si riesce ancora a stare nel budget e poi c'è la difficoltà non indifferente, di trovare un "art director" che si impegni gratis e con competenza a impaginarcelo, essendo scomparso prematuramente il precedente. Noi ci possiamo solo limitare a scriverli gli articoli e a mandarli in redazione il resto è compito del direttore Iezzi. (ps. la cena a base di pesce è stata fatta per raccogliere fondi ed è stata pagata interamente dai commensali, peccato solo che questi erano pochi)

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  5. Grazie Enio per le tue precise ed esaustive risposte. Solo ora ho avuto modo di leggere
    Le risposte degli amici che suggeriscono consigli nella speranza che il giornale vada avanti nelle pubblicazioni. Il volontariato è una bella parola, però ha tanti limiti. Ci sono tante spese, il cellulare per parlare con le persone da intervistare, la benzina per raggiungerli, si impegna tanto tempo che si toglie ad altri interessi, fra cui il lavoro e la famiglia e così via. Assicuro che non prendiamo un centesimo, anzi… Purtroppo non riusciamo a trovare un “art director” o direttore artistico che veniva svolto gratuitamente ed egregiamente dall’amico Renato, prematuramente scomparso.
    La figura del direttore artistico è fondamentale nella realizzazione del giornale, perché si occupa di studiare la parte visuale, grafica e tipografica della comunicazione del prodotto . Non troviamo volontari, quindi oltre alla stampa, bisognerà contribuire a dare qualche euro a qualcuno che provveda a questa prestazione. Ascolta Lorenzo, nell’azione cattolica ed all’università, negli anni settanta, era normale stampare il giornalino in bianco e nero girando la manovella del ciclostile. Erano altri tempi e senza pensare alla professionalità ci contentavamo di questi fogli “anonimi”. Oggi non è possibile, il giornale deve essere a colori, il carattere deve essere leggibile, ci sono le foto, quindi il ciclostile è un ricordo. La cena rigidamente pagata da noi è in ogni caso da non contestare. Il prezzo che ci ha fatto il gestore dello stabilimento è stato favoloso per il pesce fresco, d’altra parte crea sempre migliore affiatamento. Tieni presente che la maggior parte degli amici che erano a cena, il mattino successivo è andato a lavorare! Difficile con questi chiari di luna trovare una persona che mensilmente dovrebbe regalare 500euro! Questa somma per stare tranquilli, perché tutti i loghi che inseriamo nel giornale, partecipano con pochi euro. La soluzione sarebbe che i cittadini che aspettano e “reclamano” questo giornale, liberamente offrissero un euro. Un euro per mille copie fa la bella somma di mille euro. Perbacco, ho inventato l’acqua calda! Concludendo, il nostro impegno è garantito, la forza, non economica, ci viene data dai nostri concittadini, la speranza “è l’ultima a morrire”!

    Luciano Pellegrini



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    1. Caro Lorenzo, e tue osservazioni sono pertinenti e interessantissime. il giornale ( La Voce del Quartiere) in formato PDF, scaricabile o leggibile da INTERNET c'è, perchè grazie all'apporto del vecchio "art director", che si occupava di tutto e di più, con il suo amore e la sua tenacia riusciva a portare avanti l'impresa. Contattava i redattori degli articoli e li sollecitava per assicurarsi l'uscita del giornale in tempo "reale" almeno una volta al mese. Il tutto filava liscio come l'olio, gli articoli arrivavano e il giornale usciva regolarmente. La voce del Quartiere sii è fatto conoscere, in ambito locale da un vasto pubblico, le mamme che non si collegano in Internet, i pensionati e tutti quelli che lo trovano gratis davanti ai negozi della città (avanzando qualche soldo, si pagavano anche i ragazzi che in bici, mensilmente, si occupavano della sua distribuzione. L'indirizzo digitale dei numeri "passati" è : http://enioantonio.xoom.it/Giornalino/index.htm dove c'è la storia del nostro giornalino e i vecchi numeri pubblicati fino ad oggi. Adesso, a sentire il Direttore, non si riesce più a "farlo" uscire, mancando i mezzi minimi per continuare il nostro "sogno". Ci siamo riuniti, abbiamo mangiato, ci siamo tassati, ma non basta, ci serve uno sponsor, che magari anticipi qualcosa per garantire almeno un anno di pubblicazioni.(uno sponsor tipo De Cecco) Usciamo una volta al mese e basterebbero cinquecento euro a numero e tutto sarebbe risolto.

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